Il risultato parla chiaro: netta supremazia dei giallorossi che hanno dimostrato un bagaglio tecnico e di esperienza decisamente maggiore degli avversari. La Paganese ha retto finché ha potuto, disputando un primo tempo grosso modo sufficiente, ma nella ripresa il Catanzaro ha dilagato.
Dopo gli inattesi e, per un certo verso, immeritati stop di Rende e Caserta, Auteri ha chiesto ai suoi concentrazione e determinazione. Pochi fronzoli, bisogna giocare cercando la via del gol e soprattutto occorreva mettere in cassaforte il risultato cercando di far smaltire i 120 minuti di coppa disputati appena tre giorni prima.
L’assetto tattico della Paganese
La Paganese si è presentata orfana dei suoi pezzi pregiati, chi per squalifica e chi per infortunio. Su tutti è pesata l’assenza di Scarpa e Cesaretti che sono il valore aggiunto di una squadra costruita con l’obiettivo di salvarsi e senza i quali gli azzurrostellati difettano della necessaria incisività offensiva.
Mister Fusco ha schierato il consueto 3-5-2 che per lunghi tratti della prima frazione di gioco è sembrato più un 5-3-2 visto il predominio dei giallorossi a centrocampo. Baricentro molto arretrato e linea difensiva infoltita con Della Corte e Carotenuto che hanno badato più che altro a presidiare le corsie esterne.
In mezzo al campo le due giovanissime mezzali Sapone e Gaeta, classe 99, con Nacci anche lui giovanissimo schierato nel ruolo di play basso. Attacco affidato alla coppia Parigi Alberti e linea a tre in difesa con Piana Tazza e infine l’esordiente Acampora che gioca la sua prima stagione fra i professionisti.
Il catenaccio
La Paganese ha cercato di tamponare le trame di gioco del Catanzaro abbozzando il catenaccio di trapattoniana memoria. Linea di difesa a 5 più il play basso, le due mezzali e la seconda punta in pressing sul portatore di palla. L’obiettivo era chiaro, massimo sforzo in difesa e veloci ripartenze.
La tattica ha funzionato a metà perché il Catanzaro è partito subito forte mettendo a segno la prima marcatura già al 13esimo, successivamente la Paganese ha tentato di innescare Alberti sfruttando un paio di transizioni positive grazie al dinamismo di Sapone. Ma a conti fatti gli azzurrostellati hanno avuto una sola occasione nitida nel primo tempo e una seconda nella ripresa.
Il Catanzaro si è schierato come di consueto senza risparmiare nessuno dei papabili titolari. De Risio e Maita in mezzo al campo hanno fatto la differenza contrastando efficacemente le velleità azzurrostellate e innescando una quantità infinita di palloni per il tridente offensivo, che ha giovato sulla corsia destra del buon dialogo fra Giannone e Statella.
Ciccone lo si è visto meno del solito perché non c’era la necessità di supportare la fase difensiva e cosi ha potuto svariare sull’asse centro destro dell’attacco cercando il solito fraseggio nello stretto, ma ha trovato la strenua marcatura di Piana che lo ha seguito come un’ombra con interventi sempre al limite.
Lo stesso Piana al termine della prima frazione di gioco verrà giustamente ammonito dall’arbitro per l’ennesimo intervento falloso proprio su Ciccone.
Positiva ma poco incisiva la manovra sul fronte sinistro dove Fishnaller e Favalli non hanno mai raggiunto il fondo, ma su questo tema ritorneremo più avanti.
Risultato in cassaforte
Nella ripresa il Catanzaro ha trovato ancora il gol con Riggio che ha girato di testa, libero da marcature, su corner di Giannone. A quel punto la partita è praticamente finita quando ancora mancavano 40 minuti da gioco.
Forte del doppio vantaggio, il Catanzaro ha amministrato agevolmente senza incontrare resistenza. Val la pena menzionare il bel gol di De Risio che lo abbiamo visto per la prima volta bucare centralmente e concludere a rete da fuori area dopo una corsa di circa 25 metri.
Pregevole anche la finalizzazione della manovra che ha regalato ai giallorossi la quarta marcatura con D’Ursi che si è trovato insieme a Kanoutè e Fishnaller in superiorità numerica dopo una veloce ripartenza che ha tagliato fuori la difesa azzurrostellata colpevolmente incapace di recuperare la posizione.
Considerazioni finali: c’è qualcosa da rivedere
Anche se si trattava della sesta di campionato e di fronte ad una squadra ampiamente rimaneggiata, il match disputato al Torre di Pagani certifica che i valori espressi in campo dal Catanzaro sono quelli di una formazione che ambisce ai piani alti della classifica.
La rotonda vittoria di ieri non è che da considerarsi un buon test di allenamento in vista di incontri più impegnativi dove la caratura degli avversari creerà qualche difficoltà in più alla formazione di Auteri.
Due cose in particolare non sono piaciute e meritano una riflessione. Innanzitutto i movimenti di Favalli e la scarsa propensione ad affondare sull’out sinistro dove ieri agiva Fishnaller. Forse si tratta di movimenti studiati a tavolino o forse di una non perfetta sintonia dei nostri corridori di fascia.
In particolar modo nel primo tempo, quando ancora i giochi non erano definiti, Favalli riceveva palla sulla mediana per poi scendere fino alla trequarti e a quel punto invece di cercare il fondo con Fishnaller i due propendevano per accentrarsi finendo per trovare l’opposizione di Gaeta e Nacci, nonché quella di Tazza.
Trattandosi di avversari poco esperti ci si sarebbe aspettata qualche geometria in più, magari finalizzata a raggiungere il fondo oppure a una percussione in area. Invece l’azione sul lato sinistro finiva sempre per avere lo stesso copione, con la palla che viaggiava per linee orizzontali.
Di contro su lato destro Giannone, Ciccone e Statella hanno creato non pochi pericoli alla difesa della Paganese che è capitolata a inizio gara dopo un’ingenuità di Acampora. Probabilmente si sarebbe potuto cercare di fare altrettanto a sinistra, ma come detto prima né Favalli né Fishnaller sono stati incisivi.
Un appunto sulla posizione di Figliomeni, ieri schierato a sinistra nella consueta linea di difesa a tre. L’esperto e lungo difensore giallorosso è stato chiamato in causa più dei compagni e in due occasioni in particolare, tra l’altro le uniche due pericolose della Paganese.
Nel primo tempo, Figliomeni si è fatto superare nello scatto da Alberti (conclusione di poco fuori) che si è allargato a destra sfruttando un mal posizionamento del nostro difensore, nella ripresa invece Sapone (il migliore della Paganese) è riuscito ad aggirare lo stesso Figliomeni portandosi il pallone forse oltre la linea di fondo ma riuscendo comunque a servire al centro Gaeta (conclusione alta).
Infine un plauso a Celiento che si sta rivelando uno dei difensori più propositivi e pericolosi dell’intera serie C. Il nostro difensore si fa trovare sempre pronto in fase di copertura, ma non disdegna qualche folata offensiva che sfrutta a dovere insinuandosi in area e cercando l’assist per il compagno più vicino.
Celiento è molto importante nell’economia del gioco perché oltre a ricoprire egregiamente il proprio ruolo si fa notare anche sui calci da fermo oppure diventa determinante nelle ripartenze innescando la velocità di Statella sulla fascia destra.
Come al solito sig. Greco il suo commento è molto pertinente…. La seguo con molta attenzione e noto quasi sempre che la sua analisi è molto vicina alla mia… Questa volta però mi permetta di fare delle piccole considerazioni, e cioè : vedo sempre Statella in difficoltà per la copertura di tutta la fascia per caratteristiche… perché credo che darebbe il max giocando da att. esterno dove tra l’altro attaccherebbe meglio gli spazi… e sarebbe devastante nell’ uno contro uno e nell’uno-due per attaccare la porta( ma capisco anche che ne abbiamo già 6 in Organico… ). Spero e mi auguro che col tempo…. faccia “SUO” questo nuovo ruolo e migliori…. al momento lo vedo in DIFFICOLTÀ. Per quanto riguarda CELIENTO… mi consenta di dirle.. che non condivido il suo pensiero sul calciatore… ma lo rispetto, ci mancherebbe… che io ricordi sulle sue prestazioni pesano errori individuali su alcuni goal presi con Casertana e Rende in campionato in compartecipazione con RIGGIO… Fermo restando… che quando si prende una rete a turno… ci sarà quasi sempre un errore di questo o quel calciatore… o una prodezza di chi segna. Ognuno di noi chiaramente ha le proprie vedute…Buona giornata.
Intanto la ringrazio per i complimenti. Riguardo la posizione di Statella se ne è già discusso e non mancherò in futuro di evidenziare la forzatura di quel ruolo a lui poco congeniale. Ormai il mercato è chiuso e pertanto non possiamo che aspettare eventuali aggiustamenti d’organico a gennaio, sperando che la società individui un laterale dx di centrocampo che consenta di avere più copertura in fase difensiva e al tempo stesso di spostare Statella avanti dando cosi a Giannone l’opportunità di rifiatare un pò. Su Celiento si può anche non essere d’accordo, ci mancherebbe, però se ci fa caso è l’unico dei nostri difensori ad avere la capacità di spinta offensiva che consente ai giallorossi di trovarsi in superiorità numerica nella trequarti avversaria e quindi da questo punto di vista il suo apporto è fondamentale. Chiaramente ciascun calciatore lo si giudica principalmente nel proprio ruolo e di Celiento possiamo dire che nonostante qualche sbavatura dimostra di sapere difendere oltre a saper recuperare in fretta la posizione. E poi ha quella caratteristica offensiva in più che non è cosa da poco e che ho voluto sottolineare cosi come ho già fatto per altri calciatori nei precedenti articoli. Saluti.