GLI ALBORI – Ventura, Arcieri, Meranda; Zappia, Cilento, Sabbia; Piacenza, Proto, Parisi; Paoletti, Le Pera. Sono loro, gli 11 pionieri giallorossi della Vittorio Emanuele II, a calcare per la prima volta un terreno di gioco nella città di Cosenza. Corre l’anno 1914 (anche se alcune fonti riportano la sfida all’anno precedente), un gelido febbraio. I ricordi sbiaditi e gli annali del calcio tramandano di una partita giocata in uno slargo scosceso della Piazza d’Armi, nel Rione Riforma, dove negli anni successivi a cavallo tra I Guerra Mondiale e avvento del fascismo vengono progettate e costruite le case popolari dei ferrovieri. Di fronte gli 11 di casa, in maglia verde: Cesario, Candelisi, Muto; Laudonio, Raimondi, De Raho I; Campana, Pugliesi, Storti; Naccarati, De Raho II. Arbitro, un ingegnere. Risultato: 1-1. La partita è una rivincita della sfida disputata a Catanzaro nel 1912, nel cortile della Caserma Guglielmo Pepe, e vinta dalla Juventus del marchese Susanna, grazie anche a un paio di prestiti arrivati da Napoli.
LA PRIMA VITTORIA A COSENZA – La prima vittoria catanzarese in un derby è datata 1923. Un’altra pagina epica, con i calciatori giallo-rossi della Scalfaro che arrivano a piedi a Cosenza, insieme a un gruppo di tifosi, per un guasto al mezzo che li trasporta. Nonostante tutto i catanzaresi vincono 2-1 facendo crescere la passione per il gioco in città. Con la nascita dell’US Catanzarese nel 1927, i giallo-rossi iniziano a disputare i campionati incontrando sulla loro strada il Cosenza per diverse stagioni, due delle quali coronate dalla promozione della Catanzarese in serie B.
L’IMMEDIATO DOPOGUERRA – Dopo le vicissitudini legate alla II Guerra Mondiale, le due squadre si ritrovano e vengono promosse a braccetto in serie B. La prima sfida in serie B risale al 1947: un altro pareggio per 1-1. In quegli anni si giocava al Campo Comunale Città di Cosenza, più tardi intitolato a Emilio Morrone, un giovane calciatore cosentino deceduto a Scalea durante una partita. Oggi quel campo in Via Roma non c’è più, sostituito da una villa comunale. Dopo la retrocessione del Catanzaro, le squadre si ritrovano due anni dopo in serie C e si confrontano per 5 stagioni consecutive (l’ultima in quarta serie). Quattro successi rosso-blu e un pareggio, sempre per 1-1, l’8 marzo del 1953, stagione che si chiuderà ancora con una promozione del Catanzaro.
L’ULTIMA AL “MORRONE” – Cosenza e Catanzaro si confrontano per altre 4 volte a cavallo tra la fine degli anni ’50 e l’inizio degli anni ’60. Sono le ultime sfide disputate al “Morrone” prima dell’inaugurazione del “San Vito”. Nella stagione ’58-59 il Catanzaro di Pasinati, tanto per cambiare, ottiene la promozione in serie B, beffando il Cosenza per un solo punto ed eliminandolo anche dalla Coppa Italia al primo turno, in una gara unica disputata al “Militare”. Un testa a testa durato tutto il campionato e concluso con il pareggio centrato dai giallo-rossi a Roma contro la Fedit che vale la B. Lo scontro diretto in campionato finisce 0-0, così come 3 anni dopo in serie B, dopo la promozione del Cosenza. L’anno successivo è ancora pareggio: 1-1 con il rosso-blu Fontana che pareggia il gol di Vanini. Il 10 maggio del 1964 si gioca l’ultima partita al “Morrone”. La vittoria del Cosenza per 2-1 grazie all’uno-due siglato da Meregalli e Campanini non basta ad evitare la retrocessione ai rosso-blu. Il derby va in soffitta per venti anni, il Catanzaro va incontro alla storia.
IL “SAN VITO” E LE DUE PROMOZIONI – Dopo 20 anni il Catanzaro di G.B. Fabbri torna a Cosenza ed esce battuto dal “San Vito” 1-0, nonostante i favori del pronostico. Decide un gol al 38’ del primo tempo di un ragazzo di Cetraro, Alberto Aita, poi diventato allenatore. La rivalità monta, ma il risultato non basta a fermare la corsa verso la promozione dei giallo-rossi. Due anni dopo la storia si ribalta. È il 16 novembre del 1986. Il Cosenza è in testa alla classifica, il Catanzaro di Tobia insegue ma arranca con 2 sole vittorie nelle prime 8 giornate. La tensione si taglia a fette. Tobia schiera Cozzella e Chiarella con Tavola a supporto, mentre Palanca, appena rientrato da Benevento, si accomoda in panchina. Dopo 8 minuti è proprio di Tavola il tap-in vincente su una corta respinta di Simoni. Ma i rosso-blu reagiscono e pareggiano dopo 10 minuti con Mirabelli su assist di Urban. Il Catanzaro però non trema, si riporta in avanti e sfiora più volte il vantaggio. Nella ripresa l’ingresso in campo di Palanca al quarto d’ora cambia la storia della partita e della stagione. Senza usare il gioiello di famiglia, il suo piede sinistro, in 4 minuti Palanca stende il Cosenza con una doppietta: un gol di testa su assist di Tavola e uno di destro su cross di Chiarella. Il “San Vito” è inerme. Il Catanzaro vola verso l’ennesima promozione. Il Cosenza chiuderà al 4° posto.
GLI ANNI DEL RIFLUSSO – Gli ultimi due precedenti a Cosenza sono pareggi scialbi e autunnali. A fine ’88 con Di Marzio in panchina finisce 0-0. Il Cosenza verrà beffato da Reggina e Cremonese (e dalla classifica avulsa) nella corsa alla serie A. I giallo-rossi si salveranno all’ultimo respiro. L’anno dopo, stesso scenario, stesso risultato con Silipo allenatore. Stavolta il Catanzaro retrocede nei gorghi della serie C, mentre il Cosenza ringrazia la classifica avulsa e si salva. Il derby di Coppa Italia di C del novembre ’97, regala il passaggio del turno al Catanzaro del Prof. Specchia che deluderà in campionato fino all’esonero. Decide un gol da calcio d’angolo di De Sensi. Un derby che non conta niente ma serve solo a rinfocolare l’astio tra le tifoserie. Sancito dal silenzio che regnerà lunedì prossimo nel settore ospiti dello Stadio “San Vito”.