La Striscia

Terza vittoria consecutiva

Montella, Montella e un gran goal di Caputo abbattono il Melfi

Chi di spada ferisce di spade perisce!
Chi era stato a Melfi nelle due precedenti trasferte disputate allo stadio Arturo Valerio di Melfi può capire.
Due sconfitte arrivate sempre al termine dei minuti regolamnetari, questa volta la ruota ha girato e ha voltato per i giallorossi ed è stato bellissimo.
Sulla Sa-Rc e sulla Basentana si respirava giallorosso stamane, con pullman, pulmini e macchine i tifosi giallorossi hanno raggiunto la città lucana, l’entusiasmo è inutile negarlo comincia a crescere e malgrado ci sia qualcuno che ancora si chiede come mai solo adesso i tifosi giallorossi si stiano svegliando, la risposta non può che essere la più logica: le vittorie sono da sempre la migliore terapia.
Nel settore ospiti dello stadio del Melfi c’erano circa 300 fans delle Aquile, c’erano i tifosi provenienti da fuori regione e cosa più importante molti ragazzi della provincia.
Pur se in settimana Provenza aveva mischiato le carte questa volta la formazione l’abbiamo indovinata, il Catanzaro si schiera con il classico 4-4-2 e la coppia d’attacco viene formata da Montella Caputo, mentre a centrocampo si rivede Tomi al posto di Criniti.
Il Melfi oppone lo stesso schieramento e sin dall’inizio della partita gli uomini gialloverdi per sopperire alla differenza di caratura tecnica corrono e lottano su ogni pallone.
Dopo la prima fase di studio durata circa cinque minuti il Catanzaro comincia a diventare padrone del centrocampo, Caputo comincia a sciorinare le sue classiche giocate e sul suo classico passaggio filtrante manda in porta Montella che sfiora il goal.
Il classico, goal mangiato goal subito si avvera dopo solo due minuti, De Angelis viene lasciato troppo solo al limite dell’area per fare ciò che vuole e calcia un tiro di sinistro che Gimmelli toccando con lo stinco inganna Mancinelli.
Posso dire cosa ho pensato al goal subito? “Finalmente subiamo un goal in trasferta e ci togliamo dalle scatole questo tabù, tanto ancora ci sono ottanta minuti per recuperare e l’essenziale è mantenere un altro record, restare imbattuti.”
Passati i cinque minuti di pausa il Catanzaro si riorganizza e a questo punto s’inizia a vedere un gran calcio, si verticalizza, giriamo la palla e attacchiamo da destra a sinistra con estrema facilità, creiamo una marea di occasioni che per un soffio non vengono trasformate in goal.
Il pareggio arriva su una clamorosa incertezza, stile “mai dire goal” fra difensore e portiere che in pratica spalancano la porta su un errato disimpegno su calcio piazzato a Montella che deposita in rete a porta vuota.
Il Catanzaro continua a creare e allo scadere del primo tempo un assist di Caputo smarcatosi sulla destra serve per la testa di Montella, palo e sulla respinta doppietta per l’ex bomber dell’Igea Virtus.
Termina il primo tempo e il risultato ci sta stretto, i goal di vantaggio potevano essere almeno due, ma va bene così.
Nell’intervallo fra i tifosi giallorossi si sprecano i commenti e ve ne cito qualcuno:
comunque iddi su scarsi, n’averamu e fara na passiata, hannu na squatra ridicola, ecc ecc.
Sarà anche vero, ma voglio ricordarvi che l’esperienza deve insegnarci che in queste categorie non incontri il Milan, l’Inter, la Juve, incontri squadre che giocheranno fino all’ultima goccia di sudore e che se ti rilassi puoi farti male.
Infatti la ripresa del Catanzaro inizia probabilmente con quella spocchia che probabilmente, come era entrata nella testa dei tifosi per i ragionamenti di cui sopra forse ha colpito anche i nostri calciatori.
Il Melfi continua a correre, raddoppia e triplica sui nostri portatori di palla, abbiamo difficolta ad imbastire un’azione degna di nota e loro continuano a correre più di noi.
Sfiorano il goal in un paio d’occasioni, conquistano punizioni sulla trequarti e battono angoli a ripetizione e alla fine pareggiano, ancora una volta complice una deviazione, ma ciò che bisogna dire è che del bel Catanzaro del primo tempo neanche l’ombra, i reparti sono allungati, Berardi e Zaminga soffrono la dinamicità dei centrocampisti avversari e Caputo,  Montella e Mangiacasale  spariscono dalla scena.
Provenza capisce che qualcosa non va e toglie Armenise per Criniti, poi toglie Mangiacasale (a proposito nel frattempo era sparito anche lui)  ed entra Iannelli e per qualche minuto il Catanzaro gioca con il tridente.
C’è una pericolosa incursione sulla sinistra di Criniti e battiamo qualche calcio d’angolo, ma quando Provenza capisce (forse qualcuno lo aveva avvisato dei due precedenti a Melfi) che questa partita si può anche perdere sostituisce Montella l’attaccante e rinforza il centrocampo con Benincasa.
Altro piccolo aneddoto da raccontare: sugli spalti in tanti chiedevano la sostituzione di un Caputo che, come più volte ho scritto rappresenta la croce e delizia di questo Catanzaro.
Io con voce sibillina a chi mi era vicino ho semplicemente risposto: “a unu comu a iddu on hai ma u cacci mai, ricordati che da solo ti po fara vincira a partita, pensa ma ci capita na palla e poi mi dici”.
Buon profeta o altro? Leggete sotto.
Ma questa volta, come dicevo sopra, la ruota gira a nostro favore, un rimpallo (credetemi non ne vincevamo una da quaranta minuti) serve Caputo sulla sinistra il quale a tu per tu con il portiere aspetta che si muovesse e con un delizioso tocco sotto di sinistro effettua una palombella con il pallone che non sembra scendere mai, ma quando scende, la palla s’insacca sotto l’incrocio dei pali, è rete, palla al centro e l’arbitro fischia la fine.
Tripudio sugli spalti e tutti i calciatori insieme a Gianni Improta e Nicola Provenza sotto la curva ad esultare. Tre punti che consentono al Catanzaro di mandare un messaggio forte e chiaro a chi da Cosenza (Citrigno e Mirabelli) era venuto per osservarci  o meglio per tirarcela…fate vobis.
Noi vi abbiamo avvisato, domani tocca a voi…Caputo?
SF 

    

Autore

Salvatore Ferragina

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