“Dolore, sgomento e sdegno diventano parole vuote se ad esse non si accompagna il verbo imperativo basta ! Basta al degrado sociale ed al marciume morale, l’arretratezza culturale e alla irrazionalità urbanistica, dentro i quali – sia pure in ambiti territoriali ristretti – nascono e si nascondono piccoli esseri senza scrupoli. Senza la ragione e senza morale. Pronti ad ogni forma di violenza gratuita, utile solo a farli sentire forti e a sé medesimi presenti. Con qualche soldo in tasca e il coltello nell’altra, a coprire la paura che li assale in una società violenta di suo.
Basta alla politica verbosa, dove si scontrano le parole vuote di chi dimentica la responsabilità di ieri e chi si deresponsabilizza nella responsabilità di oggi.
Basta alla politica dello scarica barile, in cui tutti ci autoassolviamo pur dinanzi a fatti come quelli accaduti l’altro ieri alle Fornaci di Lido, un luogo pubblico frequentato ogni giorno anche da famiglie e da bambini.
La morte così assurda di un ragazzo aperto alla gioia dell’avvenire, pesa sulla Città come una montagna sulle spalle di un bambino.
E’ imperdonabile. E non può ricevere attenuazioni sociologiche e psicologiche o falsamente umanitarie. Al danno incommensurabile della famiglia, si aggiunge quello arrecato a Catanzaro.
Di Massimiliano parlano la sua foto, esplosiva di bellezza giovanile, pubblicata dai giornali, il suo curriculum scolastico, le testimonianze di chi l’ha conosciuto. E’ un ragazzo bello, intelligente, pulito, istruito. Tra poco sarebbe diventato ingegnere.
La Città quando perde un giovane così bello è come se perdesse una parte del proprio futuro.
Una energia preziosa che l’abbandona. Per questo, forse, la proclamazione del lutto cittadino sarebbe doverosa e altamente significativa. Dire basta, significa che tutti dobbiamo cambiare registro e lavorare sodo, affrontando in contemporanea i due più gravi problemi: la criminalità che s’avanza e il degrado sociale che la alimenta.
In questa immane lotta non ci sono due tempi. Occorre pretendere, come Comunità amministrata, un intervento forte e deciso delle forze preposte alla lotta al crimine, che pur si battono alacremente e con successo, chiedendo al Governo tutte le risorse, gli uomini e i mezzi, a partire dal potenziamento dell’apparato giudiziario, per consentire la vigilanza 24 ore su 24 su tutto il territorio cittadino. Accerchiando, con postazioni fisse di Polizia, quelle ristrette aree dominate dalla delinquenza.
Nella “tolleranza zero” occorre operare, in collaborazione con le Forze dell’ordine, per ripristinare, a partire dall’occupazione abusiva delle case popolari, ogni forma di legalità e i diritti dei cittadini senz’armi, né prepotenza.
Lavorare, infine, con progetti realistici, a favore di una strategia complessiva che disegni una nuova Catanzaro, in cui l’intervento urbanistico, le politiche di sviluppo e di risanamento urbano, realizzino l’unione della Città . E il ricompattamento di tutte quelle parti della società che sono andate, nel corso degli anni, per conto proprio.
In questo grave contesto chiedere, ancora da parte mia, l’urgente convocazione del Consiglio Comunale, è come chiamare ad una pesante responsabilità morale e politica quanti, pensando al proprio tornaconto morale e partitico, finora non l’hanno convocato”.
Basta alla politica verbosa, dove si scontrano le parole vuote di chi dimentica la responsabilità di ieri e chi si deresponsabilizza nella responsabilità di oggi.
Basta alla politica dello scarica barile, in cui tutti ci autoassolviamo pur dinanzi a fatti come quelli accaduti l’altro ieri alle Fornaci di Lido, un luogo pubblico frequentato ogni giorno anche da famiglie e da bambini.
La morte così assurda di un ragazzo aperto alla gioia dell’avvenire, pesa sulla Città come una montagna sulle spalle di un bambino.
E’ imperdonabile. E non può ricevere attenuazioni sociologiche e psicologiche o falsamente umanitarie. Al danno incommensurabile della famiglia, si aggiunge quello arrecato a Catanzaro.
Di Massimiliano parlano la sua foto, esplosiva di bellezza giovanile, pubblicata dai giornali, il suo curriculum scolastico, le testimonianze di chi l’ha conosciuto. E’ un ragazzo bello, intelligente, pulito, istruito. Tra poco sarebbe diventato ingegnere.
La Città quando perde un giovane così bello è come se perdesse una parte del proprio futuro.
Una energia preziosa che l’abbandona. Per questo, forse, la proclamazione del lutto cittadino sarebbe doverosa e altamente significativa. Dire basta, significa che tutti dobbiamo cambiare registro e lavorare sodo, affrontando in contemporanea i due più gravi problemi: la criminalità che s’avanza e il degrado sociale che la alimenta.
In questa immane lotta non ci sono due tempi. Occorre pretendere, come Comunità amministrata, un intervento forte e deciso delle forze preposte alla lotta al crimine, che pur si battono alacremente e con successo, chiedendo al Governo tutte le risorse, gli uomini e i mezzi, a partire dal potenziamento dell’apparato giudiziario, per consentire la vigilanza 24 ore su 24 su tutto il territorio cittadino. Accerchiando, con postazioni fisse di Polizia, quelle ristrette aree dominate dalla delinquenza.
Nella “tolleranza zero” occorre operare, in collaborazione con le Forze dell’ordine, per ripristinare, a partire dall’occupazione abusiva delle case popolari, ogni forma di legalità e i diritti dei cittadini senz’armi, né prepotenza.
Lavorare, infine, con progetti realistici, a favore di una strategia complessiva che disegni una nuova Catanzaro, in cui l’intervento urbanistico, le politiche di sviluppo e di risanamento urbano, realizzino l’unione della Città . E il ricompattamento di tutte quelle parti della società che sono andate, nel corso degli anni, per conto proprio.
In questo grave contesto chiedere, ancora da parte mia, l’urgente convocazione del Consiglio Comunale, è come chiamare ad una pesante responsabilità morale e politica quanti, pensando al proprio tornaconto morale e partitico, finora non l’hanno convocato”.