Il giovane “calciatore di sedere” dello Stretto, il sindaco di Reggio Calabria Beppe Scopelliti, deve dimettersi. Due volte. La prima da calabrese; la seconda da coordinatore regionale del neonato Popolo della Libertà.
Le dichiarazioni che rilascia, frequentemente vere e proprie gaffes, non possono più passare inosservate né devono finire nel dimenticatoio, specialmente quando si pensi che per costui si è addirittura ipotizzata la candidatura a presidente della regione, ciò che aggrava di molto la sua posizione rispetto ad ogni cosa che proclama. E così dopo avere plagiato Italo Bocchino, il quale si è fatto imbambolare da Scopelliti come un bambino mentre ascolta le favolette, o dopo aver incoraggiato a dispensare calci nel sedere, il giovane sindaco di Reggio mostra il peggio di sé continuando la sua azione denigratrice e snobbante del capoluogo di regione e dell’intera Calabria.
All’importante incontro di mercoledì scorso tenutosi presso il Comalca di Catanzaro per illustrare il progetto riguardante le otto polarità urbane ipotizzate nella nostra regione, l’unico assente era lui. Non giustificato dal momento che nessun altro rappresentante istituzionale della sua città vi ha preso parte. Come a dire: non vogliamo esserci! Ma c’è di più. Riguardo alla sua probabile – ma per noi assai scandalosa, grave ed incompatibile – candidatura alla presidenza della Regione, il Beppe dello Stretto ha manifestato la sua disponibilità ad una simile posizione solo ed esclusivamente se questa servisse alla città di Reggio.
A questo punto ogni commento è superfluo. La frittata è fatta. L’ennesima gaffe di Scopelliti dovrebbe indurre lo stesso PDL a trarre le opportune conseguenze. Scopelliti si è tradito o, per meglio dire, ha espresso in modo chiaro qual è il suo pensiero, qual è la considerazione che egli ha di un ruolo che dovrebbe essere super partes. Scopelliti immagina già di essere un presidente della regione a servizio esclusivo di Reggio. E non ha neppure il pudore di nascondere questo suo sciocco campanilismo. Essere il governatore di una regione impone non solo di essere imparziale, ma per lo meno di apparire tale. Invece il giovane “calciatore di sedere” si esercita in provocazioni inaccettabili. Il suo atteggiamento, il suo linguaggio, la sua azione politica, sono decisamente incompatibili sia con l’essere un cittadino calabrese (cosa che probabilmente sotto sotto non gli dispiacerà), sia con l’essere il massimo esponente regionale di un partito. Di conseguenza la sola ipotesi che un tale personaggio possa essere candidato a presidente della regione sarebbe un suicidio per la Calabria: possono i calabresi accettare una candidatura così importante sapendo che per Scopelliti, per sua stessa ammissione, non esiste niente all’infuori di Reggio Calabria? E il PDL può davvero passare sopra a questa ennesima sfortunata asserzione del nostro caro Beppe? E ancora, siamo sicuri che egli sia in grado di coordinare a livello regionale un partito così importante? Evidentemente si pone un problema assai serio e per nulla trascurabile. Ma mentre per il coordinamento regionale del PDL ci rifacciamo al buon senso dei vertici nazionali che sicuramente gli revocheranno l’incarico appena affidatogli attesa l’assoluta inabilità di Scopelliti a gestire questioni di respiro non municipalistico, per quanto attiene invece alla sua candidatura a presidente della Regione riteniamo che questa si sia già bruciata. E il piromane è lui medesimo.
Apprezziamo tantissimo le parole pronunciate in occasione dell’incontro sulle polarità urbane da Wanda Ferro la quale, pur appartenendo allo stesso schieramento di Scopelliti, ha stigmatizzato sia l’assenza del sindaco reggino che alcune recenti infelici dichiarazioni provenienti da Italo Bocchino. Tutto ciò palesa una sopravvalutazione di cui è oggetto il Beppe dello Stretto. Noi siamo convinti che egli danneggi la Calabria intera con la sua rincorsa al risentimento che è diventata una produzione di insulti a mezzo di insulti, una specie di coazione a spararla ogni giorno più grossa, un vile incoraggiamento a distribuire calci nel sedere. La sua linea è impostata sulla voglia di dividere ed è espressione di una primitiva eruzione di radicalismo politico, di furente campanilismo dannoso per la regione, di una ostilità ispida e irriducibile che la si capisce meglio alla luce dei recenti eventi. Ma che la buona politica ora deve indagare e su cui deve intervenire.
Fabio Lagonia – Presidente Movimento Civico “CatanzaroNelCuore”