Domani a Roma si ritroveranno tutte le tifoserie d’Italia per
manifestare contro l’ormai famosissima Tessera del Tifoso, il
provvedimento che il Governo vorrebbe adottare con lo scopo di
potenziare la lotta alla violenza negli stadi. In questa settimana di
avvicinamento ad un evento nel suo genere storico, abbiamo cercato di
guidarvi alla scoperta di questo strumento, di farne comprendere le
motivazioni e abbiamo dato voce alle parti in causa, favorevoli o
contrarie (Clicca qui per vedere l’inchiesta completa).
Come ultima tappa – prima di seguire nel dettaglio la manifestazione di
domani naturalmente – abbiamo provato a sentire un’opinione giuridica
in merito e anche la posizione e le motivazioni del Mondo Ultras (ma
non solo) sull’argomento in questione.
L’AVVOCATO
L’Avvocato Lorenzo Cantucci,
dell’omonimo Studio, interverra’ domani durante la manifestazione per
dare alla vicenda un contributo giuridico. Noi lo abbiamo intervistato
per avere un’anticipazione.
Allora Avvocato, ci puo’ spiegare il motivo della sua presenza a questo incontro? “Ci
tengo a precisare che io non sono l’organizzatore, come ho sentito
dire, ma un semplice invitato alla manifestazione, in qualita’ di
“esperto” della materia di cui si parla. Quello che faro’ e’ dare
un’interpretazione giuridica della questione”.
Concretamente,
il punto di discussione in essere e’ quello dell’articolo 9 della Legge
Amato sul quale si poggia tutta la struttura della Tessera del Tifoso:
vogliamo spiegare di che si tratta? “Chiariamo subito una cosa,
cosi’ sgombriamo il campo da equivoci: la Tessera del Tifoso non e’
legge, la legge e’ – come giustamente ricordava lei – quella Amato e a
quella fa riferimento. L’articolo 9 di quella legge dice che chiunque
abbia ricevuto un Daspo in qualsiasi momento della sua vita, non potra’
mai piu’ entrare in uno stadio di calcio. Questo e’ il punto chiave che
– ovviamente – i tifosi contestano. E secondo me a ragione: questo e’
un fatto di liberta’, ad un normale cittadino non puo’ essere impedito
di andare al cinema, o allo stadio o ovunque lui voglia, soprattutto se
ha espiato la sua colpa. Si va a ledere un suo diritto civile e sarebbe
un controsenso. Se uno commette un reato e sconta la sua pena, torna un
cittadino “normale”, se lo fa un tifoso deve essere segnato a vita? E’
inammissibile e – aggiungo – chiaramente anticostituzionale. Se dovesse
passare una cosa del genere, non ho dubbi che chiunque ricorra possa
trovare la sua richiesta accolta”.
Mi scusi, ma ovunque
si parla di 5 anni, non di una misura definitiva. Mi spiego: se il
richiedente la tessera ha subito un Daspo negli ultimi 5 anni, gli
viene rifiutato il rilascio della tessera. Dov’e’ l’errore? “Il
fatto e’ che quello di cui parla Lei – e la gran parte dei media – fa
riferimento ad un’interpretazione della legge data dall’Osservatorio
attraverso una circolare, ma che puo’ sparire dalla sera alla mattina.
Non c’e’ nulla di definitivo. L’Osservatorio – in pratica – resosi
conto dell’inapplicabilita’ della norma, ha inteso interpretarla in
questo modo. Ma come detto, la legge dice tutt’altro. E domani – visto
che saranno presenti anche politici – cerchero’ di spiegare
l’inaccettabilita’ di una restrizione di questo tipo. Al massimo la
tessera puo’ essere negata a chi ha un Daspo in corso, ma chi ha
espiato la sua colpa ha il sacrosant diritto di riprendere
tranquillamente la sua vita”.
E dunque e’ questo il nocciolo della discussione? “Beh,
gia questo non sarebbe poco, ma credo che i tifosi contestino una
generale violazione della liberta’ di tifare, con tutti gli strumenti a
loro disposizione: quindi si parla anche di striscioni e tutto il
resto. Insomma, la loro posizione piu’ o meno e’ questa: considerano
finita l’emergenza e rivorrebbero indietro cio’ che e’ stato loro tolto
proprio per via di questa emergenza. Pero’ su questo, loro possono
essere piu’ precisi”.
Beh, lei e’ specializzato in
materia. In molti la definiscono addirittura l’Avvocato degli Ultras,
quindi immagino che condivida la loro posizione, sbaglio? “Dalla prima all’ultima lettera”.
Deve
ammettere che non e’ usuale che un avvocato si fregi di un tale titolo
e che anche sul sito dello Studio sottolinei la specializzazione in
reati da stadio e Daspo. Da dove nasce questa inclinazione? “Nasce in Curva Sud. Prima di diventare avvocato sono stato tifoso, quindi conosco tutto di questo mondo”.
Dunque, diciamo che ha unito l’utile al dilettevole… “Diciamo che prima di tutto e’ dilettevole, poi e’ anche utile (ride, ndr)”.
I TIFOSI
Dopo
aver sentito il punto di vista giuridico – come consigliato dallo
stesso Avvocato Cantucci – abbiamo cercato di capire piu’
approfonditamente le ragioni di questa manifestazione, raccogliendo il
punto di vista dei tifosi: “Domani sara’ una giornata storica per il Mondo Ultras – ci ha detto un tifoso della Roma che e’ voluto rimanere anonimo – organizzare
tutto questo non e’ stato per nulla facile. Abbiamo superato le
resistenze politiche e messo da parte i problemi interni e domani
saremo tutti fianco a fianco per questa battaglia. D’altronde, la
questione era troppo importante e tutti hanno capito che bisognava
mettere da parte le divisioni interne per il bene comune. Il concetto
e’ chiaro: NO ALLA TESSERA DEL TIFOSO. E il motivo e’ semplice: non
possono emettere una condanna a vita. Domani, comunque, a fine
manifestazione distribuiremo un documento in cui avanzeremo le nostre
richieste al Mondo politico. Un’anticipazione? Posso dire che vogliamo
tornare a tifare come prima del 2007”.
Domani, dunque, Roma si riempira’ di Ultras provenienti da ogni parte d’Italia, ma anche di tifosi comuni: “Domani ci saremo anche noi – ci ha detto un esponente del Gruppo “Cavesi Nati” -. Pur non essendo Ultras, condividiamo la loro battaglia. Sappiamo che questi ragazzi a volte sbagliano, ma non e’ neanche giusto condannare ogni loro iniziativa senza entrare nel merito.
So che non tutti i tifosi condivideranno la nostra posizione – ed
infatti non credo che ci saranno molti Club non-Ultras al corteo – ma
secondo noi era giusto condividere questo momento tutti insieme.
Perche’, qui, in ballo, c’e’ molto piu’ di un problema di curva, qui si
parla di violazione della liberta’ personale. E’un fatto gravissimo”.
Sergio Stanco