“Bisogna seguire la strada indicata dal sindaco Olivo per affrontare la questione rom-sicurezza” E’ quanto sostengono i consiglieri comunali: Eugenio Riccio, Carlo e Alberto Nisticò, Umberto Aracri, Giuseppe De Gaetano e Andrea Ranieri.
“La convocazione di una seduta del Consiglio comunale che discuti un ordine del giorno incentrato su questioni di ordine pubblico riferite ai recenti episodi di cronaca nera – quelli, per capirci, che hanno visto su più fronti protagonisti cittadini di etnia rom – a parere dei sei Consiglieri di maggioranza – non ci convince appieno perché dà l’impressione della ricerca di una passerella che scarica le responsabilità e non ricerca soluzioni idonee.
Pur riconoscendo che il Consiglio Comunale dovrà comunque occuparsi della vicenda, oggi si otterrebbe lo sconveniente risultato di spostare l’attenzione dell’opinione pubblica verso un livello ed un obiettivo diversi, esattamente come accade nel panorama nazionale quando, introducendo il tema della legalità e della sicurezza, si parla della legalizzazione di ronde create da cittadini.
Fa bene il sindaco Olivo a focalizzare l’attenzione sulla necessità di riportare la legalità in alcune zone a rischio della città, evidenziando la necessità di ottenere dallo Stato strumenti efficaci e risorse adeguate per contrastare i fenomeni delinquenziali.
La risposta a quanto accade in città a quella che viene definita “questione rom”, è da ricercare nel decisionismo che sfocia in fatti concreti e, tra questi, la Città ha potuto apprezzare lo sgombero degli alloggi di edilizia popolare nei quartieri periferici, occupati abusivamente.
Il Comune deve indicare le linee politiche, le vie per perseguire gli obiettivi, ad altri organismi ed istituzioni compete di interessarsi dell’ordine pubblico e di contrastare e perseguire i fatti delittuosi.
E’ materia esclusiva del Comune – sostengono – di realizzare una appropriata pianificazione urbanistica, capace di mutare il corso della speculazione edilizia – che negli ultimi trenta anni ha devastato la nostra Città – e di permettere un armonico e lungimirante sviluppo del territorio comunale. In questa ottica, appare evidente che solo fatti speculativi hanno permesso la creazione di agglomerati urbani arroccati sulle colline, piuttosto che svilupparsi verso il mare, ed hanno partorito quartieri dormitorio che, invece di dare risposte alle categorie sociali e alle classi più deboli, hanno prodotto dei “ghetti” in cui imperversa il più retrivo degrado socio-culturale.
Il Comune, quindi, si occupi e si riappropri, come di fatto sta già facendo in questi ultimi periodi, della propria competenza in materia di gestione e programmazione del territorio, e la Magistratura e le Forze dell’Ordine si premurino di svolgere compiutamente il proprio ruolo, con i mezzi che già hanno a disposizione o con quelli straordinari che intenderanno dispiegare.
L’amministrazione comunale proceda alla verifica delle circostanze che hanno permesso che alloggi popolari, regolarmente consegnati agli aventi diritto, siano stati abusivamente occupati e come, a tali inquilini abusivi, sia stato possibile riconoscere regolarmente la residenza.
“La convocazione di una seduta del Consiglio comunale che discuti un ordine del giorno incentrato su questioni di ordine pubblico riferite ai recenti episodi di cronaca nera – quelli, per capirci, che hanno visto su più fronti protagonisti cittadini di etnia rom – a parere dei sei Consiglieri di maggioranza – non ci convince appieno perché dà l’impressione della ricerca di una passerella che scarica le responsabilità e non ricerca soluzioni idonee.
Pur riconoscendo che il Consiglio Comunale dovrà comunque occuparsi della vicenda, oggi si otterrebbe lo sconveniente risultato di spostare l’attenzione dell’opinione pubblica verso un livello ed un obiettivo diversi, esattamente come accade nel panorama nazionale quando, introducendo il tema della legalità e della sicurezza, si parla della legalizzazione di ronde create da cittadini.
Fa bene il sindaco Olivo a focalizzare l’attenzione sulla necessità di riportare la legalità in alcune zone a rischio della città, evidenziando la necessità di ottenere dallo Stato strumenti efficaci e risorse adeguate per contrastare i fenomeni delinquenziali.
La risposta a quanto accade in città a quella che viene definita “questione rom”, è da ricercare nel decisionismo che sfocia in fatti concreti e, tra questi, la Città ha potuto apprezzare lo sgombero degli alloggi di edilizia popolare nei quartieri periferici, occupati abusivamente.
Il Comune deve indicare le linee politiche, le vie per perseguire gli obiettivi, ad altri organismi ed istituzioni compete di interessarsi dell’ordine pubblico e di contrastare e perseguire i fatti delittuosi.
E’ materia esclusiva del Comune – sostengono – di realizzare una appropriata pianificazione urbanistica, capace di mutare il corso della speculazione edilizia – che negli ultimi trenta anni ha devastato la nostra Città – e di permettere un armonico e lungimirante sviluppo del territorio comunale. In questa ottica, appare evidente che solo fatti speculativi hanno permesso la creazione di agglomerati urbani arroccati sulle colline, piuttosto che svilupparsi verso il mare, ed hanno partorito quartieri dormitorio che, invece di dare risposte alle categorie sociali e alle classi più deboli, hanno prodotto dei “ghetti” in cui imperversa il più retrivo degrado socio-culturale.
Il Comune, quindi, si occupi e si riappropri, come di fatto sta già facendo in questi ultimi periodi, della propria competenza in materia di gestione e programmazione del territorio, e la Magistratura e le Forze dell’Ordine si premurino di svolgere compiutamente il proprio ruolo, con i mezzi che già hanno a disposizione o con quelli straordinari che intenderanno dispiegare.
L’amministrazione comunale proceda alla verifica delle circostanze che hanno permesso che alloggi popolari, regolarmente consegnati agli aventi diritto, siano stati abusivamente occupati e come, a tali inquilini abusivi, sia stato possibile riconoscere regolarmente la residenza.
Il sindaco Olivo ha indicato la strada più opportuna da seguire per affrontare la questione rom-sicurezza – concludono i sei Consiglieri – si tratta di verificare se ci troviamo di fronte a episodi di malavita di piccolo cabotaggio o, piuttosto a veri e propri fenomeni di associazione a delinquere di stampo mafioso e non è certo il Consiglio comunale ad avere il potere di stabilire e di svolgere indagini per individuare quale tipo di emergenza deve essere combattuta e soprattutto ad adottare le strategie per aumentare il livello di contrasto: in tema di competenza e responsabilità, quindi, non si confondano le aule dove questa delicata questione deve essere affrontata”.