A distanza di una settimana dall’incontro di Via Arenula dove il ministro Alfano ha confermato a Catanzaro la Scuola di Magistratura, è interessante analizzare le varie dichiarazioni rilasciate in merito. Ovviamente tutti rivendicano tutto. Persino quelli che ieri difendevano Mastella facendo rimuovere il nostro leggendario striscione “Mastella: torna u santu arretu” dall’aula consiliare, oggi hanno la sfrontatezza di attribuirsi meriti cedendo alla tentazione bulimica (che non gli è estranea per carattere) per darsi un assetto rassicurante in funzione elettoralistica. Siamo ben oltre la già deludente adulterazione della politica: è cabaret!
Il nostro movimento – che pure potrebbe rivendicare a gran voce meriti e impegno, fuori e dentro dei tribunali, prima e dopo ogni ricorso, se non altro per essere stato il vero motore, il vero sprone, la vera anima di questa vicenda – crede che il momento meriti una gioia condivisa. Che però non impedisce di affermare come e quanto il nostro apporto si sia rivelato utile in ogni sede, compresa quella giudiziaria dove il nostro legale, Luisa Capicotto, ha addirittura introdotto elementi di novità insistendo sulla natura di atto amministrativo dell’atto impugnato e sulle violazioni in tal senso compiute dall’allora guardasigilli Mastella, ed evidenziando il difetto di istruttoria a favore della dichiarata motivazione “per ragioni di affetto e di amicizia nei confronti della città di Benevento”. Siamo stati aggressivi sin dalla prima ora coinvolgendo, nella protesta di piazza del gennaio 2007, molti sindaci della provincia e sollecitando continuamente ad agire i nostri deputati e gli enti preposti, invocando sempre l’unitarietà dell’azione. Perciò esaltare oltremodo, come qualcuno fa, il merito di un solo ente rispetto ad un altro, o magnificare alcuni legali rispetto ad altri, o ridurre il ruolo di qualcuno a mero erogatore di immobili, significa due cose: o si è in malafede o davvero non si conosce questa faccenda sin dalle sue origini. Giova inoltre alla verità ricordare che se l’unico ricorso accettato dal TAR è quello della Provincia per esclusive ragioni di competenza territoriale, nei fatti la discussione del merito è stata portata avanti dai legali del Comune, cui la Provincia ha diligentemente delegato la trattazione.
A questo punto, ma solo dopo questo punto, è chiaro che maturità e responsabilità impongano di gioire tutti insieme per una “vittoria” che restituisce dignità al capoluogo di regione e che, sotto un profilo politico, ci induce a sperare che si può cambiare se le giuste cause diventano momento di unione e non di faziosità infantili. Insomma il messaggio che vogliamo far passare è che il risultato che oggi salutiamo con favore è figlio non già di un solo soggetto, di un solo incontro, di una sola sentenza, bensì di lunghe lotte e appassionati contributi a vario livello, in un puzzle messo insieme con vari elementi e realizzato in tre anni di battaglie. Né abbiamo difficoltà a riconoscere che lo stesso Peppe Scopelliti, da taluni già santificato, abbia dato il suo contributo alla causa: anzi lo ringraziamo per aver abbandonato il suo atavico atteggiamento ostile nei confronti di Catanzaro e siamo convinti che non l’abbia fatto perché è candidato alla presidenza regionale. Scopelliti, probabilmente, ha abbandonato il vezzo municipalistico. Perciò siamo sicuri che in questa sua nuova fase politica sia consumato da mille scrupoli pensando a tutte le volte che ha tentato (a volte riuscendovi) di strappare ruoli e funzioni a Catanzaro, contrapponendo in modo irresponsabile il capoluogo di regione alla sua Reggio. Si pensi alla Direzione Regionale del Lavoro, o a quella delle Dogane, o a tanto altro ancora quando egli osteggiava la nostra città. Ma quello, appunto, era un altro Scopelliti. Il nuovo Scopelliti comincia a comprendere cosa significhi ragionare per il bene di tutti i calabresi. E’ giovane e coraggioso: non avrà difficoltà, qualora diventasse governatore, a riconoscere il vantaggio per la Calabria intera se questa sarà dotata di un capoluogo forte, che possa esercitare a pieno le sue funzioni senza più subire intralci da rivendicazioni campanilistiche. Per esempio sponsorizzare il ddl “Catanzaro Capitale” che giace in Senato, inglobare nella costruenda Cittadella Regionale anche il Consiglio Regionale, attualmente ubicato sullo Stretto, potrà essere il suggello del positivo cambiamento in corso nella sua politica. E farà dimenticare ai calabresi i giorni (assai recenti) in cui egli incoraggiava a dispensare calci nel sedere ai sui avversari o dichiarava che avrebbe accettato di candidarsi a governatore della Regione solo se ciò avesse avvantaggiato Reggio.
Detto questo, siamo in attesa che il ministro Alfano trasformi le sue dichiarazioni in Decreto.
Fabio Lagonia – Presidente Movimento Civico “CatanzaroNelCuore”