L’esigenza di agevolare l’integrazione dei disabili nel contesto sociale trova espressa tutela innanzi tutto nella Carta Costituzionale, laddove, nell’art.3, è sancito uno dei princìpi fondamentali del nostro ordinamento, vale a dire quello dell’uguaglianza tra i cittadini: “tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla Legge, senza distinzione di condizioni personali e sociali, ed è compito della Repubblica rimuovere tutti gli ostacoli che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana”.
Giova, altresì, sottolineare che la predisposizione degli interventi diretti a facilitare la mobilità dei portatori di handicap – tra cui, in particolare, la realizzazione, nei centri abitati, di appositi spazi destinati a parcheggi – è rimessa, nella Legge 104/92, le cui finalità sono chiaramente indicate nell’art. 1 il quale così recita testualmente: “La Repubblica: a) garantisce il pieno rispetto della dignità umana e i diritti di libertà e di autonomia della persona handicappata e ne promuove la piena integrazione nella società; b) previene e rimuove le condizioni invalidanti che impediscono lo sviluppo della persona umana….. e la partecipazione della persona handicappata alla vita della collettività; c) persegue il recupero funzionale e sociale della persona affetta da minorazioni, e assicura i servizi e le prestazioni per la prevenzione, la cura e la riabilitazione … nonché la tutela giuridica ed economica della persona handicappata; d) predispone interventi volti a superare stati di emarginazione e di esclusione sociale della persona handicappata”.
In tale ottica ancora, il Ministero dei Lavori Pubblici ritiene basilare notificare la necessità di raccomandare espressamente la protezione delle utenze deboli, intendendo riferirsi, con tale ultima espressione, ai pedoni ed ai ciclisti, nonché alle persone con limitate capacità motorie riguardo alle quali vi è, appunto, una espressa raccomandazione ad adottare “ogni possibile miglioramento per la loro mobilità ai sensi della vigente legislazione in materia … ”.
Quanto sopra esposto riflette – per grandi linee – quello che è il panorama normativo in tema di integrazione sociale e mobilità dei disabili. Orbene, la delusione è cocente, e grande è l’amarezza, allorquando si pone a confronto il complesso delle norme in materia con la concreta quotidianità: basta, infatti, uscire di casa per toccare con mano una realtà in cui risulta in gran parte elusa l’esigenza di tutela del disabile.
A conferma di ciò, e volendo soffermarsi ad esempio sulla realtà locale della nostra città, è sufficiente passare casualmente in Piazza B. Grimaldi per tastare con mano le difficoltà ed i disagi cui ogni giorno vanno incontro le persone disabili.
Proprio in questa si può notare come sono stati realizzati 3 parcheggi per disabili in una posizione non certo che ne agevola il loro utilizzo. Questi infatti, oltre che essere realizzati in pendenza, non permettono al conducente che ha problemi di mobilità di scendere/salire dalla propria autovettura lato guida, essendo impossibilitato dalle presenze di fioriere (cementate al suolo) che ne ostacolano l’apertura delle portiere.
Altresì, considerando che il marciapiede, dove teoricamente il disabile dovrebbe sostare con la propria carrozzina per effettuare le manovre di salita e discesa sulla propria autovettura, oltre alle fioriere, ha sulla sua superficie una serie di grate in ferro, che creano non pochi problemi a chi cerca di tener ferma la propria carrozzina. Basterebbe provare ad immaginare quando nei mesi invernali pioggia, umidità e quant’altro creerebbero su queste un effetto scivolo per le carrozzine, che in pendenza non sarebbero più capaci di sostenere il peso del disabile e magari potrebbero diventare causa di ulteriori problemi allo stesso.
Proprio per questo il Movimento per le Autonomie chiede immediatamente che siano presi provvedimenti perché il disabile non necessita di promesse, poi destinate in breve a passare nel dimenticatoio, né di vuote espressioni di solidarietà: ha semplicemente bisogno di essere aiutato, in concreto e con adeguati interventi, a sentirsi uguale agli altri nella sua quotidianità. E ciascuno deve fare la sua parte, nell’ambito delle proprie competenze.