“A chiunque voglia prendere questa società diciamo che nessuno del passato debba rivestire ruoli nell’organigramma societario. Per chi vuole fare calcio serio non possono esserci ostacoli e paletti che tengano, chiunque prenda in considerazione questa nostra richiesta, si ricordi che a noi ci vedrà solo sugli spalti come sempre”.
Era questo uno dei passaggi salienti del nostro comunicato successivo alla disfatta del dopo Pescina.
Oggi più che mai, con una squadra che è in testa alla classifica e con un trio formato dal Mister Auteri, dal Dg Pitino e dal Presidente Aiello a cui va tutto il nostro sostegno, lo ribadiamo ancor di più con forza: CHI HA AVUTO A CHE FARE CON LE VECCHIE GESTIONI DEVE ANDARE VIA.
Solo quando ci saremo tolti questi pesi potremo giudicare e affermare se questa società anche senza grandi capitali potrà dare continuità al percorso intrapreso. Per il momento, affinché non si corra il rischio di ritrovarci con i soliti “salvatori della patria”, è necessario fare terra bruciata sul passato, DIMENTICANDOLO E METTENDOLO DA PARTE.
È per questo che ci appelliamo all’orgoglio di tutta la tifoseria catanzarese per difendere un simbolo e per tutelare la nostra storia. Remiamo tutti per il bene del Catanzaro. Ai tifosi chiediamo di accelerare questo processo se si vogliono evitare figuracce come quelle di ieri, ma soprattutto figure indecenti che trovano riscontro nei due campionati di B svolti e nelle tre stagioni del post-Lodo: da Pittelli in poi. Guarda caso con un unico filo conduttore. Sempre gli stessi attori.
Il rischio più evidente è che alla porta possano affacciarsi i soliti “salvatori della patria”. I “patti d’onore” e i “mutui”, citati nei comunicati di luglio dal dirigente di minoranza Giuseppe Soluri, non possono riguardarci. Noi non possiamo piangere gli errori di altri. Noi siamo solo tifosi del Catanzaro, non di questo o quel dirigente o calciatore.
Gli errori commessi dall’ex Presidente Bove, in particolare la fiducia accordata a soggetti che già conoscevamo bene per gli incarichi ricoperti nella vecchia Uesse, non possono ricadere su un’intera tifoseria. Che, a sua volta, non può giustificarli in alcun modo. I giri alla giostra si pagano. Se nel corso del tempo non si è voluto dare un taglio netto con il passato, ciò che accade adesso non può e non deve compromettere la rinascita del calcio a Catanzaro.
Due parole sono necessarie anche verso il gruppo dei calciatori che ha manifestato il loro dissenso.
Nel corso di questi mesi più volte abbiamo assistito ai vostri appelli: volevate vedere lo stadio pieno e sentire maggiormente il calore del pubblico.
Il gesto di non presentarsi all’allenamento è una mancanza di rispetto verso i tifosi che pagano il biglietto e che, con sacrifici, affrontano le trasferte. Sarebbe stata più apprezzabile una dichiarazione da uomini veri: “io vado via, vado a trovarmi un’altra squadra”.
Vale anche per voi: i vostri “mutui” o “patti d’onore” non ci riguardano.
Era questo uno dei passaggi salienti del nostro comunicato successivo alla disfatta del dopo Pescina.
Oggi più che mai, con una squadra che è in testa alla classifica e con un trio formato dal Mister Auteri, dal Dg Pitino e dal Presidente Aiello a cui va tutto il nostro sostegno, lo ribadiamo ancor di più con forza: CHI HA AVUTO A CHE FARE CON LE VECCHIE GESTIONI DEVE ANDARE VIA.
Solo quando ci saremo tolti questi pesi potremo giudicare e affermare se questa società anche senza grandi capitali potrà dare continuità al percorso intrapreso. Per il momento, affinché non si corra il rischio di ritrovarci con i soliti “salvatori della patria”, è necessario fare terra bruciata sul passato, DIMENTICANDOLO E METTENDOLO DA PARTE.
È per questo che ci appelliamo all’orgoglio di tutta la tifoseria catanzarese per difendere un simbolo e per tutelare la nostra storia. Remiamo tutti per il bene del Catanzaro. Ai tifosi chiediamo di accelerare questo processo se si vogliono evitare figuracce come quelle di ieri, ma soprattutto figure indecenti che trovano riscontro nei due campionati di B svolti e nelle tre stagioni del post-Lodo: da Pittelli in poi. Guarda caso con un unico filo conduttore. Sempre gli stessi attori.
Il rischio più evidente è che alla porta possano affacciarsi i soliti “salvatori della patria”. I “patti d’onore” e i “mutui”, citati nei comunicati di luglio dal dirigente di minoranza Giuseppe Soluri, non possono riguardarci. Noi non possiamo piangere gli errori di altri. Noi siamo solo tifosi del Catanzaro, non di questo o quel dirigente o calciatore.
Gli errori commessi dall’ex Presidente Bove, in particolare la fiducia accordata a soggetti che già conoscevamo bene per gli incarichi ricoperti nella vecchia Uesse, non possono ricadere su un’intera tifoseria. Che, a sua volta, non può giustificarli in alcun modo. I giri alla giostra si pagano. Se nel corso del tempo non si è voluto dare un taglio netto con il passato, ciò che accade adesso non può e non deve compromettere la rinascita del calcio a Catanzaro.
Due parole sono necessarie anche verso il gruppo dei calciatori che ha manifestato il loro dissenso.
Nel corso di questi mesi più volte abbiamo assistito ai vostri appelli: volevate vedere lo stadio pieno e sentire maggiormente il calore del pubblico.
Il gesto di non presentarsi all’allenamento è una mancanza di rispetto verso i tifosi che pagano il biglietto e che, con sacrifici, affrontano le trasferte. Sarebbe stata più apprezzabile una dichiarazione da uomini veri: “io vado via, vado a trovarmi un’altra squadra”.
Vale anche per voi: i vostri “mutui” o “patti d’onore” non ci riguardano.
Club Massimo Palanca
Finchè morte non ci separi