Il Catanzaro espugna il “Rinascita” di Aversa e mantiene invariato il distacco dalla vetta.
di Giuseppe Mangialavori
Anno nuovo… “vita vecchia”, nel senso positivo del termine. Il Catanzaro di Provenza, pur non disputando la migliore delle sue gare, porta da Aversa tre punti pesantissimi. Una vittoria ottenuta grazie alla solita magia di Max Caputo che delizia le pupille dei Tifosi Giallorossi da parecchio tempo. Fosse un gol ogni tanto ed allora potremmo definirli “eurogol” ma non essendo così, ci permettiamo di coniare un nuovo termine: “caputogol”. Un tiro micidiale quello del fantasista-attaccante-tuttofare del Catanzaro. Le ragnatele dei “7” delle porte della seconda divisione sono avvisate: sfratto in vista per i poveri ragnetti.
Sarà stata la sosta natalizia, ma il Catanzaro visto nella prima frazione di gara al “Rinascita” di Aversa non ha ricalcato le orme di quello ammirato in altre occasioni. Nella ripresa buono l’apporto del neo-giallorosso Falomi che si è subito inserito nel gioco della squadra, facendo sentire la propria presenza nel reparto avanzato e non solo. Suo l’assist a Caputo per il gol decisivo. Ottima la prestazione di Mancinelli che, sicuro tra i pali, ha dato il proprio pesante contributo per la conquista dei tre punti. Lo diciamo subito: non sarà facile per nessuno… vincere nel campo campano. L’Aversa ha disputato una buona gara e la sua classifica è un po’ bugiarda.
Per ciò che riguarda il neoacquisto Falomi, chi scrive è certo che l’attaccante sarà una freccia (determinante) in più a disposizione di Provenza. Nicola avrebbe potuto bagnare l’esordio con un gol già ieri se un suo bel colpo di testa durante la ripresa non fosse finito di poco a lato.
Il Mister giallorosso, molto onestamente, ha ammesso che il Catanzaro visto in terra campana non è stato il migliore della stagione, ma se un brutto Catanzaro porta a casa tre punti di platino e per giunta da un’ostica trasferta, cosa accadrà con un bel Catanzaro?
Le battistrada vestono tutte i panni delle corsare, ma i modi… sono differenti. Anche se i vascelli delle antagoniste hanno gonfiato le proprie vele subito dopo il giro di boa, il campionato è ancora lungo e molto probabilmente, oltre che nelle zone Cesarini…, nelle diottrie arbitrali…, e nei pipelet avversari…, si deciderà negli scontri diretti. Nell’Italia delle “cattedre” e dei “troni” (purtroppo ahinoi sono una tristissima realtà non solo in TV…!) il “si” oppure il “no”, le contendenti se lo dovranno guadagnare nelle sfide dirette, senza contare (Noicattaro docet su tutti) che è sempre possibile inciampare dove meno te lo aspetti.
Delle nove vittorie conquistate dalle Aquile finora, ben cinque sono state ottenute in trasferta. Tra le “mura amiche” il Catanzaro stenta a decollare come potrebbe. Si spera che il Dott. Provenza trovi gli strumenti tattici più appropriati per scongiurare la ceravolite. Con il Manfredonia la sfida giusta per cambiare marcia e dimostrare quanto si è bravi e soprattutto concreti e cinici anche sul manto erboso di casa. Ed a proposito del manto erboso del Ceravolo, ci si augura che le condizioni dello stesso siano migliorate rispetto all’ultimo incontro casalingo dove il Catanzaro ha impattato nel confronto con i rossoneri nojani anche per colpa del terreno gibboso. Gli addetti ai lavori ed i responsabili di questo aspetto sono pregati di correre ai ripari. Non saranno concessi alibi a nessuno.
Con soli quattro punti dalla vetta è lecito e giusto tenere i motori accesi al massimo. L’abbraccio di Falomi a Caputo dopo il gol vittoria, insieme ad i loro sorrisi parlano più di ogni altra cosa. Questo è il Catanzaro e speriamo rimanga tale fino al fatidico “si” finale.
Giuseppe Mangialavori
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