In una società di capitali, gli indici sono un importante indicatore per verificare lo stato di salute economico, finanziario o patrimoniale della società stessa. Le Spa ed Srl calcistiche non sfuggono a questa regola, e la FIGC attraverso il suo centro studi ha elaborato nel tempo vari indici di Bilancio atti a verificare la sussistenza dei requisiti di solidità del Patrimonio Netto a tutela dei vari stakeholders.
L’analisi di bilancio ha lo scopo di analizzare la gestione economica, finanziaria e patrimoniale di un’impresa tramite lo studio del bilancio di esercizio e dei dati da questo estrapolabili.
Si possono avere due tipi di analisi: statico (studio di indici) e dinamico (analisi per flussi).
L’analisi risulta differente, ovviamente, a causa della differenza nel tipo e nel numero di informazioni rese note.
L’equilibrio economico dell’impresa viene raggiunto quando siano soddisfatte le seguenti condizioni: i ricavi conseguiti riescono a coprire i costi (equilibrio economico) ed assicurano una congrua remunerazione ai fattori in posizione residuale e si raggiunge un’adeguata “portata” finanziaria atta a coprire le necessità di cash flow (equilibrio finanziario).
In altre parole gli obiettivi dell’impresa calcistica sono il profitto, lo sviluppo e la sopravvivenza. Il concetto di going concern è infatti uno dei requisiti di maggior interesse da parte degli organi di controllo, l’attitudine del club a dare garanzie di sopravvivenza.
Gli indici di Bilancio presi in considerazione dalla FIGC per assicurare gli obiettivi di salute economica, finanziaria e patrimoniale delle sue società sono il prospetto PA, il parametro RI e il parametro VP/DF.
Fino alla stagione agonistica 2006/2007 erano in vigore gli indici Ricavi/ Indebitamento (RI), Patrimonio Netto Contabile/Attivo Patrimoniale (PA) e Patrimonio Netto Contabile/Diritti Pluriennali alle prestazioni dei calciatori. Dalla stagione scorsa, invece, si è abbandonato il parametro PD mentre ha visto la luce il VP/DF, indicante il rapporto fra valore della produzione e debiti finanziari. Andiamo a esaminare significato e differenze fra i vari indici.
Il parametro RI, ideato dall’illustre aziendalista Pellegrino Capaldo, indica il rapporto fra un valore di reddito con segno positivo (i ricavi) e una valore finanziario di segno negativo (l’indebitamento).
La FIGC ha individuato le situazioni di potenziale equilibrio in tutti quei casi in cui il valore del detto indice è pari o superiore a tre unità, vale a dire almeno tre unità di ricavo per una di debiti.
Obiettivo dichiarato era quello di parametrare l’indebitamento alla capacità di una società calcistica di produrre ricavi. Maggiore fosse stata quest’attitudine, più alta di conseguenza sarebbe stata per la società la soglia di indebitamento consentita. In altre parole, porre le basi per un minore indebitamento e e una maggiore capitalizzazione dei Club.
Tale indice, di facile quantificazione, ha il pregio di collegare immediatamente il volume d’affari di una società al suo indebitamento, al fine di determinarne l’equilibrio finanziario addirittura indicandone una quantificazione. Tuttavia, obiettivo dichiaratamente non perseguito era quello della redditività dei club, in quanto non venivano messi in relazione i costi con i ricavi.
Il parametro PA, invece, è stato introdotto con il fine di determinare un rating sul livello di indebitamento del Club. I debiti, nello schema patrimoniale, sono infatti dati per differenza fra Attivo e Patrimonio Netto. Maggiore il Patrimonio Netto a parità di indice e Attivo, minori i debiti ammessi. Il PA, infatti, è il parametro principe per l’ammissione della società al campionato di appartenenza.
Con la stagione 2007-2008 si è introdotto, come detto, il parametro VP/DF, che rapporta il valore della produzione ai debiti finanziari per le società appartenenti alla LNP, vale a dire la serie A e la serie B. Tale parametro è meno stringente, in quanto al denominatore del rapporto si escludono esplicitamente dal calcolo tutti i debiti di natura fiscale, contributiva e di lavoro dipendente che sono invece una posta storicamente strategica. In soldoni, non versando stipendi e contributi, il parametro in questione non viene influenzato!
In conclusione, è sicuramente da apprezzare lo sforzo della Federcalcio di quantificare gli indici significativi delle varie imprese calcistiche, ma sarebbe utile che, poste le difficoltà riscontrate anche in itinere dai vari club soprattutto della serie C, tali strumenti venissero ulteriormente affinati.
Perchè è vero che quel che conta è partecipare, ma se attraverso un’opportuna analisi preventiva dei bilanci delle società interessate si scopre che molte non hanno i numeri per poter “partecipare” ai vari campionati, si imporrebbe da subito una serie riflessione sulla struttura dei vari campionati.
Giannantonio Cuomo