Nel corso dell’ultimo direttivo regionale della UIL comunicazione Calabria e a seguito dell’incontro avvenuto con il segretario generale della UIL Calabria Roberto Castagna sulle problematiche relativa ai lavoratori dei call center è emersa la necessità di richiedere con urgenza un incontro all’assessore regionale al Lavoro, on. Mario Maiolo, per comprendere ed analizzare la situazione di mercato del lavoro in Calabria che si è
venuta a creare a seguito dei bandi regionali sull’occupazione attivati dal competente dipartimento.
Lo riferisce una nota della UIL Comunicazione.
“Tale esigenza – afferma la nota – è maturata dopo aver incontrato le principali aziende di telecomunicazioni impegnate nell’attività di call center in Calabria, quali Telic, Phonemedia, Call&Call ma soprattutto dopo non essere riusciti a colloquiare nonostante ripetuti tentativi con una miriade medie e grandi imprese che operano nello stesso ambito (citiamo tra tutte Infocontact che fa riferimento a WIND S.p.A. e InTouch che fa riferimento a Europ Assistance S.p.A.) che occupando centinaia di lavoratori con contratti atipici intendono usufruire degli incentivi regionali.
La UIL Calabria e la UILCOM ritengono, infatti, che a fronte del significativo esborso da parte dell’ente Regione a favore dalla creazione di nuovi posti di lavoro, molte aziende stiano accedendo a tali finanziamenti in modo improprio, alcuni trasformando i contratti già in essere con i propri collaboratori e dipendenti, altri essendosi colpevolmente sottratti al confronto e alle direttive imposte dalla circolare Damiano stanno utilizzando tali risorse per stabilizzare in deroga al contratto di lavoro di riferimento i lavoratori che da molti anni prestano servizio presso di loro.
Vi è inoltre l’esigenza, che è all’ordine del giorno dell’incontro chiesto all’assessore Maiolo, di evitare, almeno in Calabria, l’effetto “dumping” che consiste nel fatto che le Aziende facciano competizione tra di loro non sulla qualità o la quantità dei servizi offerti ma solo abbassando lo stipendio ai propri dipendenti che restano gli unici a pagare il prezzo del “libero mercato”. Ciò, denunciano la UIL e la UILCOM, spesso avviene con la complicità di organizzazioni sindacali amiche del datore di lavoro che forti del proprio auto referenzialismo di fatto rinunciano a creare condizioni di mercato favorevoli e dare sana occupazione e equo reddito alle migliaia di lavoratori che in Calabria oggi non hanno prospettive lavorative diverse.
Forte è la preoccupazione della UIL in relazione all’ipotesi che una volta esauriti gli incentivi regionali alle imprese, quest’ultime si disimpegnino dal territorio calabrese, così come si è verificato purtroppo in altri settori, creando crisi occupazionali irreversibili”.
Pertanto le segreterie regionali di UIL e UILCOM invitano la Regione Calabria e le organizzazioni sindacali “a fare fronte comune, abbandonando una politica di fidelizzazione delle aziende e non dei lavoratori con l’illusorio obiettivo di rappresentare in esclusiva il mondo del lavoro, soprattutto nel momento in cui, in un contesto economico così difficile, i già risicati salari dei lavoratori sono sempre più compressi dalla grave crisi economica in corso”.
Lo riferisce una nota della UIL Comunicazione.
“Tale esigenza – afferma la nota – è maturata dopo aver incontrato le principali aziende di telecomunicazioni impegnate nell’attività di call center in Calabria, quali Telic, Phonemedia, Call&Call ma soprattutto dopo non essere riusciti a colloquiare nonostante ripetuti tentativi con una miriade medie e grandi imprese che operano nello stesso ambito (citiamo tra tutte Infocontact che fa riferimento a WIND S.p.A. e InTouch che fa riferimento a Europ Assistance S.p.A.) che occupando centinaia di lavoratori con contratti atipici intendono usufruire degli incentivi regionali.
La UIL Calabria e la UILCOM ritengono, infatti, che a fronte del significativo esborso da parte dell’ente Regione a favore dalla creazione di nuovi posti di lavoro, molte aziende stiano accedendo a tali finanziamenti in modo improprio, alcuni trasformando i contratti già in essere con i propri collaboratori e dipendenti, altri essendosi colpevolmente sottratti al confronto e alle direttive imposte dalla circolare Damiano stanno utilizzando tali risorse per stabilizzare in deroga al contratto di lavoro di riferimento i lavoratori che da molti anni prestano servizio presso di loro.
Vi è inoltre l’esigenza, che è all’ordine del giorno dell’incontro chiesto all’assessore Maiolo, di evitare, almeno in Calabria, l’effetto “dumping” che consiste nel fatto che le Aziende facciano competizione tra di loro non sulla qualità o la quantità dei servizi offerti ma solo abbassando lo stipendio ai propri dipendenti che restano gli unici a pagare il prezzo del “libero mercato”. Ciò, denunciano la UIL e la UILCOM, spesso avviene con la complicità di organizzazioni sindacali amiche del datore di lavoro che forti del proprio auto referenzialismo di fatto rinunciano a creare condizioni di mercato favorevoli e dare sana occupazione e equo reddito alle migliaia di lavoratori che in Calabria oggi non hanno prospettive lavorative diverse.
Forte è la preoccupazione della UIL in relazione all’ipotesi che una volta esauriti gli incentivi regionali alle imprese, quest’ultime si disimpegnino dal territorio calabrese, così come si è verificato purtroppo in altri settori, creando crisi occupazionali irreversibili”.
Pertanto le segreterie regionali di UIL e UILCOM invitano la Regione Calabria e le organizzazioni sindacali “a fare fronte comune, abbandonando una politica di fidelizzazione delle aziende e non dei lavoratori con l’illusorio obiettivo di rappresentare in esclusiva il mondo del lavoro, soprattutto nel momento in cui, in un contesto economico così difficile, i già risicati salari dei lavoratori sono sempre più compressi dalla grave crisi economica in corso”.
Fabio Scavo