Ho letto attentamente i vari servizi giornalistici relativi alla tragedia consumata la notte di martedì u.s. a Sorbo San Basile, dove da poco meno di due anni, sorbese anch’io, svolgo il ruolo di Parroco. Mi sia concessa qualche osservazione scaturente dalla conoscenza abbastanza profonda delle persone che vivono in questa comunità e che possa contribuire ad inquadrare meglio lo sviluppo di quanto purtroppo accaduto. A mio modo di vedere, nell’esposizione del dramma non è stato fatto (forse per mancanza di conoscenza) il minimo cenno alle condizioni soggettive del giovane Francesco Fratto in preda da anni a disagi psichici per le precarie condizioni esistenziali. Non è certo mia intenzione tessere l’elogio di questo giovane, conoscendone pregi e difetti, pur, come è ovvio, sottolineando la gravità dell’accaduto, voglio soltanto evidenziare che l’insano gesto è stato conseguenza di un graduale squilibrio mentale. Tengo inoltre a sottolineare che Francesco, soprattutto nell’ambiente giovanile locale, viveva una vita sostanzialmente come tutti gli altri. Tanto è vero che, ultimamente, in occasione delle celebrazioni pasquali, è stato scelto, nella rappresentazione del Venerdì Santo, d’interpretare il ruolo di Gesù Cristo. Certamente il dramma ha procurato nell’interno della comunità, soprattutto giovanile, enorme sconforto e sconcerto. Dico inoltre, che, con quanto detto nei confronti di Francesco Fratto, non intendo trascurare la figura della vittima, il carissimo Carmine Ursetta, persona semplice ed amabile, rispettosa e gentile, cristiano praticante e devoto.
Prego il Signore che anche quanto accaduto contribuisca a farci crescere nella dimensione dell’amore e della solidarietà.
Parroco di Sorbo San Basile