Alcuni dei riti che si svolgono durante la Settimana Santa sono diversi da paese a paese e nel corso dei secoli si sono distinti e diversificati. Quasi tutte le celebrazioni ripropongono lo schema dell’Entierro spagnolo, cioè la processione del venerdì sera preceduta nella giornata di giovedì da quella dedicata all’Addolorata.
A Catanzaro il venerdì Santoi ha luogo la processione della Naca (o del Cristo morto).
Inizia nel pomeriggio partendo dal sagrato di una delle chiese del centro storico cittadino sedi di una confraternita (alternativamente dell’Immacolata, del Rosario, del carmine e di San Giovanni). Vi partecipano i componenti delle quattro confraternite, preceduti dai rispettivi gonfaloni, che, vestiti dei loro abiti processionali, sfilano preceduti da suonatori di trombe e tamburo. Seguono poi i portatori di croce, gli Ordini Religiosi, gruppi ed associazioni varie e il clero con il Vescovo che precede la statua del Cristo morto, adagiata sulla cosiddetta NACA, che viene portata a spalla.
Segue la statua della Madonna addolorata, dietro alla quale si accodano le autorità ed i fedeli.
Negli anni anche la “Naca”, ha subito molte rivisitazioni, facendole perdere, in alcuni casi, il senso originario di processione penitenziale con un forte richiamo alla conversione e all’abbandono del peccato. La Chiesa allora ha cercato di indirizzare e attualizzare queste manifestazioni estreme di penitenza invitando piuttosto ad esternare il dolore spirituale con una processione silenziosa che mostrasse i simboli della Passione.
Quest’anno la Processione della “Naca” prenderà il suo avvio dalla Chiesa di San Giovanni, sede della Arciconfraternita dei SS.Giovanni Battista ed Evangelista dei Cavalieridi Malta ad honorem, aggregata all’Arcibasilica Laternanense.
Il termine dialettale Naca viene dal greco (nachè) e significa Culla, in pratica è la portantina dove Gesù è deposto. La Naca è ornata di damasco raso e seta, di fiori, luci ed angioletti di cartapesta ognuno dei quali porta i simboli della Passione: il calice, i chiodi ed il martello.
Veniva e viene “addobbata dai Sagristi o dai “paratori”, che si tramandano l’arte da diverse generazioni; tra queste sono da ricordare: la Famiglia Consolo appartenente alla chiesa dell’ Immacolata, con i suoi eredi Lamanna; le famiglie Mungo e Rametti della Chiesa del Carmine; la famiglia Smorfa ed i signori Pasquale Zungrone ed Andrea Fregola della Chiesa del Rosario; le famiglie Migliaccio, Mela, Giacomo Greco, Achille Asturaro, della Chiesa di San Giovanni.
Un tempo era molto sentita la concorrenza fra le varie Chiese nel rendere più sfarzosa e monumentale la composizione tant’è che ricordano i più anziani che una Naca allestita dal Sig.Greco non riuscì a passare dal portone della Chiesa di San Giovanni. Si dovette smontare la Croce illuminata e rimontarla sul sagrato.
La “Naca” veniva portata a spalla con un incedere leggermente “annacante” (dondolante), dai rappresentati delle corporazioni dei mestieri: Per molto tempo, infatti, ebbero questo privilegio i calzolai, (che per l’occasione realizzavano per sé un paio di scarpe lucide con la cucitura in spago giallo), i contadini e gli artigiani. Negli ultimi anni viene portata dai Vigili Del Fuoco. Alla “ Culla “ segue la Madonna Addolorata, vestita con un abito nero e rappresentata con un cuore trafitto da sette spade: i sette dolori della Vergine e Madre di Cristo. La processione viene realizzata dalle confraternite.
L’attuale processione affonda le sue radici nel periodo della dominazione spagnola ed è radicata nella consuetudine dei catanzaresi di essere, in qualche misura, “congregati”, ossia di appartenere ad una confraternita cittadina, il che comportava la partecipazione in prima persona alle rievocazioni dei periodici riti e creava uno spirito di emulazione tra le congreghe cittadine che, quasi sempre, sfociava in aperta rivalità.
A Catanzaro nel 1600 esistevano 6 congreghe divenute poi, nei secoli successivi 15,e tutte avevano il diritto a partecipare alla processione del Venerdì Santo
Prima del 1637 le Confraternite non avevano ancora ottenuto il riconoscimento ufficiale, i documenti accennano soltanto a “confraternite di laici che compiono non pochi uffici di pietà e di carità verso i poveri”. Nel 1675 (visita ad limina del Vescovo Carlo Sgombrini) si fa riferimento alle confraternite che “aiutano e intervengono nella processione”. Dopo il 1776 soltanto le due confraternite del Rosario e dell’Immacolata procedevano alla “processione di penitenza” con i simulacri della Passione di Gesù Cristo.
I catanzaresi più anziani ricordano che prima del 1937 avevano luogo diverse processioni della “Naca”. Il giovedì santo usciva dalla Chiesa dell’Immacolata la Naca per “un’affacciata” fino all’attuale Piazza Griamaldi da un lato e fino al Galluppi dall’altro: Questo era il segnale, che permetteva alle altre nache di uscire in processione. Nel pomeriggio dello stesso giorno usciva la Naca della Congrega del Rosario. Il venerdì santo le processioni della Naca erano tre: dalla Chiesa del Carmine di primo mattino, da San Giovanni intorno a mezzogiorno e la sera dall’Immacolata.
Dopo il 1937 per disposizioni di Mons. Giovanni Fiorentini fu stabilito: “In luogo delle 4 processioni solite a farsi dalle Arciconfraternite nei giorni della Passione, se ne compirà una sola il Venerdì sera, dopo l’Ufficio così detto delle Tenebre e a questa potranno prendere parte tutte e quattro le Arciconfraternite. La processione si farà per turno da ciascuna, secondo il loro ordine di precedenza. Qualora questa processione sia decorosamente preparata, come si spera, prenderò parte io stesso col Rev.mo Capitolo, Parroci, in sacri indumenti di circostanza, Ordini religiosi e Seminario.”
Da quell’anno la processione è stata unica, prendendo il via da una sola delle quattro chiese sedi di Confraternite, a turno annuale, nel seguente ordine: l’Immacolata, il Carmine, il S. Giovanni, il Rosario. Del corteo fanno parte le croci penitenziali delle varie congreghe alcune tuttora esistenti, altre scomparse che in tempi andati uscivano anche il giovedì sera per la visita ai “sepolcri”. Di queste croci penitenziali alcune sono rimaste. La Confraternita dei SS. Giovanni Battista ed Evangelista conserva la Croce Rossa del SS.Sacramento e la Nera dell’Addolorata; la confraternita del Rosario ha ancora la croce bianca del Rosario e la nera dell’Addolorata; la Confraternita dell’Immacolata conserva la Croce Gialla di San Giuseppe, che un tempo era ad appannaggio degli ebanisti, la Croce Viola dell’Addolorata e la Croce Celeste dell’Immacolata. Vi era una quarta croce di colore rosso dell’Arciconfraternita del SS.Sacramento poi disciolta; la Confraternita del Carmine aveva anche la croce Nera dell’Addolorata, la Rossa del Sacro Cuore di Gesù e la Croce Bianca della Madonna del Carmine.
Oggi ai Confratelli che prima portavano la Croce a turno si sono sostituiti altri uomini che hanno da sciogliere un voto, che portano in processione sette lance a ricordare le sette spade che trafissero il cuore di Maria. Tutti portano in testa una corona intrecciata di rami di asparago selvatico; qualche persona anziana usa ancora il nome di “copia” per indicare il gruppo delle persone facenti parte di una Croce ma si sconosce oggi il significato di questa parola. Il tutto viene accompagnato, da una marcia funebre, al suono di una tromba che emette squilli molto lenti formati da tre sole note e di un tamburo suonato allo stesso modo.
La processione della Naca fa parte delle tradizioni della nostra città: essa va conservata, difesa e in alcuni aspetti anche migliorata perchè possa servire a rinsaldare i legami tra i nuovi ed i vecchi abitanti e a far sentire tutti cittadini di una unica città.