La debolezza economica di Catanzaro e la mancanza, negli anni, di un progetto organico di sviluppo finalizzato alla valorizzazione delle risorse locali, ha fatto si che il cogente bisogno di lavoro entrasse in un circuito in cui i fondi pubblici copiosi e iniziativa privata striminzita si trasformassero in fabbriche del nulla. “Opifici” che non creano ricchezza né competenze, e poche tracce di esse lasciano nel tessuto economico-sociale. In questa strana filosofia rientra a pieno titolo Phonomedia, il call center che ha “stipato” nelle sue improvvisate strutture circa 2000 lavoratori. Per via dei vari passaggi di gestione e, forse, di proprietà, appare difficile ormai capire cosa sia realmente accaduto a una iniziativa finanziata con i fondi europei per la Regione. E capire il vero motivo per cui, pur con notevoli commesse in atto, tale azienda sia entrata in gravi difficoltà. Occorrerebbe pertanto uno studio approfondito e una analisi dettagliata che, spero, chi ne ha facoltà e competenza svolga nel più breve tempo al fine di rendere chiaro ciò che attualmente non appare. Tuttavia, oggi, maledetta povertà calabrese, siamo costretti a orientare tutti i nostri sforzi a difesa del lavoro (e di questo lavoro!) e dei lavoratori, specialmente di coloro i quali sono a rischio di licenziamento, mentre la gran parte non riceve lo stipendio. La nostra preoccupazione, non ci stancheremo di ribadirla, è che dentro le incomprensibili difficoltà odierne si insinui il pericolo di un drastico ridimensionamento dell’azienda, se non addirittura di un suo trasferimento o accorpamento in sedi più convenienti. La Città, che alla questione lavoro deve prestare più attenzione, non può consentire nulla di tutto ciò. Non può consentire che un solo posto di lavoro vada soppresso, come non può tollerare che centinaia di lavoratori non percepiscano puntualmente lo stipendio. Il rischio per la tenuta delle famiglie, già minata da una crisi economica epocale, si fa sempre più forte. L’incertezza e la paura che anche per questa via si diffondono, procurano tristezza e tensione nel corpo vivo della società non solo catanzarese. E’ evidente che la questione in oggetto non è di tipo sindacale. Essa va affrontata sul terreno politico, dove, prima di qualsiasi altro soggetto, il Comune di Catanzaro dovrà svolgere un ruolo intelligente, generoso e coraggioso. Ruolo che lo porti a chiamare a un confronto serrato la Regione, la proprietà e le organizzazioni dei lavoratori, affinché soluzioni condivise e responsabilità intrasferibili consentano di chiudere positivamente una delle vertenze sociali” più difficili, quanto assurde, della storia catanzarese
VERTENZA PHONEMEDIA / INTERVENTO DI CIMINO
Testo integrale del capogruppo di Nuova alleanza Franco Cimino.