Il 3 agosto Nicola Provenza era al mare. Forse ad affogare i cattivi ricordi di una stagione da poco conclusa, con tutti gli strascichi societari e l’attesa della “buona novella”. Mai avrebbe immaginato, in quelle prime ore di agosto, di dover affrontare dopo soli tre mesi e mezzo una gara così importante, uno scontro al vertice, un incrocio di destini. La chiamata di Tuccio, patron del Gela, lo avrebbe messo subito di fronte al passato. Di fronte al “suo” Catanzaro.
Sì, perché dalle parole pacate di Provenza, appena uscito dallo spogliatoio dopo l’allenamento, traspare un legame ancora forte con la città di Catanzaro: «Dal punto di vista affettivo è la partita del mio recentissimo passato. Un passato bello, un anno dai contenuti importanti. Era difficile lasciare una traccia. Spero in qualche modo di esserci riuscito».
.net: «E dal punto di vista tecnico? Che partita si aspetta? Azzardo: Catanzaro all’attacco e Gela stretto tra le linee, pronto a colpire in contropiede…».
Provenza: «Sarà una partita di grande equilibrio con le due squadre che cercheranno di superarsi con le armi a loro disposizione. Noi non riusciamo a giocare in maniera sparagnina. Il Catanzaro nemmeno. Speriamo di riuscire a regalare al pubblico un bello spettacolo. La partita sarà sicuramente corretta perché squadra e pubblico di Gela hanno il massimo rispetto per l’avversario. Basti pensare agli applausi ai giocatori del Pescina dopo la finale persa dello scorso anno».
.net: «A Catanzaro dopo l’infatuazione (mai rinnegata) per Provenza, è scoppiata la Auteri-mania…»
Provenza: «Sono contento che molte persone abbiano apprezzato il mio lavoro perché serve un’approfondita conoscenza di calcio per comprenderlo. Il lavoro di Auteri è sotto gli occhi di tutti. Il Catanzaro va bene, gioca bene, ha fatto un numero di punti incredibile».
.net: «Col suo j’accuse molto forte nei confronti della società, Lei esortò i tifosi a non perdere mai di vista i problemi societari, anche a fronte di risultati positivi. La tifoseria giallorossa ha concesso una certa fiducia ad Aiello. Può essere la persona giusta per riportare in alto il Catanzaro?»
Provenza: «Non credo di avere gli elementi per rispondere. E francamente nemmeno il diritto».
.net: «Bel calcio e risultati ma il pubblico di Catanzaro latita. Come fece lei, anche Auteri ha già rivolto un appello ai tifosi…»
Provenza: «Quando arrivi in una piazza come Catanzaro dalla grande tradizione e competenza calcistica, ti aspetti il supporto del pubblico. Quando ti accorgi delle motivazioni profonde di questa disaffezione (legati alla disillusione della piazza), rinunci agli appelli. Con questi numeri, il Catanzaro meriterebbe sostegno».
Provenza: «Quando arrivi in una piazza come Catanzaro dalla grande tradizione e competenza calcistica, ti aspetti il supporto del pubblico. Quando ti accorgi delle motivazioni profonde di questa disaffezione (legati alla disillusione della piazza), rinunci agli appelli. Con questi numeri, il Catanzaro meriterebbe sostegno».
.net: «Lei è andato via da Catanzaro perché mancavano idee, programmazione, managerialità. Ha trovato tutto questo a Gela?»
Provenza: «Intanto a Gela ho un solo interlocutore della proprietà. È già importante. Lavorare con un DS che conosco e apprezzo da anni è un vantaggio (ndr: Donnarumma). Altro vantaggio è il fatto di poter ripartire da zero».
.net: «Effettivamente al suo arrivo a Gela c’erano solo 5 giocatori e mancavano meno di tre settimane all’inizio del campionato. Dopo una partenza fantastica, sono arrivate due sconfitte: problemi atletici o casualità?»
Provenza: «Penso che la verità sia nel mezzo. Qualche situazione sfortunata e un periodo di appannamento ci possono stare. Eravamo partiti tenendo ritmi agonistici e tensione nervosa molto alti. Siamo stati finora all’altezza della situazione, andando ben aldilà delle aspettative d’inizio stagione».
.net: «L’infortunio di Cunzi sta pesando nella finalizzazione del gioco?»
Provenza: «Pesa tantissimo. Cunzi s’integrava benissimo nel sistema di gioco. In due settimane era diventato il beniamino dei tifosi. E rimane il nostro capocannoniere con 4 gol».
.net: «Com’è il suo rapporto col patron Tuccio e con l’ambiente gelese?»
Provenza: «Ho subito condiviso con lui e con Donnarumma tre cose: la gestione tecnica, l’impiantistica (ndr: Provenza ha chiesto e ottenuto subito da Tuccio la risistemazione con erba sintetica di ultima generazione del campetto dietro lo stadio “Presti” per preservarne il manto) e alcuni aspetti societari per sistemare delle situazioni in un quadro societario comunque molto solido».
.net: «Un paio di domande cattivelle. Le malelingue sostengono che la premiata ditta Provenza-Donnarumma è specialista di grandi gironi d’andata e inesorabili tracolli nel girone di ritorno…»
Provenza: «Grandi malelingue. E anche disinformati. Basti pensare che nel mio primo anno a Lamezia facemmo 17 punti nel girone d’andata e 26 in quello di ritorno. Se poi si riferiscono allo scorso anno, dopo i 33 punti dell’andata, era difficile far meglio. E comunque dovremmo parlare anche di situazioni su cui non voglio tornare».
.net: «Provenza, lo sa che Bruno è diventato un perno insostituibile del Catanzaro di Auteri?»
Provenza: «Una precisazione a scanso di equivoci. Caputo e Montella li ha inseguiti Improta. Ma i nomi di Di Maio e Bruno a Catanzaro li ha fatti Provenza. Bruno l’ho fortemente voluto io. Per me era perfetto nel 4-3-3 da interno. Poi abbiamo cambiato modulo e quando arrivano 21 risultati utili consecutivi è difficile cambiare squadra. Lui comunque giocò alcune partite alla fine del girone d’andata ma in un ruolo a lui poco congeniale. Poi ebbe anche una serie di piccoli problemi fisici».
.net: «Mister, per finire, che cosa augura al Catanzaro e ai suoi tifosi?»
Provenza: «Semplicemente di uscire da questa categoria. Avremmo voluta scriverla noi questa pagina. Non ci siamo riusciti. Speriamo che il Catanzaro la scriva presto».