Quando si dice «Le coincidenze della vita»: sono ricoverate nello stesso ospedale le due persone (ferito e autore) coinvolte nel tentato omicidio avvenuto domenica mattina nelle campagne di Badolato.
Infatti, sia il 45enne caduto sotto i colpi di pistola, A.P., 45 anni, che il suo sparatore Giuseppe Fiorenza, 67 anni, sono “ospiti” dell’Ospedale Pugliese di Catanzaro.
Il primo, per ovvi motivi, vi si trova ricoverato nel reparto di rianimazione, in seguito alla grave ferita riportata quando il diverbio scoppiato per una questione di confini tra terreni agricoli è passato dalle parole ai fatti e Fiorenza ha estratto il revolver calibro 7.65 esplodendogli contro diversi colpi, dei quali uno l’ha raggiunto al fianco.
Nel corso della notte, A.P. è stato sottoposto ad un intervento chirurgico durante il quale i medici del nosocomio catanzarese hanno estratto il proiettile. Pur essendo ricoverato in prognosi riservata, le sue attuali condizioni dovrebbero essere in miglioramento, tanto che avrebbe anche riacquistato conoscenza.
In un’altra ala dell’Ospedale, invece, si trova ricoverato Giuseppe Fiorenza che il giorno stesso dell’arresto – domenica intorno alle 11 – dopo essere stato portato nei locali del comando carabinieri di Soverato per i consueti accertamenti, non è stato poi portato in carcere in seguito ad un malore che ne ha reso necessario il ricovero in ospedale. L’uomo, dunque, si trova ora piantonato nella struttura ospedaliera del capoluogo, in attesa che venga effettuato il processo per direttissima a suo carico, con l’accusa di tentato omicidio aggravato, che a questo punto si terrà domani mattina. Fiorenza era stato arrestato intorno alle 11, dopo l’ampio spiegamento di forze che i carabinieri avevano messo in campo per trovare l’uomo nel più breve tempo possibile, anche con il supportio dell’Elinucleo carabinieri di Vibo Valentia, con una squadra di cacciatori a bordo.
I militari della stazione di Badolato e del nucleo operativo di Soverato lo avevano poi trovato nascosto in via Corsica, nel borgo antico di Badolato, dove si era rifugiato nel tentativo di nascondersi alla cattura.
Nel frattempo, in queste ore, proseguono le indagini da parte dei carabinieri della compagnia di Soverato, agli ordini del capitano Emanuele Leuzzi, e di quelli della stazione di Badolato, guidati dal luogotenente Pietro Antonio Quaresima. Pur trattandosi di una dinamica piuttosto chiara, legata ad un diverbio sorto tra i due “protagonisti” per via di opinioni divergenti sui precisi confini dei rispettivi terreni adiacenti, i militari valutano ogni aspetto della dinamica del fatto: nelle ultime ore sono state raccolte le testimonianze di chi era sul luogo. A.P. era infatti impegnato alla raccolta delle olive assieme ad altre persone.
L’altro aspetto da chiarire, poi, è anche legato alle modalità con le quali Fiorenza è entrato in possesso della pistola, una calibro 7.65 di fabbricazione spagnola e delle relative munizioni. Tanto che l’uomo, davanti al giudice, dovrà rispondere, oltre che di tentato omicidio, anche di porto abusivo d’armi e relativo munizionamento. (Francesco Ranieri, Gazzetta del Sud 8-12-2009)
Infatti, sia il 45enne caduto sotto i colpi di pistola, A.P., 45 anni, che il suo sparatore Giuseppe Fiorenza, 67 anni, sono “ospiti” dell’Ospedale Pugliese di Catanzaro.
Il primo, per ovvi motivi, vi si trova ricoverato nel reparto di rianimazione, in seguito alla grave ferita riportata quando il diverbio scoppiato per una questione di confini tra terreni agricoli è passato dalle parole ai fatti e Fiorenza ha estratto il revolver calibro 7.65 esplodendogli contro diversi colpi, dei quali uno l’ha raggiunto al fianco.
Nel corso della notte, A.P. è stato sottoposto ad un intervento chirurgico durante il quale i medici del nosocomio catanzarese hanno estratto il proiettile. Pur essendo ricoverato in prognosi riservata, le sue attuali condizioni dovrebbero essere in miglioramento, tanto che avrebbe anche riacquistato conoscenza.
In un’altra ala dell’Ospedale, invece, si trova ricoverato Giuseppe Fiorenza che il giorno stesso dell’arresto – domenica intorno alle 11 – dopo essere stato portato nei locali del comando carabinieri di Soverato per i consueti accertamenti, non è stato poi portato in carcere in seguito ad un malore che ne ha reso necessario il ricovero in ospedale. L’uomo, dunque, si trova ora piantonato nella struttura ospedaliera del capoluogo, in attesa che venga effettuato il processo per direttissima a suo carico, con l’accusa di tentato omicidio aggravato, che a questo punto si terrà domani mattina. Fiorenza era stato arrestato intorno alle 11, dopo l’ampio spiegamento di forze che i carabinieri avevano messo in campo per trovare l’uomo nel più breve tempo possibile, anche con il supportio dell’Elinucleo carabinieri di Vibo Valentia, con una squadra di cacciatori a bordo.
I militari della stazione di Badolato e del nucleo operativo di Soverato lo avevano poi trovato nascosto in via Corsica, nel borgo antico di Badolato, dove si era rifugiato nel tentativo di nascondersi alla cattura.
Nel frattempo, in queste ore, proseguono le indagini da parte dei carabinieri della compagnia di Soverato, agli ordini del capitano Emanuele Leuzzi, e di quelli della stazione di Badolato, guidati dal luogotenente Pietro Antonio Quaresima. Pur trattandosi di una dinamica piuttosto chiara, legata ad un diverbio sorto tra i due “protagonisti” per via di opinioni divergenti sui precisi confini dei rispettivi terreni adiacenti, i militari valutano ogni aspetto della dinamica del fatto: nelle ultime ore sono state raccolte le testimonianze di chi era sul luogo. A.P. era infatti impegnato alla raccolta delle olive assieme ad altre persone.
L’altro aspetto da chiarire, poi, è anche legato alle modalità con le quali Fiorenza è entrato in possesso della pistola, una calibro 7.65 di fabbricazione spagnola e delle relative munizioni. Tanto che l’uomo, davanti al giudice, dovrà rispondere, oltre che di tentato omicidio, anche di porto abusivo d’armi e relativo munizionamento. (Francesco Ranieri, Gazzetta del Sud 8-12-2009)
E’ stato sottoposto a un delicato intervento chirurgico Andrea Piroso, 45 anni, ferito domenica mattina a Badolato mentre si trovava a raccogliere olive in un terreno. Ieri i medici dell’ospedale “Pugliese” hanno deciso di intervenire chirurgicamente per estrarre l’ogiva che lo aveva raggiunto a un polmone. L’intervento, durato alcune ore, secondo quanto si è appreso, è riuscito senza complicazioni. Piroso resta comunque ricoverato in terapia intensiva.
I carabinieri della Compagnia di Soverato poco dopo il ferimento, hanno rintracciato l’autore Giuseppe Fiorenza, di 67 anni, di Badolato, bracciante agricolo.
Domenica, verso le 8.30, l’uomo, secondo la ricostruzione fatta dai carabinieri, si è recato nell’uliveto dove stava lavorando Piroso ed altre tre persone ed ha sparato numerosi colpi di pistola (almeno 8 secondo gli investigatori). Due proiettili hanno ferito Piroso al torace. Fiorenza, subito dopo si è allontanato a bordo della sua motoape, che ha abbandonato lungo la strada quando ha sentito le sirene delle auto dei carabinieri, e si è rifugiato nei vicoli del borgo antico di Badolato alto.
Le ricerche sono state condotte anche con l’ausilio di un elicottero del reparto volo e con i militari dello squadrone eliportato cacciatori. Alla fine l’uomo è stato individuato e arrestato per tentato omicidio. Gli investigatori hanno poi compiuto un sopralluogo dove è avvenuto il ferimento, trovando quattro bossoli e recuperando un’ogiva dal tronco di un albero. Poco dopo, nascosta tra i pali di alcuni fichi d’india, i carabinieri hanno trovato la pistola con il caricatore vuoto ed una scatola di proiettili da 25, con otto proiettili mancanti. Secondo quanto emerso dalle indagini, tra Fiorenza e Piroso c’erano già stati dei contrasti legati ai confini di un uliveto. (Gaetano Mazzuca, Calabria Ora 8-12-2009)
I carabinieri della Compagnia di Soverato poco dopo il ferimento, hanno rintracciato l’autore Giuseppe Fiorenza, di 67 anni, di Badolato, bracciante agricolo.
Domenica, verso le 8.30, l’uomo, secondo la ricostruzione fatta dai carabinieri, si è recato nell’uliveto dove stava lavorando Piroso ed altre tre persone ed ha sparato numerosi colpi di pistola (almeno 8 secondo gli investigatori). Due proiettili hanno ferito Piroso al torace. Fiorenza, subito dopo si è allontanato a bordo della sua motoape, che ha abbandonato lungo la strada quando ha sentito le sirene delle auto dei carabinieri, e si è rifugiato nei vicoli del borgo antico di Badolato alto.
Le ricerche sono state condotte anche con l’ausilio di un elicottero del reparto volo e con i militari dello squadrone eliportato cacciatori. Alla fine l’uomo è stato individuato e arrestato per tentato omicidio. Gli investigatori hanno poi compiuto un sopralluogo dove è avvenuto il ferimento, trovando quattro bossoli e recuperando un’ogiva dal tronco di un albero. Poco dopo, nascosta tra i pali di alcuni fichi d’india, i carabinieri hanno trovato la pistola con il caricatore vuoto ed una scatola di proiettili da 25, con otto proiettili mancanti. Secondo quanto emerso dalle indagini, tra Fiorenza e Piroso c’erano già stati dei contrasti legati ai confini di un uliveto. (Gaetano Mazzuca, Calabria Ora 8-12-2009)