Ottima l’ordinanza sull’esposizione dell’ortofrutta. Si persegua l’obiettivo con severità.
La recente ordinanza emanata dal sindaco Rosario Olivo con cui vengono disciplinate l’esposizione e la vendita di ortofrutta sul territorio comunale è forse una delle iniziative più attese dalla cittadinanza e da quanti abbiano a cuore il decoro urbano oltre che, come nel caso di specie, la tutela dei consumatori relativamente a ragioni di ordine igienico-sanitario. Pertanto salutiamo con grande favore l’inversione di rotta che sembra essersi avviata in città, pur nella consapevolezza che la soddisfazione che oggi registriamo dipenda – ahinoi – più dal fatto di essere stati abituati ad una vergognosa anarchia trentennale che non all’ordinanza in sé. Di fatti quest’ultima non fa altro che obbligare alla normalità e richiamare al più elementare senso delle regole e del vivere civile.
Decenni e decenni di immobilismo, di confusione, di caos ingovernabile e di indecorosa anarchia hanno devastato il nostro ambiente urbano, fornendo una pessima immagine della città specialmente agli occhi dei visitatori esterni. Ma non solo. L’ortofrutta esposta sui marciapiedi non garantisce il rispetto basilare delle norme igienico-sanitarie per ragioni assai evidenti. Gli ambulanti “stabilmente stanziati” in ogni dove della città, molto spesso ad intralciare il regolare transito veicolare, sono poi un altro pessimo elemento della medesima faccenda. Allora proprio non riusciamo a comprendere le lamentele di chi addirittura contesta le recenti ordinanze che – come dicevamo – non impongono nulla di straordinario, trattandosi di un richiamo alla più normale delle normalità. E siccome vogliamo credere che anche Catanzaro abbia diritto alla normalità, al rispetto delle regole, al vivere civile, ad un comune senso civico e a tutto quanto attiene al decoro urbano, invitiamo l’amministrazione comunale a perseguire in questo lodevole obiettivo con severità. Nessuno deve più sentirsi autorizzato a produrre disordine sol perché ha vissuto nel disordine per decenni. Se oggi finalmente vengono fatte rispettare delle banali regole, meglio tardi che mai!
Il nostro auspicio è che il decoro sia fatto rispettare da oggi per sempre. Non vorremmo che dopo una prima fase di “entusiasmo” si molli la presa per concedere gradualmente spazio al disordine e riportare la città all’anarchia. Vogliamo vedere marciapiedi liberi e puliti: da questo punto di vista non può e non deve esistere alcun ripensamento. Anzi, semmai, bisogna incoraggiare gli esercenti a tenere decente lo spazio pubblico antistante la propria attività. Inoltre vogliamo vedere le strade del centro storico non intralciate da motocarri o similari: la parte antica della città non si presta e non deve prestarsi a questo genere di commercio ambulante; da questo punto di vista proponiamo all’amministrazione comunale di trovare soluzioni idonee per tale settore, ad esempio individuando zone (tipicamente piazzette e viuzze) che possano ospitare in orari stabiliti il mercatino delle erbe, dell’antiquariato, dell’usato e così via, rendendo addirittura caratteristico e fonte di attrattiva turistica il comune e quotidiano lavoro di tante persone che oggi esercitano invece nel caos assoluto.
Infine registriamo positivamente la “collaborazione” di tanti esercenti che hanno compreso la oggettiva normalità dell’ordinanza, carpendone il buon senso e impegnandosi da subito ad attuarla per rendere migliore questa nostra città.
Decenni e decenni di immobilismo, di confusione, di caos ingovernabile e di indecorosa anarchia hanno devastato il nostro ambiente urbano, fornendo una pessima immagine della città specialmente agli occhi dei visitatori esterni. Ma non solo. L’ortofrutta esposta sui marciapiedi non garantisce il rispetto basilare delle norme igienico-sanitarie per ragioni assai evidenti. Gli ambulanti “stabilmente stanziati” in ogni dove della città, molto spesso ad intralciare il regolare transito veicolare, sono poi un altro pessimo elemento della medesima faccenda. Allora proprio non riusciamo a comprendere le lamentele di chi addirittura contesta le recenti ordinanze che – come dicevamo – non impongono nulla di straordinario, trattandosi di un richiamo alla più normale delle normalità. E siccome vogliamo credere che anche Catanzaro abbia diritto alla normalità, al rispetto delle regole, al vivere civile, ad un comune senso civico e a tutto quanto attiene al decoro urbano, invitiamo l’amministrazione comunale a perseguire in questo lodevole obiettivo con severità. Nessuno deve più sentirsi autorizzato a produrre disordine sol perché ha vissuto nel disordine per decenni. Se oggi finalmente vengono fatte rispettare delle banali regole, meglio tardi che mai!
Il nostro auspicio è che il decoro sia fatto rispettare da oggi per sempre. Non vorremmo che dopo una prima fase di “entusiasmo” si molli la presa per concedere gradualmente spazio al disordine e riportare la città all’anarchia. Vogliamo vedere marciapiedi liberi e puliti: da questo punto di vista non può e non deve esistere alcun ripensamento. Anzi, semmai, bisogna incoraggiare gli esercenti a tenere decente lo spazio pubblico antistante la propria attività. Inoltre vogliamo vedere le strade del centro storico non intralciate da motocarri o similari: la parte antica della città non si presta e non deve prestarsi a questo genere di commercio ambulante; da questo punto di vista proponiamo all’amministrazione comunale di trovare soluzioni idonee per tale settore, ad esempio individuando zone (tipicamente piazzette e viuzze) che possano ospitare in orari stabiliti il mercatino delle erbe, dell’antiquariato, dell’usato e così via, rendendo addirittura caratteristico e fonte di attrattiva turistica il comune e quotidiano lavoro di tante persone che oggi esercitano invece nel caos assoluto.
Infine registriamo positivamente la “collaborazione” di tanti esercenti che hanno compreso la oggettiva normalità dell’ordinanza, carpendone il buon senso e impegnandosi da subito ad attuarla per rendere migliore questa nostra città.
Tony Proscia
Presidente Associazione culturale “Petrusinu ogni minestra”