Le polemiche
“agostane” sulla localizzazione del Centro Espositivo Fieristico dell’area del
catanzarese un po’ divertono, facendo
pensare al fatto che chi, forse, non è proprio convinto della necessità della
infrastruttura, adotta la strategia dell’”albero di Bertoldo” (costui,
condannato a morte da re Alboino per la sua insolenza, aveva ricevuto la grazia di scegliersi
l’albero al quale essere impiccato, naturalmente l’arguto contadino non trovava
nulla di adatto, mandando ramenghi i
boia del re longobardo nel tempo e nello spazio; Bertoldo, chiaramente, non sfuggì alla morte, essa, però sopravvenne non per impiccagione
ma … “per non aver potuto mangiare rape e fagiuoli!!”).
Chi ha
partecipato alla “querelle” di agosto, perlomeno se coinvolto per ruolo e
funzioni direttamente
nell’amministrazione del Comune di Catanzaro, si ritiene sia consapevole
delle difficoltà che si sono dovute affrontare per riuscire a salvare un
finanziamento che rischiava il disimpegno. Tra cambio di destinazione
dell’infrastruttura del Patto Territoriale di Catanzaro, variazioni di
progetti, trasferimento di localizzazioni, superamento di iter espropriativi,
sono passati 13 anni da quando una somma pari a più di 5 milioni di euro è a
disposizione della città per una infrastruttura di supporto allo sviluppo della
intera area del catanzarese.
Ora che si è
riusciti a convincere funzionari e dirigenti del Ministero dello
Sviluppo Economico della ferma volontà dell’Amministrazione Comunale di
Catanzaro di realizzare l’opera (ultimo viaggio della speranza dei tecnici e
dei dirigenti a fine luglio!), ora che è pronto l’avvio delle procedure per
appaltare il Centro, ci si prende il lusso di rimettere in discussione la
località e si ipotizza lo spostamento in
altra area?
Ci si interroga
se l’ipotesi di spostamento possa mettere a repentaglio il finanziamento e
quindi la realizzazione dell’opera: indiscutibilmente e perentoriamente
si! E non c’è bisogno di chiedere il
conforto della Commissione Attività Produttive, basta domandare a chi (tecnici
e dirigenti del Comune) in questi mesi ha avuto rapporti “vis a vis” con i responsabili ministeriali che già due
anni addietro avevano ufficialmente manifestato l’intenzione di procedere alla
revoca. Ed allora, per cortesia, si proceda celermente a bandire la gara
d’appalto ed a realizzare una infrastruttura che certo è da localizzare sul
territorio della città di Catanzaro ma che è stata concepita quale supporto allo sviluppo della intera area
interessata al Patto Territoriale.
Nello stesso
tempo si rassicurino coloro che vedono la nascita del Centro Espositivo
Fieristico nell’area di Germaneto come una insidia per la piana di Lamezia.
Il Centro
Espositivo Fieristico di Germaneto, si intende ricordare, fu ipotizzato agli inizi del 2003 (tutti
d’accordo: comuni, provincia, associazioni di categoria e sindacati presenti
con le rappresentanze provinciali) nell’ambito del Patto Territoriale di
“Catanzaro e del suo Comprensorio” per dare una risposta all’esigenza di una
città (capoluogo di regione e di provincia) e di un comprensorio che non
avevano e non hanno un’area attrezzata per la bisogna.
Ci si dimentica
che le manifestazioni espositive fino a pochi anni addietro venivano realizzate
in aree recuperate ed attrezzate a tale scopo (area Barone a Catanzaro Lido)
con aggravi di costi di impianto ed esposti a diventare pantani dopo qualche
minuto di pioggia, e da qualche anno nel Polifunzionale sempre a Catanzaro
Lido, area a tutt’altro destinata?
Allora, dov’è
lo scandalo se una città pensa di dotare il suo bacino di
riferimento di un’area attrezzata (poco più di 60 mila mq., pochissime
strutture fisse destinate ad uffici e servizi, un quarto dell’area coperta da
tensostrutture) per svolgere manifestazioni espositive dando risposte ai
settori produttivi e commerciali che lo rivendicano, tra l’altro a fianco del
Comalca ed attaccati all’area in cui è localizzato il Piano per gli
Insediamenti Produttivi della Provincia di Catanzaro?
Certo, se la
competizione è con la Fiera di Sambiase o con l’ipotesi di utilizzo dell’ex
zuccherificio di Sant’Eufemia si comprende la preoccupazione di chi vede in
Germaneto una insidia. Ma è questa la dimensione del pensare, del progettare e
dell’agire rispetto all’area centrale della Calabria?
E’ possibile
spingere le istituzioni calabresi, le forze politiche, le rappresentanze
economiche e sociali, non solo catanzaresi e lametine, ad ipotizzare di
realizzare in quell’area un polo fieristico che allunghi lo sguardo oltre l’ombelico delle dispute campanilistiche e
guardi al Mediterraneo quale bacino di riferimento?
Distratti dalle
beghe sui pennacchi forse si dimentica che il 2010 è l’anno prossimo e che il
venturo è l’anno in cui arriva a diventare concreta l’area di libero scambio del Mediterraneo.
Giova
ricordare ai distratti che la
“Dichiarazione di Barcellona” del 1995 (l’atto
che sancì la nascita del Partenariato Euro-Mediterraneo e che fu sottoscritta
da 11 Paesi della riva Sud ed Est: Algeria , Tunisia, Marocco, Egitto,
Israele, Libano, Giordania, Siria, Turchia, Cipro, Malta e dall’Autorità
Nazionale Palestinese) nei tre capitoli in cui si articola ha fissato i
principali obiettivi del Partenariato:
– Capitolo politico e di sicurezza: Creare
un’area comune di pace e stabilità attraverso il rafforzamento del dialogo
politico e di sicurezza.
– Capitolo economico e finanziario:
Costruire una zona di prosperità condivisa mediante la creazione di una
partnership economica e finanziaria che si basa sulla creazione di una
Zona di Libero Scambio (ZLS) entro il 2010.
– Capitolo sociale, culturale e umano:
Promuovere il dialogo tra culture e gli scambi a livello umano, scientifico e
tecnologico al fine di avvicinare i popoli, favorire la comprensione,
migliorare la percezione reciproca.
Cosa manca a
quest’area della Calabria per candidarsi a diventare avamposto dell’Europa,
punto di congiunzione con i paesi in via di sviluppo e luogo fisico in cui i
tre capitoli ricordati trovino esplicazione
in un territorio attrezzato
che mette a disposizione le strutture e
i servizi necessari a perseguire quegli obiettivi ed una vetrina per presentare
ed esporre i “prodotti” di quelle
politiche?
Chi impedisce ai
calabresi, non ai lametini o ai catanzaresi, di pensare che avere a
disposizione una piana fornita di aeroporto internazionale con un ottimo “cargo
system” suscettibile di sviluppo, un’area industriale con enormi potenzialità, una
autostrada che l’attraversa tutta, soli 50 kilometri di distanza dal Porto di
Gioia Tauro (che il più grande terminal per il
transhipment del
Mediterraneo), sia un ottimo vantaggio competitivo rispetto ad altre aree
italiane ed europee da sfruttare e che serve alla Calabria ed all’Italia?
Altro che
competizione con il Centro Espositivo Fieristico da localizzare a Germaneto!
Catanzaro
31.08.2009
Pasquale Capellupo
Direttore Regionale Confesercenti