Calabria c’è bisogno di cambiare le cose, anche perché l’Europa ci
guarda, e tira le somme, e non continuerà nell’assistenzialismo che ci
ha fatto fino ad ora, perché in Europa non sopportano più gli sprechi,
l’incompetenza e le irregolarità che da troppo tempo ci caratterizzano.
Cambiare le cose è solo una questione di volontà, nelle piccole come
nelle grandi cose. I calabresi hanno avuto nel passato scarsa
consapevolezza della loro capacità di potersi emancipare da soli. I
fondi pubblici che arrivano sono circa 8,5 miliardi di euro e saranno
gestiti dalla casta male come nel passato. Non a caso, secondo le
conclusioni della Corte dei conti europea, la maglia nera nell’utilizzo
dei fondi pubblici in Europa spetta all’Italia per violazione della
normativa sugli appalti e quant’altro”. E’ quanto ha affermato Luigi de
Magistris, europarlamentare dell’Italia dei valori, nell’ambito di un
incontro che si è tenuto a Cosenza sul tema “Europa chiama Calabria
verso nuovi orizzonti di legalità e sviluppo”, organizzato dalle
associazioni “Generazione Europea Nuovo Sud” (GENS) e “Calabria
protagonista”.
“Se
continueremo così – ha aggiunto de Magistris -, e non cambieremo chi
prende decisioni nelle istituzioni, non faremo che produrre ancora
maggiore arricchimento per la borghesia mafiosa, perché in una regione
come questa, che non ha una forte economia autonoma, controllare la
spesa pubblica vuol dire controllare l’economia e la politica. Politica
e criminalità, l’ho già detto altre volte e lo ripeto, hanno due cose
in comune, cioè il controllo del territorio e del consenso, e quindi
del voto, ecco perché la nostra parola d’ordine deve essere ‘fuori la
mafia dallo Stato e dalle istituzioni’. Il problema della Calabria è
tutto politico – ha aggiunto l’europarlamentare -, fino ad ora il
sistema di potere si è basato sul fatto di tenere la gente
nell’ignoranza della verità e dei fatti. Ma grazie a tanti onesti
calabresi, ed anche una stampa locale sempre più attenta e ad alcuni
magistrati coraggiosi, la gente di Calabria è ormai in grado di capire
da sola e diventare protagonista del cambiamento. Ognuno nel suo
piccolo deve seguire la sua coscienza, ma inoltre bisogna mettersi
insieme, in rete, ed allora cambiare sarà più facile di quel che può
sembrare”.