da Gazzetta del Sud
COSENZA â Condannati a ripartire quasi certamente dai dilettanti. La notizia non è stata resa ufficiale dagli organi federali. Ma è trapelata ugualmente dopo i controlli svolti dalla Covisoc. Evidentemente, gli ispettori della Commissione che controlla i bilanci delle società non hanno ritenuta completa la documentazione prodotta a più riprese dal sodalizio cosentino. La Covisoc ha bocciato il Cosenza insieme ad altre sette società di C (L’Aquila, Aglianese, Gladiator, Alzano, Poggibonsi, Pordenone e Thiene). Mancano sei liberatorie (più d’una, dunque, non solo quella di Mondonico?!). Le motivazioni della bocciatura verranno rese note oggi nel corso della riunione del direttivo della Lega di serie C. Spiragli? Pochissimi. Nessuno, forse. Il tunnel stavolta sembra senza via d’uscita. Il Consiglio federale nella riunione di domani al novanta per cento dovrebbe ratificare la decisione presa dalla Covisoc prima di stabilire i due gironi di C1 e quelli di C2. Il presidente della Lega di C ieri ha avuto peraltro parole dure per il club rossoblù. «Non capisco il comportamento del Cosenza», ha detto , «non hanno inteso confrontarsi con la Lega di C, forse credono di essere ancora in serie B. Speriamo che le carte siano a posto». Cosenza è di fronte a un’amara realtà . Sull’orlo del baratro a conclusione di una stagione segnata da innumerevoli eventi negativi. Prima l’inchiesta giudiziaria che ha decapitato i vertici societari, dopo la retrocessione. Ieri sera la doccia scozzese per il club silano che dovrà ripartire dai dilettanti. La notizia è piombata sui tavoli delle redazioni quando già i pezzi stavano per essere conclusi sulla base degli avvenimenti che si erano succeduti nel corso della giornata e che per la verità a un certo punto avevano riportato un pizzico d’ottimismo stando ai movimenti effettuati dalla dirigenza silana. Persino gli amministratori giudiziari avevano espresso commenti positivi (Francesco Muraca: «à tutto a posto, adesso i club che vogliono i nostri migliori giocatori devono darci conto»). I giocatori e il resto dello staff in ritiro a Lorica hanno appreso la notizia mentre stavano cenando. Il diesse Marino non voleva crederci. Ha fatto un giro di telefonate, ha provato ad avere un’altra verità , ma quando ha visto arrivare sui telefoni cellulari dei calciatori le chiamate dei procuratori che confermavano l’amaro verdetto, si è dovuto arrendere. Un fulmine a ciel sereno anche per il presidente Giuseppe Mazzotta che non è riuscito a contattare qualcuno che da Figc o Covisoc gli fornisse notizie più precise. Il noto professionista cosentino dopo di che ha spento il telefonino e non è stato più possibile rintracciarlo per strappargli altre dichiarazioni. Irrintracciabile anche il direttore amministrativo Luca Pagliuso. Che però ha chiamato nella sede del ritiro a squadra e tecnici. Bloccandoli (fino al 31) mentre erano tutti con la valigia in mano. Secondo Pagliuso, se il Cosenza riesce entro oggi a presentare le liberatorie mancanti, può farcela a ottenere l’iscrizione al campionato di C, in attesa di altri eventi (vedi ripescaggio in B). Delusione tra i tifosi. Il solito gruppo di sostenitori che stazione nel centralissimo corso Mazzini ha appreso la notizia verso le ventidue mentre si discuteva del possibile ripescaggio della squadra o della possibile iscrizione al torneo di C1. «à il risultato di nove anni di gestione fallimentare da parte della famiglia Pagliuso», hanno detto alcuni tifosi che a tarda sera hanno raggiunto la nostra redazione, «era facilmente immaginabile che le cose finissero così, anche se i dirigenti negli giorni hanno tentato di risolvere tutto. à stata un’illusione. Ma forse è meglio così, anche se una città come Cosenza non merita di avere una squadra tra i dilettanti. L’unica cosa positiva è che finalmente ci siamo liberati della famiglia Pagliuso». Il caso Cosenza è stato al centro anche della riunione del Consiglio comunale. Il sindaco Eva Catizone ha svolto sull’argomento un lungo intervento. «Non ci sono comunicati ufficiali», ha detto, «ma le notizie in nostro possesso non solo esaltanti. Anzi, sono pessimistiche. Allora credo sia necessario e doveroso come sindaco investire il consiglio comunale di questo problema. Io e l’assessore Cavalcanti, nel pomeriggio, ci eravamo mossi per consentire la definizione di alcune operazioni bancarie per garantire l’iscrizione della squadra al campionato. L’iscrizione però è stata negata. Colpa di alcune liberatorie, sembra. La situazione è assai grave. Se la notizia dovesse essere confermata, è triste. Da questo consiglio si deve alzare una vibrata protesta anche se sono convinta che non tutto sia finito. Dovremo moltiplicare gli sforzi, muovendoci congiuntamente in vista delle riunioni del Consiglio federale. L’invito vale anche per i consiglieri provinciali, per i parlamentari cosentini».
Franco Rosito – Cosenza