Il prossimo 4 gennaio 2010 ricorrerà il quarantesimo anniversario del crollo del muro del San Giovanni e ci duole constatare che Il tempo fin qui trascorso non è servito, a nessuno, per dare una sistemazione dignitosa a questa sfortunata porzione dell’omonimo Complesso Monumentale.
A dire il vero, nel 2006, sul finire della precedente amministrazione Abramo, si era arrivati addirittura all’aggiudicazione dei lavori di ricostruzione delle parti crollate del muro di cinta e della facciata che ospita il nicchione del Cavatore ed al risanamento e restauro conservativo degli imponenti prospetti.
Scorrendo la stampa di appena tre anni or sono, scopriamo che il costo dell’intervento era di 300 mila Euro al netto del ribasso del 21,312%. Che fine hanno fatto quei soldi, posto che effettivamente fossero stati destinati nel bilancio comunale per la realizzazione di quelle opere? Chi e perché ha bloccato l’iter di esecuzione dei lavori? Quale progetto è attualmente allo studio per riqualificare il sito?
Nell’attesa di conoscere le risposte, se mai saranno date, riteniamo che quaranta anni possano costituire un lasso di tempo abbastanza estremo perché, anche con i ritmi pachidermici della nostra amministrazione comunale, si pensi di potere finalmente pervenire alla eliminazione di quella bruttura che è giornalmente sotto gli occhi di tutti, catanzaresi e visitatori, e che appare come un monumento alla inefficienza della macchina comunale che, allora, non seppe prevedere ed evitare il crollo e, oggi, non sa come ridare decoro ad una delle sue più importanti strutture.
Negli ultimi periodi, si è riaccesa in città una luce che ha dato risalto al tessuto urbano ed alle sue connotazioni artistiche ed architettoniche e, in tale contesto, si collocano, ad esempio, il recupero del basolato di Corso Mazzini, la lastricatura delle vie del centro storico, il recupero e restauro delle facciate degli edifici, la riqualificazione di Villa Margherita e l’allestimento dell’attuale arredo urbano; appare evidente che, la ferita ancora aperta sul fianco del Complesso Monumentale del San Giovanni, necessiti di cure urgenti ed amorose che possano restituire l’austera immagine ante-crollo di quella storica rocca che, svettando sull’ampia spianata di “fuori le porte”, è ancora simbolo maestoso e imponente del nido d’aquile su cui sorse la città. Né deve sfuggire che i più importanti eventi storici di Catanzaro si sono svolti proprio su quello sperone tufaceo che, pertanto, rappresenta la continuità tra un passato ed un presente tratteggiato dal castello normanno di Roberto il Guiscardo, dalla residenza dei potenti Conti di Catanzaro, dalle ribellioni contro il tirannico Centelles, dal rogo delle case arse, dall’erezione della chiesa di San Giovanni, dagli attendamenti aragonesi durante l’assedio francese del 1528, dalla Congrega dei Bianchi di Santa Croce, dall’Hospitio, dal convento dei Teresiani e poi dal triste carcere che, attualmente, ha ceduto il posto ad uno dei più pregevoli e prestigiosi poli culturali ed espositivi dell’Italia Meridionale.
10/12/2009
AV
Osservatorio per il Decoro Urbano di Catanzaro