Credevo che una eventuale risposta alle mie rimostranze rispetto a quanto scritto dal signor Palanca sul proprio libro la dovesse dare lo stesso signor Palanca e non alcune comparse che peraltro allo Stadio Ceravolo mi risulta neanche vadano.
In ogni caso, prendo spunto da quanto scritto dal Club “Massimo Palanca” di Catanzaro Lido per ribadire quanto già espresso nell’ambito della mia precisazione affidata al “Quotidiano della Calabria” dichiarandomi comunque disponibile per qualsiasi confronto si volesse allestire al proposito.
E mi permetto di aggiungere un consiglio riguardo le cosiddette “bandiere” che al Club tanto piacciono.
Attenzione alla loro effettiva utilità: Rivera fu costretto ad andare al Tribunale Fallimentare nel tentativo di evitare la scomparsa del Milan poi salvato da Berlusconi; Antognoni fu allontanato dalla Fiorentina di Cecchi Gori e non mi sembra si sia successivamente riavvicinato; Mazzola è stato accantonato senza remore dall’Inter di Moratti, così come Juliano dal Napoli mentre sia Riva con il Cagliari che Chinaglia con la Lazio, giusto per rammentare i coevi più rappresentativi del nostro Palanca hanno subito l’onta del fallimento delle rispettive società e non mi sembra siano attualmente ritornati in auge.
In definitiva, forse, i tifosi che vogliono addirittura la beatificazione del loro idolo dovrebbero capire che le bandiere è giusto che vengano sventolate nei loro momenti di grandezza ma, dopo, quel che resta sono solo i pali sui quali sono state innalzati.
Ed ognuno, poi, di questi pali, ne faccia ciò che più gli sembra opportuno.
Girolamo Albano