Era stato proprio lui, tramite il suo legale, l’avvocato Francesco Gambardella, a chiedere di essere ascoltato. Una facoltà prevista dal codice di procedura penale, dopo aver ricevuto l’avviso di conclusione delle indagini. Avvisi che, per l’inchiesta riferita ai presunti illeciti nella gestione di fondi nazionali e comunitari, sono stati recapitati a 106 persone.
Sabato scorso era stato il presidente della Giunta regionale, Agazio Loiero, a chiedere di essere interrogato dai giudici, mentre ieri mattina, è toccato proprio a Saladino che, dopo oltre sei ore di interrogatorio nel palazzo di giustizia, ha voluto rilasciare alcune dichiarazioni sull’esito dell’incontro: «Ho specificato ai magistrati il mio ruolo nell’ambito della due società Obiettivo Lavoro e Piazza del Lavoro. La prima si occupa di lavoro interinale, cioé offre opportunità di lavoro a tempo determinato. La seconda si occupa di intermediazione di lavoro, praticamente di collocamento privato, cioé seleziona le persone e propone i loro curricula ad aziende private e pubbliche, che decidono poi autonomamente se procedere o meno all’assunzione».
Nello svolgere questo lavoro, afferma ancora l’imprenditore Saladino, «sono stato consulente della “Why not”, una società di outsourcing (appalti di servizio) e non interinale (affitto di mano d’opera). Sono stato, da febbraio 2003 a maggio 2004, presidente del consorzio Brutium che agiva per nome e per conto dei consorziati tra i quali la “Why Not” Quest’ultima, per le commesse acquisite, svolgeva tutta l’attività per il 97% del valore della commessa. Il “Brutium” per le sue attività consortili, tratteneva solo il 3%. Personalmente ho, invece, solo percepito la retribuzione per il lavoro da me svolto e pertanto ho chiesto ai magistrati di constatare rigorosamente la mia situazione patrimoniale ed anche quella della Merante (proprietaria e amministratore della “Why Not”) e dei suoi soci. Poi nel corso dell’interrogatorio ho spiegato ampiamente rispondendo a tutte le domande. Ho fiducia nella magistratura, sin da quando c’era il dottor Luigi De Magistris»
Infine Saladino ha voluto precisare: «La mia più grande remunerazione e gratificazione derivava dal contenuto sociale dell’attività da me svolta e, soprattutto, dalla possibilità di offrire lavoro a chi non ne ha. Questo mi ha stimolato ad avere un’apertura nei rapporti con le istituzioni che andava al di là degli steccati ideologici».
Non sono bastate però le oltre 6 ore di interrogatorio per esaminare la posizione di Saladino infatti l’imprenditore tornerà al palazzo di giustizia di Catanzaro lunedì 26 gennaio per la seconda parte dell’interrogatorio, da lui stesso richiesto.
Sabato scorso era stato il presidente della Giunta regionale, Agazio Loiero, a chiedere di essere interrogato dai giudici, mentre ieri mattina, è toccato proprio a Saladino che, dopo oltre sei ore di interrogatorio nel palazzo di giustizia, ha voluto rilasciare alcune dichiarazioni sull’esito dell’incontro: «Ho specificato ai magistrati il mio ruolo nell’ambito della due società Obiettivo Lavoro e Piazza del Lavoro. La prima si occupa di lavoro interinale, cioé offre opportunità di lavoro a tempo determinato. La seconda si occupa di intermediazione di lavoro, praticamente di collocamento privato, cioé seleziona le persone e propone i loro curricula ad aziende private e pubbliche, che decidono poi autonomamente se procedere o meno all’assunzione».
Nello svolgere questo lavoro, afferma ancora l’imprenditore Saladino, «sono stato consulente della “Why not”, una società di outsourcing (appalti di servizio) e non interinale (affitto di mano d’opera). Sono stato, da febbraio 2003 a maggio 2004, presidente del consorzio Brutium che agiva per nome e per conto dei consorziati tra i quali la “Why Not” Quest’ultima, per le commesse acquisite, svolgeva tutta l’attività per il 97% del valore della commessa. Il “Brutium” per le sue attività consortili, tratteneva solo il 3%. Personalmente ho, invece, solo percepito la retribuzione per il lavoro da me svolto e pertanto ho chiesto ai magistrati di constatare rigorosamente la mia situazione patrimoniale ed anche quella della Merante (proprietaria e amministratore della “Why Not”) e dei suoi soci. Poi nel corso dell’interrogatorio ho spiegato ampiamente rispondendo a tutte le domande. Ho fiducia nella magistratura, sin da quando c’era il dottor Luigi De Magistris»
Infine Saladino ha voluto precisare: «La mia più grande remunerazione e gratificazione derivava dal contenuto sociale dell’attività da me svolta e, soprattutto, dalla possibilità di offrire lavoro a chi non ne ha. Questo mi ha stimolato ad avere un’apertura nei rapporti con le istituzioni che andava al di là degli steccati ideologici».
Non sono bastate però le oltre 6 ore di interrogatorio per esaminare la posizione di Saladino infatti l’imprenditore tornerà al palazzo di giustizia di Catanzaro lunedì 26 gennaio per la seconda parte dell’interrogatorio, da lui stesso richiesto.