Che strana domenica quella appena trascorsa.
La capolista dopo sette giorni da Gela è richiamata all’ennesima prova d’ appello. Se la tappa siciliana aveva rappresentato una svolta ai fini della classifica, la partita di oggi paradossalmente può rappresentare l’epilogo giacché oggi possiamo certamente affermare che il Catanzaro ha ritrovato il feeling con il suo pubblico.
In quasi quattromila e cinquecento, non pochi per una C2 e per una tifoseria che tante ne ha passate, oggi hanno risposto ai vari appelli della settimana, il Ceravolo oggi aveva una degna cornice e continuando così gli spalti non potranno che gremirsi sempre di più.
Prima della partita non vi nascondo che pur sapendo della nostra forza tanti avevano dei timori.
Una prestazione negativa avrebbe potuto allontanare quei tifosi che per la prima volta rientravano in quel che viene considerato il tempio del calcio, tifosi che per curiosità o per la significativa vittoria a Gela hanno messo da parte l’orgoglio di chi è sempre stato fieramente giallorosso.
Gaetano Auteri, Antonio Aiello, Marcello Pitino, Ceravolo Junior e i calciatori scesi in campo lo sapevano benissimo che quella di oggi per tanti motivi avrebbe rappresentato un crocevia importante per loro e per il futuro del campionato ed è giusto riconoscere loro il grande merito di non aver fallito l’obiettivo, missione compiuta, ora nessun alibi può essere accampato, il Catanzaro c’è, lo dice la classifica, lo dicono i numeri ma soprattutto per chi ama il calcio lo dice il gioco.
Lo stadio era diverso oggi, finalmente abbiamo riassaporato strane sensazioni come la ricerca di un parcheggio e finalmente abbiamo oggi inaugurato i tornelli con l’attesa della fila per entrare nel tempio caricati come non mai.
Dei quattro cecchini secondo un turnover studiato da Auteri oggi tocca a Montella riposarsi, spazio per Mosciaro, ritorna Vono fra i pali e Corapi viene riconfermato esterno di sinistra nel centrocampo a tre guidato da Bruno.
I primi cinque minuti si svolgono in un silenzio assordante proclamato dalla curva per le assurde disposizioni del Cams, dei 150 tifosi annunciati da Siracusa neanche l’ombra, alla fine hanno vinto loro; lo stretto, gli aretusei non l’hanno potuto attraversare e si sono dovuti accontentare della diretta televisiva, che peccato!
Bella invece l’iniziativa della est di fare accomodare i bambini delle scuole calcio invitate che operano in città e provincia, iniziativa da lodare e da ripetere anche quando la est servirà per le tifoserie ospiti. I bambini devono crescere sani e con il sangue giallorosso.
Quando la curva inizia a tifare, devo essere sincero, pensavo che qualcuno avesse portato gli amplificatori, i cori sono stati trascinanti e questa volta anche gli altri settori hanno risposto.
Il primo tempo è il Siracusa che ti aspetti, duro al punto giusto e bravo a infoltire il centrocampo con il suo camuffato 4-3-3 che spesso diventa un 4-5-1 in fase difensiva.
I bianco azzurri che indossano una maglia simile a quella della Samp ai più adulti fanno venire in mente ricordi indelebili di quando il Catanzaro calcava altri palcoscenici ma con i piedi per terra si torna subito qua; la vecchia volpe dell’ex mister del Cosenza Sonzogni carica a dovere la sua squadra ordinando ai suoi uomini di pressare a tutto campo, aggredendo i portatori di palla a strisce giallorosse senza disdegnare qualche puntatina come nell’occasione creata da Mark Lewandowski che con un pregevole tiro al volo di sinistro chiamava il rientrante Vono a intervenire con un volo sulla sua destra per togliere il pallone dall’incrocio dei pali. Applausi per entrambi dal competente pubblico del Nicola Ceravolo.
Nel primo tempo il Catanzaro si vede poco anche se quando riparte riesce sempre a mettere in costante apprensione la difesa avversaria, per certi versi la sfida ricorda quella contro il Monopoli, loro corrono e corrono anche troppo, terranno per novanta minuti? Riusciranno ad essere sempre perfetti?
Inizia la ripresa e il Catanzaro cambia marcia, pur non avendo effettuato nessun cambio Max Caputo inizia a spostarsi dalla zona centrale del campo che era trafficatissima e si dirige verso destra dove trova il terzino arrivato scuola Juve Di Cuonzo.
Finalmente il conte trova più spazi e i suoi deliziosi assist non vanno più a sbattere contro le gambe degli avversari che dovendosi allargare concedono più spazi, Di Cuonzo s’infila nello spazio e l’assist di Caputo è al bacio, legnata di destro ad incrociare e tanti saluti a Cecere vanamente proteso in tuffo.
Nel frattempo Longoni (a proposito un tifoso aveva in curva uno striscone da “Striscia nazionale con su scritto “ ce l’ho Longoni) che nel primo tempo si trovava sulla sinistra da solo contro gli avversari che raddoppiavano e triplicavano se ne viene anche lui sotto la ovest, prende palla, scambia con Caputo che la da a Di Cuonzo, tacco in area per l’argentino e legnata che trafigge per la seconda volta Cecere. Se sostituite i nomi di Di Cuonzo, Caputo e Longoni con Daniel Alves, Iniesta e Messi non commettete nessun peccato, questo è un goal stile blaugrana, rivedetelo e poi mi dite.
Dopo sedici minuti con il “normale ” goal definitivo del difensore Ciano la pratica Siracusa è chiusa. E’ inutile dirvi che i siciliani dopo l’1-0 erano rimasti in dieci per via di un espulsione comminata a Cardinale e che anche il Catanzaro addirittura sul tre a zero perdeva per espulsione Lodi che non veniva perdonato dal fiscale arbitro di Livorno.
Sul finale c’era spazio però per fare “incazzare” Auteri che non vuole cali di tensione e quando il Catanzaro subiva il goal della bandiera di Del Rio (il migliore attaccante visto sinora al Ceravolo) il tecnico si alzava dalla panchina facendosi sentire con i suoi.
A proposito dopo le standing ovation per Longoni e Caputo, oltre a Montella entravano anche due giovani, Capicotto e Gigliotti, che mai avrebbero sognato, viste le precedenti gestioni, di poter giocare davanti al proprio pubblico e per giunta davanti a cinquemila spettatori circa.
Mentre calavano le prime ombre della sera, sotto le note di I Will Survive di Gloria Gaynor e accompagnati da “e se ne va la capolista se ne va” di Aiello, Auteri e Pitino, i tifosi giallo rossi pensano già al prossimo “Brindisi”.
Tornate gente, tornate.
SF
Il servizio del TGR