L’emergenza sanitaria sta spingendo i vertici del calcio professionistico verso una riforma che tuttavia tarda ad arrivare. Molte le complessità, troppi i nodi da sciogliere per la stagione in corso che è stata vissuta diversamente dal nord al sud della penisola. La situazione del virus è mobile, è normale che in Calabria la gente sia spinta a pensare positivamente vista la riduzione dei contagi, ma capisco bene il punto di vista del Presidente Andreoletti che ha vissuto in prima persona le problematiche della zona del bergamasco.
A proposito della decisione di sospendere il campionato per questioni sanitarie ed economiche il presidente Noto ha dichiarato che ci sono piccole squadre che sono salite l’anno scorso o da pochi anni che non hanno strutture di primo livello, con spogliatoi che non sono ai limiti della norma igienico-sanitaria (in termini di capienza degli atleti e dello spazio). In questo periodo non ci possiamo permettere il lusso di stipendiare medici, né di avere una serie di tamponi privati, perché i costi salterebbero. Quindi ben venga la sospensione.
In ogni caso è ancora possibile ipotizzare una coda play-off che consenta di terminare la stagione nel rispetto del format e dunque evitando la più che probabile sfilza di ricorsi che porterebbe nuovamente il calcio a misurarsi nelle aule di tribunale piuttosto che sul terreno di gioco. Io sono stato uno dei 15/16 – ha dichiarato Noto – che hanno votato per lasciare una finestra aperta sui play-off. E’ chiaro che oggi ancora non conosciamo un eventuale protocollo per disputarli, e in questa incertezza il mio voto serve per non chiudere completamente le porte all’idea play-off, visti anche gli sforzi economici fatti nella sessione di mercato invernale da me e da tanti altri presidenti. Capisco tutti gli aspetti tecnici del Presidente Andreoletti, il nostro intento non è di giocare domani i play-off, piuttosto di ritrovarsi tra 15 o 20 giorni in modo da capire l’andamento della curva epidemiologica e magari poter giocare i play-off tra Giugno o Luglio.
Si è parlato tanto di blocco delle retrocessioni, di serie B a due gironi, di ridurre il numero delle squadre professionistiche. In tal senso è normale che ci siano opinioni diverse. Nell’ambito di tutta la Serie C ci sono squadre importanti che ambiscono a serie superiori, come il Catanzaro, il Bari, la Ternana, la stessa Albinoleffe. Quindi, la riforma della Serie B a 40 squadre, in questo momento potrebbe portare anche a delle economie di scala, si avrebbe su tutto il territorio nazionale e quindi spendibile dal punto di vista marketing.
Andreoletti e Noto hanno differenti vedute sulle varie leghe. Ritengo che la “mission” che il Pres. Andreoletti ha esposto per la Serie C, sia realizzabile anche per una Serie D elite. Il ragionamento sui contributi fatto dal presidente è giustissimo, la Serie A prende tantissimo e sarebbe giusto un sistema distribuito in maniera meno eterogenea.
E’ il momento giusto per una riforma? Le migliori riforme si fanno nei periodi “post-bellici”, in questo momento Gravina ha carta bianca da parte del governo per riformare tutto, non vedo perché non si debba fare una riforma seria. Credo che questo sia il momento migliore per farlo.
Il nodo cruciale dei diritti televisivi accomuna tutte le società di serie B e serie C. Andreoletti insiste sul fatto che la serie B abbia un costo decisamente maggiore della serie C, che sia indispensabile puntare sui giovani e infine che sia sbagliato considerare Albinoleffe e Catanzaro due piazze differenti. Senza entrare in polemica con il presidente dell’Albinoleffe, Noto ha risposto che è chiaro che la Legge Melandri debba essere rivista in termini di ridistribuzione, anche la B e la C sono d’accordo. E’ giusto che ci siano delle visioni diverse, non so il numero di spettatori che fa l’Albinoleffe, ma anche nelle partite meno impegnative fa 5000 spettatori, il Bari ne fa 8000, lo stesso Catania in una situazione problematica portava 10.000 spettatori. Non bisogna perdere di vista questo obiettivo, il calcio ruota intorno ai tifosi, non solo intorno all’aspetto formativo, perché senza tifosi non esisterebbero gli spettatori che guardano in calcio in televisione. Per avere uno spettacolo devono esserci gli spettatori.
Questa riforma della serie B può lasciar intendere che la si sta portando avanti perché non si riesce a raggiungere il risultato sul campo. Non sto parlando di interesse personali – ha dichiarato Noto – che riguardano il Catanzaro, ma del sistema. Può reggere un professionismo formato da 100 squadre? Sarei anche d’accordo in una Serie C a 20 squadre, ma non penso sia possibile da realizzare. Alla fine i nodi arrivano al pettine, quando ho proposto una banalità, che costa solo in termini burocratici, ovvero che ognuno tiene gli incassi che ha, in quanto vi è la mutualità che prevede una percentuale da dare alla squadra ospite… in quel caso le piccole società sono insorte, perché preferiscono avere il 15% dell’incasso di una squadra come la Reggina che quest’anno totalizza 12.000 spettatori.
Come finirà il tutto? Noto ha affermato di aver avuto contatti solo con Ghirelli e non con Gravina, e da quello che leggo sembra che ci sia una volontà a riprendere almeno i play-off e i play-out, quindi la nostra proposta decade perché avevamo chiesto di bloccare anche le retrocessioni, però sono tutte informazioni non ufficiali. Chiosa invece Andreoletti dicendo di augurarsi che prevalga il buon senso, e non gli interessi, sono due cose ben diverse.
E se nell’eventuale coda play-off le due squadre si incontrassero? Io lo farei molto volentieri – ha dichiarato Andreoletti – ricordo bene quando tanti anni fa siamo scesi a giocare a Catanzaro, mi è piaciuto molto, una bellissima città e abbiamo anche portato a casa la vittoria, forse anche per questo mi era piaciuta.
GUARDA L’INTERVISTA INTEGRALE SUL SITO DI RAISPORT
Floriano Noto a CSiamo sul web su RaiSport del 18 maggio 2020
Per salvare la C serve creare la B2.
Proposta: 2 gironi di C con 2 promozioni dirette per girone ed una quinta squadra promossa ai playoff. Stesso numero di squadre totali retrocesse rispetto ad oggi.
La chiamiamo B2 perché la prima classificata diventa l’ultima classificata dei playoff della serie B avendo quindi la possibilità di andare direttamente in A.
Le 5 retrocessioni e le quattro promozioni con playoff e playout farebbero diventare questa categoria molto spettacolare e variabile, inoltre anche la C ne trarrebbe vantaggio.
Oltre allo spettacolo questa formula porterebbe molti più soldi e gli imprenditori potrebbero programmare gli investimenti, penso che favorirebbe anche la regolarità dei campionati.
Infine anche la B ne trarrebbe un vantaggio enorme perché le retrocesse non finirebbero nell’attuale inferno della C dove si bruciano molte risorse spesso a vuoto.
Lo sto scrivendo a tutti, spero che qualcuno mi ascolti.