Il solito pubblico, le solite facce hanno visto il Catanzaro di Nicola Provenza centrare in questo campionato la dodicesima vittoria di questa splendida stagione calcistica che il tecnico salernitano sta dedicando ai pochi tifosi giallorossi che popolano il Nicola Ceravolo.
Dicevamo pochi, ebbene ancora una volta bisogna sottolineare che il Catanzaro non ha più il suo meraviglioso pubblico e a questo punto è necesario che qualcuno approfondisca seriamente il perchè di questa evidente disaffezione, è necessario capirne i motivi, perchè sarà vero che l’Albinoleffe e il Chievo giocano rispettavamente in B e in A fra pochi intimi, ma è altresì vero che nelle categorie appena citate diversi sono gli introiti di altra natura, mentre nell’ultima categoria della serie professionistica senza gli incassi delle partite interne gestire una società non è facile per niente.
Sarà per il fatto che non ci chiamiamo Us, sarà perchè questa società non offre alcuna garanzia, sarà perchè la gestione e l’organizzazione della vendita dei tagliandi d’ingresso è appena mediocre, sarà per via delle solite facce che girano attorno alla squadra, sarà perchè lo stadio è monco di uno dei settori migliori per visione della partita, ma di certo, qualsiasi cosa sia, bisogna capirne le ragioni e trovare gli antidoti altrimenti il calcio a Catanzaro prima poi arriverà al capolinea e sarà un peccato, perchè proprio adesso che avevamo trovato un tecnico serio e dei calciatori che come si usa dire nel gergo calcistico, per dirla alla catanzarese “iettanu u sangu”, rischiamo che questo progetto intrapreso salti per mancanza di partecipazione.
Cara società, migliora e sforzati di vendere il prodotto Catanzaro, e cerca di comprendere le ragioni del tifoso, spetta a te fare ritornare la gente allo stadio, Nicola Provenza e company hanno fatto tutto quello che dovevano fare, giuoco e risultati.
La giornata di oggi dedicata alle donne (a proposito di organizzazione e comunicazione, ci voleva il biglietto per l’ingresso gratuito a differenza di quello che si era detto ieri) è stata ricordata prima dell’inizio della partita con una targa ricordo che l’Fc Catanzaro e l’Amministrazione Comunale di Catanzaro, hanno voluto consegnare alle fondatrici del gruppo Ultras al femminile, il Commando Girl, fondato da Margherita Bovino, Maria Teresa Opipari e MariaElena Rappoli.
Il prepartita è proseguito con un’altra nobile iniziativa, ovvero con la consegna di una targa dell’Fc alla mamma di Danilo Orlando deceduto a causa della frana sull’A3, con su scritto “Mamma tifosa, simbolo del coraggio e della forza”.”
Alle ore 14,30 con i soliti 2000 circa presenti le squadre facevano il loro ingresso in campo.
Entrambe le squadre si presentavano in campo con casacche che non ricordano per nulla i propri colori sociali, il Catanzaro con la solita maglia bianca e il Monopoli tutto in nero.
Capitan Gimmelli prima del fischio d’inizio si recava sotto la curva e deponeva un fascio di fiori in memoria di Massimiliano Citriniti deceduto a seguito di un accoltamento avvenuto nel quartiere sud di Catanzaro, anche gli Ultras ricordavano il ragazzo che frequentava la Capraro con uno striscione e tutto lo stadio commosso si raccoglieva in un lungo applauso.
Il Catanzaro veniva schierato da Provenza con un 4-3-3 anomalo, poichè Corapi a sinistra e Caputo a destra non giocavano da vere ali, spesso si accentravano e molte volte si scambiavano di posizione.
Falomi ha giocato da terminale offensivo, mentre i tre del centrocampo, Bruno, Berardi e Zaminga, spesso venivano aiutati dai terzini Tomi e Montella che salivamo fino alla linea di metà campo.
Il Catanzaro dimostrava subito di non essere quello delle ultime scialbe partite, da subito aggrediva gli avversari, e i centrocampisti aiutati anche dai due terzini pressavano sui portatori di palla in casacca nera, poi c’erano Caputo e Corapi che dimostravano da subito che la tecnica non è di tutti, pur avendo giocato insieme pochissime volte s’intendevano a meraviglia.
Il goal del Catanzaro era una logica conseguenza per come era stata impostata la partita, il solito bellissimo eurogol di sinistro ad incrociare di Caputo faceva esplodere di gioia il Nicola Ceravolo.
Ma in campo c’era anche il Monopoli e lo si sapeva che la squadra di Geretto gioca un bel calcio aperto e sbarazzino, sfioravano il pareggio con una prolungata azione in area dovuta ad un’indecisione di Gimmelli, ma rischiavano anche di capitolare altre due volte grazie alle incursioni di Corapi prima di Falomi dopo servito splendidamente da Caputo che deliziava con tocchi sopraffini la platea.
A proposito di Falomi bisogna spendere due parole.
Certo non è facile giocare con l’assillo del goal in una squadra che ti aiuta poco per come è impostata in campo, però c’è da dire che non è facile giocare con un pubblico che al prima appoggio sbagliato mugugna e non mette in risalto invece il fatto che il calciatore ad esempio nei primi quindici minuti ha subito ben quattro falli utili per far salire i compagni, oppure che per impegno e dedizione nulla può essergli rimproverato.
Il popolo vuole i goal ed è giusto che sia così, però non dovrebbe essere difficile spiegare che il calcio è fatto anche di movimenti, chiedere a Corapi quando si è presentato solo davanti al portiere avversario quanti uomini si era tirato a se Falomi. Non sarà un fulmine di guerra ma non è giusto crocifiggere il ragazzo, la lezione impartitaci da Pasquale Berardi due stagioni orsono, non ci è ancora servita.
La ripresa si apre con gli stessi effettivi del primo tempo fino al 62° quando Provenza richiama il piccolo grande Corapi per Cardascio.
Il Catanzaro compie l’errore di non insistere e il Monopoli alla prima azione utile, nata da un errato rinvio di Di Maio che colpiva di testa per liberare centralmente quando invece bisogna mandarla lateralmente, pareggiava con Carbonaro servito da un passaggio filtrante ad opera di Lorusso.
A questo punto l’orgoglio del Catanzaro usciva fuori, Provenza mandava in campo Diarra per Bruno e Frisenda per Falomi, si passava al 4-4-2 e il Catanzaro andava in avanti alla ricerca del vantaggio che non tardava ad arrivare.
Era ancora Caputo a destreggiarsi sulla destra e servire Berardi per uno dei suoi classci inserimenti da dietro, il centrocampista di Bari, stoppava con qualche difficoltà il pallone e quando sembrava che stava per perderlo con la forza della disperazione, riusciva a calciare di punta infilando sulla sua sinistra lo statico portiere Saraò.
Nei minuti finali il Catanzaro non rischiava più, il Monopoli faceva entrare il cannoniere del girone Ceccarelli, ma era il redivivo Frisenda a farsi notare, prima veniva pescato per due volte in fuorigioco millimetrico dopo i classici movimenti stile Inzaghi, poi un miracolo del portiere gli negava il gola dopo un bellissimo stacco di testa ad anticipare l’avversario-
Buon segno per Rino, che stia per tornare l’attaccante che tutti avevamo apprezzato? Speriamo.
A fine partita tutti sotto la curva a festeggiare, qualcuno ha pensato ai risultati di Cosenza e Gela come è giusto che sia, altri come il sottoscritto pensano invece che il Catanzaro c’è, eccome se c’è, e a Pescina ci sarò.
Dicevamo pochi, ebbene ancora una volta bisogna sottolineare che il Catanzaro non ha più il suo meraviglioso pubblico e a questo punto è necesario che qualcuno approfondisca seriamente il perchè di questa evidente disaffezione, è necessario capirne i motivi, perchè sarà vero che l’Albinoleffe e il Chievo giocano rispettavamente in B e in A fra pochi intimi, ma è altresì vero che nelle categorie appena citate diversi sono gli introiti di altra natura, mentre nell’ultima categoria della serie professionistica senza gli incassi delle partite interne gestire una società non è facile per niente.
Sarà per il fatto che non ci chiamiamo Us, sarà perchè questa società non offre alcuna garanzia, sarà perchè la gestione e l’organizzazione della vendita dei tagliandi d’ingresso è appena mediocre, sarà per via delle solite facce che girano attorno alla squadra, sarà perchè lo stadio è monco di uno dei settori migliori per visione della partita, ma di certo, qualsiasi cosa sia, bisogna capirne le ragioni e trovare gli antidoti altrimenti il calcio a Catanzaro prima poi arriverà al capolinea e sarà un peccato, perchè proprio adesso che avevamo trovato un tecnico serio e dei calciatori che come si usa dire nel gergo calcistico, per dirla alla catanzarese “iettanu u sangu”, rischiamo che questo progetto intrapreso salti per mancanza di partecipazione.
Cara società, migliora e sforzati di vendere il prodotto Catanzaro, e cerca di comprendere le ragioni del tifoso, spetta a te fare ritornare la gente allo stadio, Nicola Provenza e company hanno fatto tutto quello che dovevano fare, giuoco e risultati.
La giornata di oggi dedicata alle donne (a proposito di organizzazione e comunicazione, ci voleva il biglietto per l’ingresso gratuito a differenza di quello che si era detto ieri) è stata ricordata prima dell’inizio della partita con una targa ricordo che l’Fc Catanzaro e l’Amministrazione Comunale di Catanzaro, hanno voluto consegnare alle fondatrici del gruppo Ultras al femminile, il Commando Girl, fondato da Margherita Bovino, Maria Teresa Opipari e MariaElena Rappoli.
Il prepartita è proseguito con un’altra nobile iniziativa, ovvero con la consegna di una targa dell’Fc alla mamma di Danilo Orlando deceduto a causa della frana sull’A3, con su scritto “Mamma tifosa, simbolo del coraggio e della forza”.”
Alle ore 14,30 con i soliti 2000 circa presenti le squadre facevano il loro ingresso in campo.
Entrambe le squadre si presentavano in campo con casacche che non ricordano per nulla i propri colori sociali, il Catanzaro con la solita maglia bianca e il Monopoli tutto in nero.
Capitan Gimmelli prima del fischio d’inizio si recava sotto la curva e deponeva un fascio di fiori in memoria di Massimiliano Citriniti deceduto a seguito di un accoltamento avvenuto nel quartiere sud di Catanzaro, anche gli Ultras ricordavano il ragazzo che frequentava la Capraro con uno striscione e tutto lo stadio commosso si raccoglieva in un lungo applauso.
Il Catanzaro veniva schierato da Provenza con un 4-3-3 anomalo, poichè Corapi a sinistra e Caputo a destra non giocavano da vere ali, spesso si accentravano e molte volte si scambiavano di posizione.
Falomi ha giocato da terminale offensivo, mentre i tre del centrocampo, Bruno, Berardi e Zaminga, spesso venivano aiutati dai terzini Tomi e Montella che salivamo fino alla linea di metà campo.
Il Catanzaro dimostrava subito di non essere quello delle ultime scialbe partite, da subito aggrediva gli avversari, e i centrocampisti aiutati anche dai due terzini pressavano sui portatori di palla in casacca nera, poi c’erano Caputo e Corapi che dimostravano da subito che la tecnica non è di tutti, pur avendo giocato insieme pochissime volte s’intendevano a meraviglia.
Il goal del Catanzaro era una logica conseguenza per come era stata impostata la partita, il solito bellissimo eurogol di sinistro ad incrociare di Caputo faceva esplodere di gioia il Nicola Ceravolo.
Ma in campo c’era anche il Monopoli e lo si sapeva che la squadra di Geretto gioca un bel calcio aperto e sbarazzino, sfioravano il pareggio con una prolungata azione in area dovuta ad un’indecisione di Gimmelli, ma rischiavano anche di capitolare altre due volte grazie alle incursioni di Corapi prima di Falomi dopo servito splendidamente da Caputo che deliziava con tocchi sopraffini la platea.
A proposito di Falomi bisogna spendere due parole.
Certo non è facile giocare con l’assillo del goal in una squadra che ti aiuta poco per come è impostata in campo, però c’è da dire che non è facile giocare con un pubblico che al prima appoggio sbagliato mugugna e non mette in risalto invece il fatto che il calciatore ad esempio nei primi quindici minuti ha subito ben quattro falli utili per far salire i compagni, oppure che per impegno e dedizione nulla può essergli rimproverato.
Il popolo vuole i goal ed è giusto che sia così, però non dovrebbe essere difficile spiegare che il calcio è fatto anche di movimenti, chiedere a Corapi quando si è presentato solo davanti al portiere avversario quanti uomini si era tirato a se Falomi. Non sarà un fulmine di guerra ma non è giusto crocifiggere il ragazzo, la lezione impartitaci da Pasquale Berardi due stagioni orsono, non ci è ancora servita.
La ripresa si apre con gli stessi effettivi del primo tempo fino al 62° quando Provenza richiama il piccolo grande Corapi per Cardascio.
Il Catanzaro compie l’errore di non insistere e il Monopoli alla prima azione utile, nata da un errato rinvio di Di Maio che colpiva di testa per liberare centralmente quando invece bisogna mandarla lateralmente, pareggiava con Carbonaro servito da un passaggio filtrante ad opera di Lorusso.
A questo punto l’orgoglio del Catanzaro usciva fuori, Provenza mandava in campo Diarra per Bruno e Frisenda per Falomi, si passava al 4-4-2 e il Catanzaro andava in avanti alla ricerca del vantaggio che non tardava ad arrivare.
Era ancora Caputo a destreggiarsi sulla destra e servire Berardi per uno dei suoi classci inserimenti da dietro, il centrocampista di Bari, stoppava con qualche difficoltà il pallone e quando sembrava che stava per perderlo con la forza della disperazione, riusciva a calciare di punta infilando sulla sua sinistra lo statico portiere Saraò.
Nei minuti finali il Catanzaro non rischiava più, il Monopoli faceva entrare il cannoniere del girone Ceccarelli, ma era il redivivo Frisenda a farsi notare, prima veniva pescato per due volte in fuorigioco millimetrico dopo i classici movimenti stile Inzaghi, poi un miracolo del portiere gli negava il gola dopo un bellissimo stacco di testa ad anticipare l’avversario-
Buon segno per Rino, che stia per tornare l’attaccante che tutti avevamo apprezzato? Speriamo.
A fine partita tutti sotto la curva a festeggiare, qualcuno ha pensato ai risultati di Cosenza e Gela come è giusto che sia, altri come il sottoscritto pensano invece che il Catanzaro c’è, eccome se c’è, e a Pescina ci sarò.
SF