Una discussione sugli esercizi commerciali non può e non deve riguardare unicamente il centro storico della città. La sofferenza nel settore commerciale, per molteplici motivi, riguarda anche e soprattutto le periferie. E’ il caso del comprensorio che abbraccia i quartieri Cavita, S. Antonio, Mater Domini e Gagliano. Nella zona, nel tempo, sono sorti numerosi esercizi commerciali che non solo hanno soddisfatto la crescente domanda nelle diverse categorie merceologiche ma hanno dato risposte in termini d’occupazione ai tanti giovani e meno giovani in perenne attesa di prima occupazione. Una boccata d’ossigeno per un territorio in continua espansione tra edilizia popolare e residenziale che presenta sacche di povertà ed emarginazione, humus ideale per la proliferazione di micro e macro criminalità. Da alcuni anni, la delocalizzazione dell’Università, la chiusura di due case di cura private, l’apertura di grosse superfici commerciali nonché una perdurante congiuntura, fenomeni evidentemente sottovalutati, hanno messo in ginocchio l’economia generale della zona costringendo alcuni esercizi commerciali a chiudere l’attività ed altre a tirare a campare riducendo drasticamente il personale. E’ del tutto evidente che un’amministrazione comunale, attenta ai problemi di tutto il territorio, non può rimanere assente rispetto a questo fenomeno ma deve avvertire l’impellente necessità d’individuare soluzioni adeguate per il rilancio del settore commerciale utili a risollevare non solo l’economia del comprensorio ma anche alla creazione di nuovi posti di lavoro. Per questo motivo ritengo sia opportuno, sin da subito, avviare un serio confronto con l’Università, mediando, perché assuma l’impegno di proporsi come motore di sviluppo del nostro territorio. Non bastano le semplici dichiarazioni sulla possibilità di un futuro utilizzo dell’ex Villa Bianca, da troppo tempo abbandonata, si pensi, in una visione d’insieme, anche l’utilizzo della struttura per ubicarvi alcuni corsi di laurea di nuova istituzione al fine di favorire non solo una circolazione di idee ma anche di persone. Nelle more servirà pensare ad un coinvolgimento dell’Azienda Sanitaria perché, attraverso una convenzione con la stessa Università, possa richiedere l’utilizzo della struttura per il trasferimento di alcuni servizi in sofferenza di spazio nel presidio ospedaliero. Sarà altresì opportuno un confronto con le proprietà delle ex case di cura di Villa Puca e Villa San Vincenzo per capire in che modo e in che forma recuperare a nuove attività, compatibili con il territorio, gli immobili. I confronti con i soggetti consultati dovranno essere utili per precisi impegni, per programmi, progetti e tempi di realizzazione. Potrebbero essere questi i primi passi da intraprendere per percorso utile alla crescita economica e sociale del comprensorio e dare ad aspiranti imprenditori, ai giovani in cerca di occupazione, alle famiglie speranze fino ad ora mortificate.
Il Presidente della 1^ Circoscrizione Felice Sità
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