Le foto ritraggono il letto del torrente Fiumarella dopo l’ennesima, ultima mareggiata. Sotto la sabbia esiste una striscia di cemento, alcune panchine, e fanno capolino delle piantine, che avrebbbero dovuto perimetrare il percorso di questa… pista ciclabile?…passeggiata a mare?… E’ questo il punto: nessuno sa cosa si stia costruendo; neanche i soliti personaggi politici, solitamente prodighi di esternazioni sulla Marina, si sono espressi, nonostante ripetuti solleciti.
Chi conosce la zona sa che stiamo parlando di un ricettacolo di ratti, insetti molesti, effluvi e scarichi spesso di natura imprecisata; a volte diventa pascolo, a volte rimessaggio di barche. Nessuno può immaginare di portare a passeggio i propri figli in tale giardino, o di passarci qualche ora a leggere o godersi il sole, avendo alle spalle, tra l’altro, una bella fabbricona dismessa con tanto di tetti in ethernit.
E poi: si piange miseria al comune, ma nessuno dice che questa opera è stata più volte danneggiata da mareggiate o piene del torrente, ed ogni volta riportata alla luce; una tela di Penelope (come da noi definita in un comunicato) che presumibilmente incide sulle casse comunali. A che pro? Questo è quanto. Ripetiamo che non è importante, per noi, essere citati nell’eventuale articolo; anzi, un’altra voce che richiede spiegazioni e giustificazioni crediamo sia importante. Chi si rivolge a noi per denunciare queste cose, come altre, del resto, lo fa con la convinzione che ormai alcune decisioni, anche le più assurde, vengono imposte; vorrebbero essere interpellate, vorrebbero capire, chiedono spiegazioni. Ma non ci si rassegna, non ci si deve rassegnare. E diciamo questo a prescindere dalla nostra battaglia, sia chiaro.
Chi conosce la zona sa che stiamo parlando di un ricettacolo di ratti, insetti molesti, effluvi e scarichi spesso di natura imprecisata; a volte diventa pascolo, a volte rimessaggio di barche. Nessuno può immaginare di portare a passeggio i propri figli in tale giardino, o di passarci qualche ora a leggere o godersi il sole, avendo alle spalle, tra l’altro, una bella fabbricona dismessa con tanto di tetti in ethernit.
E poi: si piange miseria al comune, ma nessuno dice che questa opera è stata più volte danneggiata da mareggiate o piene del torrente, ed ogni volta riportata alla luce; una tela di Penelope (come da noi definita in un comunicato) che presumibilmente incide sulle casse comunali. A che pro? Questo è quanto. Ripetiamo che non è importante, per noi, essere citati nell’eventuale articolo; anzi, un’altra voce che richiede spiegazioni e giustificazioni crediamo sia importante. Chi si rivolge a noi per denunciare queste cose, come altre, del resto, lo fa con la convinzione che ormai alcune decisioni, anche le più assurde, vengono imposte; vorrebbero essere interpellate, vorrebbero capire, chiedono spiegazioni. Ma non ci si rassegna, non ci si deve rassegnare. E diciamo questo a prescindere dalla nostra battaglia, sia chiaro.
Movimento Civico CATANZARO MARINA
