Quando Antoni Tàpies decise di diventare un pittore probabilmente ancora non lo sapeva ma, nel cognome che aveva ricevuto in eredità, era già scritta una parte del suo futuro. Glielo aveva predetto, come ricorda l’artista stesso, « un seguace dell’occultismo che credeva nell’influenza strana esercitata in ognuno di noi dal nome che porta sul proprio carattere e sul proprio destino».
Tàpies , in catalano, significa muri. Ed è ancora il pittore spagnolo a raccontare come, all’improvviso, si accorse che la sua arte stava ricalcando misteriosamente il suo nome. « Con mia sorpresa scoprii, un giorno, che i miei quadri si erano trasformati in muri.» Le sue opere più conosciute appaiono, infatti, come grandi tele, monocrome o quasi, segnate da graffiti, simboli, incisioni, impronte. Dei “muri”, appunto, la cui superficie è marcata da segni dai significati reconditi e ancestrali. Lavori nei quali l’autore non abolisce la pittura ma la fa diventare parte di una realtà più ampia, di una struttura che include anche elementi come stracci, tessuti, corde, insomma oggetti poveri di ogni tipo. Fino a quando i suoi “muri” si trasformano in talismani, capaci di «aprire e chiudere le porte, le finestre, gli edifici della nostra impotenza, del nostro asservimento e della nostra libertà».
All’ottantaseienne artista catalano e ai suoi enigmatici lavori, così carichi di fascino, è dedicata la mostra “Materia e Tempo” in programma al museo MARCA di Catanzaro fino al 14 marzo 2010. Oltre cinquanta opere, tra dipinti, sculture, disegni, composizioni grafiche e libri illustrati provenienti da collezioni italiane e straniere.
La galleria offre al visitatore un percorso affascinante, nel quale ai lavori più recenti sono accostate alcune composizioni storiche. Per la prima volta in Italia, poi, vengono presentati i “muri” degli anni ’80, realizzati da Tàpies su lastre di lava smaltate. Una serie di opere fortemente evocative, nelle quali la terra stessa si fa materia prima, esposte in passato soltanto una volta, nel 2004, in occasione di un retrospettiva al Museo Reina Sofia di Madrid.
Nei dipinti in mostra si può ammirare l’equilibrio assoluto, eppure sempre pronto a generare nuovi significati, di strutture nelle quali il quadro è l’oggetto della rappresentazione e non più la finestra dalla quale guardare il mondo. L’esposizione non tralascia, poi, la scultura di Tàpies, versante meno noto ma non meno interessante per un autore che tanta importanza da alla materia e alle incisioni, perfino nella produzione pittorica.
Un discorso analogo, vale per i disegni, le opere grafiche e i libri d’artista, ambiti non secondari per la ricerca di Tàpies che fa dei segni e dell’aspetto calligrafico elementi fondanti dei suoi quadri. Lavori nei quali fanno capolino lettere, strani tracciati, forme arcaiche, croci, parole tronche, così come tutta la serie di oggetti (dai calzini alle sedie, dai materassi e ai tessuti) che si intrecciano alla pittura per creare una realtà nuova, in continua trasformazione.
« L’idea essenziale- per dirla con le parole di Tàpies- è quella di trovare un’arte che stimoli una visione in profondità, che ci avvicini alla realtà autentica, alla vera natura dell’uomo. Con un approccio il più intenso possibile, si può entrare nel centro dell’universo».
Tàpies , in catalano, significa muri. Ed è ancora il pittore spagnolo a raccontare come, all’improvviso, si accorse che la sua arte stava ricalcando misteriosamente il suo nome. « Con mia sorpresa scoprii, un giorno, che i miei quadri si erano trasformati in muri.» Le sue opere più conosciute appaiono, infatti, come grandi tele, monocrome o quasi, segnate da graffiti, simboli, incisioni, impronte. Dei “muri”, appunto, la cui superficie è marcata da segni dai significati reconditi e ancestrali. Lavori nei quali l’autore non abolisce la pittura ma la fa diventare parte di una realtà più ampia, di una struttura che include anche elementi come stracci, tessuti, corde, insomma oggetti poveri di ogni tipo. Fino a quando i suoi “muri” si trasformano in talismani, capaci di «aprire e chiudere le porte, le finestre, gli edifici della nostra impotenza, del nostro asservimento e della nostra libertà».
All’ottantaseienne artista catalano e ai suoi enigmatici lavori, così carichi di fascino, è dedicata la mostra “Materia e Tempo” in programma al museo MARCA di Catanzaro fino al 14 marzo 2010. Oltre cinquanta opere, tra dipinti, sculture, disegni, composizioni grafiche e libri illustrati provenienti da collezioni italiane e straniere.
La galleria offre al visitatore un percorso affascinante, nel quale ai lavori più recenti sono accostate alcune composizioni storiche. Per la prima volta in Italia, poi, vengono presentati i “muri” degli anni ’80, realizzati da Tàpies su lastre di lava smaltate. Una serie di opere fortemente evocative, nelle quali la terra stessa si fa materia prima, esposte in passato soltanto una volta, nel 2004, in occasione di un retrospettiva al Museo Reina Sofia di Madrid.
Nei dipinti in mostra si può ammirare l’equilibrio assoluto, eppure sempre pronto a generare nuovi significati, di strutture nelle quali il quadro è l’oggetto della rappresentazione e non più la finestra dalla quale guardare il mondo. L’esposizione non tralascia, poi, la scultura di Tàpies, versante meno noto ma non meno interessante per un autore che tanta importanza da alla materia e alle incisioni, perfino nella produzione pittorica.
Un discorso analogo, vale per i disegni, le opere grafiche e i libri d’artista, ambiti non secondari per la ricerca di Tàpies che fa dei segni e dell’aspetto calligrafico elementi fondanti dei suoi quadri. Lavori nei quali fanno capolino lettere, strani tracciati, forme arcaiche, croci, parole tronche, così come tutta la serie di oggetti (dai calzini alle sedie, dai materassi e ai tessuti) che si intrecciano alla pittura per creare una realtà nuova, in continua trasformazione.
« L’idea essenziale- per dirla con le parole di Tàpies- è quella di trovare un’arte che stimoli una visione in profondità, che ci avvicini alla realtà autentica, alla vera natura dell’uomo. Con un approccio il più intenso possibile, si può entrare nel centro dell’universo».
“Antoni Tàpies. Materia e Tempo“.
Catanzaro, MARCA. Fino al 14 marzo 2010.
Orario: da martedì a domenica dalle 9,30 alle 13 e dalle 16 alle 20,30. Chiuso il lunedì. Ingresso: 3 euro. Info: 0961/ 746797.
www.museomarca.com
(ilsole24ore.com)