Caro Mauro,
domenica tornerai nella nostra Catanzaro e calcando il terreno del Ceravolo sentirai molti di noi chiamare il tuo nome.
Se vorrai voltarti, ciò che vedrai sarà un sorriso, un battere di mani, un gesto qualunque d’incoraggiamento.
Significherà che non ti abbiamo dimenticato. Anche chi rimarrà silenzioso e immobile al gelo degli spalti, troverà il modo di esprimerti il suo affetto, magari rivolgendoti solamente un lungo sguardo.
Perfino chi non sarà allo stadio, domenica si sorprenderà a pensarti.
Un tempo non molto lontano eravamo tuoi sostenitori perchè giocavi nella nostra squadra. Oggi tifiamo per te perché pur non vestendo una maglia gialla e rossa continui comunque a batterti per ognuno di noi. E sappiamo bene che ora la posta in gioco è molto più alta di quando tutto ciò che volevamo era vincere insieme un campionato di quarta serie…
Ogni tuo minuto di calci, strattoni e scatti su quel prato verde ci aiuta a sentirci meno soli, meno deboli, migliori.
Si vede ad occhio nudo che non è più soltanto calcio: è la vita, in scarpette e calzoncini.
Correndo in campo con il pallone tra i piedi, ci dimostri che un uomo può rialzarsi sempre, anche se ogni giorno qualcosa di terribile tenta di inchiodarlo a terra.
Ci sono dolori che non possono essere raccontati. Le parole, a volte tanto potenti da scatenare guerre, distruggere castelli e costruire imperi, davanti a quel dolore si sgretolano perdendo significato.
Noi sappiamo riconoscere quel dolore.
Perciò, come si fa con un vecchio amico, oggi scegliamo di guardarti negli occhi, e dirti che ti siamo ancora accanto.
Bentornato a casa, Mauro.
FS
domenica tornerai nella nostra Catanzaro e calcando il terreno del Ceravolo sentirai molti di noi chiamare il tuo nome.
Se vorrai voltarti, ciò che vedrai sarà un sorriso, un battere di mani, un gesto qualunque d’incoraggiamento.
Significherà che non ti abbiamo dimenticato. Anche chi rimarrà silenzioso e immobile al gelo degli spalti, troverà il modo di esprimerti il suo affetto, magari rivolgendoti solamente un lungo sguardo.
Perfino chi non sarà allo stadio, domenica si sorprenderà a pensarti.
Un tempo non molto lontano eravamo tuoi sostenitori perchè giocavi nella nostra squadra. Oggi tifiamo per te perché pur non vestendo una maglia gialla e rossa continui comunque a batterti per ognuno di noi. E sappiamo bene che ora la posta in gioco è molto più alta di quando tutto ciò che volevamo era vincere insieme un campionato di quarta serie…
Ogni tuo minuto di calci, strattoni e scatti su quel prato verde ci aiuta a sentirci meno soli, meno deboli, migliori.
Si vede ad occhio nudo che non è più soltanto calcio: è la vita, in scarpette e calzoncini.
Correndo in campo con il pallone tra i piedi, ci dimostri che un uomo può rialzarsi sempre, anche se ogni giorno qualcosa di terribile tenta di inchiodarlo a terra.
Ci sono dolori che non possono essere raccontati. Le parole, a volte tanto potenti da scatenare guerre, distruggere castelli e costruire imperi, davanti a quel dolore si sgretolano perdendo significato.
Noi sappiamo riconoscere quel dolore.
Perciò, come si fa con un vecchio amico, oggi scegliamo di guardarti negli occhi, e dirti che ti siamo ancora accanto.
Bentornato a casa, Mauro.
FS