L’addio di Nicola Provenza è vicino. Se non interverranno nei prossimi giorni nuovi fattori e non ci saranno segnali di discontinuità rispetto alla stagione appena conclusa, il tecnico salernitano lascerà il Catanzaro. Questo è il succo dell’intervista telefonica che Provenza ha rilasciato pochi minuti fa a UsCatanzaro.net.
È già tornato nell’intimità della sua casa di Salerno dopo la trasferta a Catanzaro. Provenza è un fiume in piena dopo il lungo periodo di silenzio. La solita voce, chiara e pacata, tradisce però un pizzico di amarezza. Il suo ritorno in città non è andato come avrebbe voluto e come ancora, tenacemente, si augura.
.net: Mister Provenza è arrivato il segnale che aspettava dalla società?
Provenza: “No, la giornata a Catanzaro è trascorsa senza nuovi riscontri. La società sta lavorando alla questione liberatorie in vista dell’iscrizione”.
.net: Ma avrete parlato con i soci…?
Provenza: “Mi hanno parlato genericamente di ridimensionamento senza entrare nello specifico. Le dico subito che non mi spaventa questo. A Lamezia con un budget nettamente inferiore, siamo riusciti a costruire un progetto valido. Il problema del Catanzaro è che prima andrebbe fatta chiarezza tra i soci stessi”.
.net: In che senso?
Provenza: “Se parlo con uno mi risponde in francese. Se mi rivolgo ad un altro mi parla in inglese. Quando parlano tutti e tre insieme viene fuori una lingua molto simile al tedesco. Non so se mi spiego”.
.net: Perfettamente…
Provenza: “Ma soprattutto, non mi hanno prospettato programmi nuovi. E non colgo segnali di discontinuità rispetto al vuoto gestionale che ha caratterizzato questa stagione”.
.net: Il suo giudizio è netto. Il suo sembra un addio. Lascerà il Catanzaro?
Provenza: “Violentando me stesso e le mie idee, ho scelto di aspettare ancora. Sono ottimista e spero ancora che si possa cambiare e costruire un progetto serio. Il mio modello gestionale ideale è lontano da quanto visto finora. Durante l’anno ho mandato un segnale chiaro in questo senso durante un incontro con i giornalisti, ma non è il mio compito. Non chiedetemi quanto tempo aspetterò. Ho ancora un contratto. Dico solo che se fossi stato in un’altra piazza, avrei già lasciato. A Catanzaro non mi voglio rassegnare per rispetto verso il lavoro e i sacrifici che ho fatto durante la stagione. Ma soprattutto per rispetto nei confronti del pubblico di Catanzaro che mi ha dato tantissimo e che mi ha riservato un trattamento meraviglioso”.
.net: Ci fa un esempio di carenza gestionale?
Provenza: “Guardi io ho cercato per tutto l’anno di costruire un gruppo, uno spirito di corpo. Dopo la sconfitta col Pescina, nonostante fossimo sconvolti per l’esito inaspettato e immeritato della partita, avevo deciso di lasciare liberi i ragazzi un giorno in più e di ritrovarci tutti il mercoledì per salutarci e per dimostrare alla società che il gruppo c’era e che il progetto tecnico poteva andare avanti”.
.net: E invece?
Provenza: “Invece martedì pomeriggio la società mi ha comunicato il rompete le righe. Il ritrovo con i ragazzi non ci sarebbe stato. Un metodo di gestione inaudito. E poi una società seria, dal Pescina al 30 giugno, avrebbe messo al lavoro il DG, il Direttore Sportivo e l’allenatore. Li avrebbe fatti sedere intorno a un tavolo, visto che siamo tutti sotto contratto, per concertare i rinnovi, le rescissioni, gli accordi coi giocatori. Invece nulla, nessuna programmazione in vista della prossima stagione”.
.net: Qual è la situazione economica della società?
Provenza: “La situazione economica della società è pesante. Deve fare i conti con le passate gestioni che hanno lasciato strascichi. Questi soci hanno fatto tanti sacrifici. Hanno investito tanti soldi, cercando di tappare le falle, dovendosi concentrare più sulla gestione passata che sulla gestione corrente. Ma ripeto, quello che conta non è l’aspetto economico ma il vuoto gestionale. È una tarantella. Nonostante i soldi restano solo le macerie”.
.net: A proposito dell’aspetto economico, ha sentito le dichiarazione del patron dell’Igea Virtus Criniti che parla di un debito per l’FC di quasi 7 mln?
Provenza: “Non conosco le cifre. Ma come fa Criniti a sapere certe cose? Penso che una società col blasone del Catanzaro non può permettere che un tale qualsiasi dica certe cose pubblicamente. O lo smentisce oppure dice alla città in maniera trasparente qual è la situazione”.
.net: Qual è la sua fotografia della situazione calcistica catanzarese?
Provenza: “Io sono qui solo da un anno, ma Catanzaro vive una realtà stagnante da 20 anni. E mi arrabbio perché tirate fuori certi discorsi, che esulano dall’aspetto tecnico, solo quando i risultati del campo non arrivano. Dovreste parlare sempre e solo di questo. Perché solo risolvendo determinati problemi si potrà ricominciare a fare calcio. Mi dispiace vedere che, al contrario di Catanzaro, in molte realtà calcistiche, piccole e senza storia, si possa fare bene”.
.net: Senza tornare indietro alla dolorosa stagione, ma Rino Frisenda non avrebbe potuto giocare di più?
Provenza: “Frisenda è un grande giocatore, ma ha avuto un infortunio gravissimo. È stato più volte vicino al rientro ottimale. Ma ogni volta che iniziava ad assaporare il campo, i suoi acciacchi conseguenti all’infortunio si riacutizzavano”.
.net: E Caputo? Non poteva neanche andare in panchina contro il Pescina?
Provenza: “Solo un pazzo avrebbe potuto farlo. Nella partitella del giovedì i suoi colleghi hanno visto che era claudicante. Non poteva essere arruolato. Del resto la frattura della rotula è un infortunio che non avrebbe potuto consentirgli di tornare neanche per un’eventuale finale. Nonostante lo straordinario staff medico del Catanzaro avesse provato l’intervento in artroscopia sperando nel miracolo. Ma la medicina è più forte anche della loro fede giallorossa.
.net: Grazie mister, sperando che questa non sia la sua ultima intervista da allenatore del Catanzaro.
Provenza: “Grazie a voi”.