Ogni commento sull’impresa dei tre tifosi giallorossi che hanno sorvolato il campo di Cosenza in occasione del derby è superfluo. Un famoso filoso catanzarese “Enzo Colacino” in tv ha semplificato il sentimento dei cosentini “si imbunnaru”. Malgrado la palese superiorità di mentalità della tifoseria catanzarese diversi giornalisti bruzi in preda a scompensi hanno continuato a scrivere di tutto tentando di sminuire un gesto che rimarrà nella storia ultras mondiale. Le menzogne lette in questi giorni dalla stampa cosentina spaziano dall’accusa di aver pagato un’azienda specializzata in pubblicità fino a parlare di un’aggressione( quasi fosse un vanto) dei tre tifosi giallorossi da parte di decine di cosentini, culminando con enfatizzare un piccolo striscione di risposta di pochi metri scritto con una bomboletta all’interno dello stadio. Il complesso d’inferiorità dei cosentini lo hanno sempre avuto nei confronti del popolo giallorosso. E lunedì 8 è stato raggiunto l’apice. La differenza tra le due tifoserie è stata grande. Solo l’umiltà che da sempre contraddistingue la tifoseria organizzata catanzarese ha limitato nei media quella che sui media doveva essere un’umiliazione totale. Riteniamo che questo smacco sia pari a quello che subirono i romanisti nel derby Roma – Lazio in cui allo striscione che recitava “Roma alza gli occhi e guarda il cielo che è più grande di te” e i laziali risposero con prontezza e acume “infatti il cielo è biancoazzurro”. Lunedì 8 dicembre i catanzaresi hanno risposto alla coreografia dei cosentini “un lupo in un bosco” accompagnato dalla frase “In agguato” con 3 simboliche aquile, che simboleggiano anche i tre colli su cui sorge il centro storico del Capoluogo di Regione, che svolazzavano sul San Vito con uno striscione “Le aquile vi sovrastano sempre”. Sono i vispi tifosi catanzaresi, quindi, a ricordare ai poveri tifosi rossoblu che il lupo è un’animale terrestre mentre le aquile – simbolo di fierezza e dell’impero – è un rapace che vola e guarda dall’alto verso il basso tutti. Così come hanno dimostrato i nostri calciatori che c’è chi gioca a calcio e chi a calci, chi pensa a fare girare la palla e chi la lancia in avanti. I simpatici commentatori, dei quotidiani locali, hanno tentato in tutti i modi di sminuire l’evento, ma la cronaca è implacabile: ha vinto la goliardia e la temerarietà. Tutto il mondo è a conoscenza dell’accaduto malgrado il tentativo di celare un gesto senza precedenti. I diversi filmati su youtube sono stati visti da oltre 25.000 persone, oltre 200 siti internet non solo italiani hanno riportato la notizia, così i principali quotidiani e periodici on-line come l’espresso, il mattino, gazzetta dello sport, tutto sport, Repubblica ecc. hanno caricato anche il filmato del volo sul San Vito. Tutte le più importanti testate giornalistiche hanno dato ampio risalto alla notizia. Tutti gli operatori dell’informazione locale si sono divertiti nel raccontarlo, tutti ad esclusione della rai locale. L’assenza della notizia principale su una partita finita 0 a 0 sul tg 3 Calabria rappresenta il provincialismo di una classe giornalistica “regionale” sconvolgente, infatti, oltre a tutti i retroscena che si sono letti sull’evento, l’unica vera notizia sulla quale bisognava focalizzarsi era proprio il gesto d’annunziano dei tifosi del Catanzaro. Italia 1, Canale 5, 7 Gold, Canale Italia, ecc. tutti hanno dato ampio risalto alla notizia tranne la Rai. Ma c’è di più. Una nota stampa divulgata da un movimento politico catanzarese non è stata pubblicata perché è arrivato il veto da parte di qualcuno. Una vera è propria censura. Ma malgrado tutti gli sforzi provenienti dalle rive del Crati tendenti ad offuscare una delle più belle imprese di una tifoseria calcistica, le notizie non si fermano, così come non si può impedire alle aquile di volare, e l’eco continuerà a diffondersi ancora per molto tempo. L’antico sogno dell’uomo di volare è stato incarnato in un gesto senza precedenti che resterà negli annali del tifo. Un grazie caloroso, sincero e infinito a chi l’ha pensato, organizzato e sostenuto in uno spirito di civiltà di cui la storica tifoseria organizzata del Catanzaro è nota in tutto il mondo.
UC 73
“VECCHIA GUARDIA”