Guardatelo bene questo Catanzaro! Bello, autorevole, cinico, stacanovista, silenzioso. Non basta stropicciarsi gli occhi e la memoria non può correre in ausilio per riscoprire nel tempo un Catanzaro così ben “orchestrato” e messo in campo da un allenatore che sa il fatto suo. Un gruppo dove tutti sono solisti e dove non c’è nessun protagonismo. Tutti collaborano con i compagni, tutti si aiutano anche nel dissetarsi. A tal proposito degno di nota un “lancio della bottiglietta” perfetto da una ventina di metri mittente Armenise, destinatario Iannelli tutto al volo. Si sono fesserie, o potrebbero sembrare tali. In un campo che dire avverso è poco, e contro una squadra ben messa in campo, il Catanzaro veste i panni del corsaro e zittisce con il gioco (è raro per tutti di questi tempi) il pubblico andriese che inizia senza tregua il proprio show dal classico “chi non salta è giallorosso” per finire ad altro che non è il caso ripetere in questo contesto, il tutto condito da astio e livore che sono così manifesti e ordinati da fare della curva biancoazzurra un perfetto palcoscenico di candidati al prossimo Festival della canzone italiana. Ma il Catanzaro è un lavoratore silenzioso e questa “tranquillità” è il vero valore aggiunto di questo team 2008/2009 targato Provenza.
Durante la prima frazione di gara le squadre si dispongono entrambe con il 4-4-2. Belardi e Zaminga giganteggiano a centrocampo e in difesa Di Maio, Gimmelli e l’onnipresente Francesco Montella non concedono nulla. Andria e Catanzaro disputano una gara maschia ma corretta ed il Catanzaro riesce nell’intento di imbrigliare il pericoloso gioco sulle fasce dei biancoazzurri. Al 6° minuto, a testimonianza del fatto che i giallorossi lavorano su tutti i palloni, Iannelli ringhia su un rinvio dell’estremo difensore andriese Amodio e per poco non realizza. Il pallone colpisce il corpo del biancoazzurro che rimedia. L’Andria risponde al 13° con Lattanzio che riceve da De Simone, e manda di poco al lato. La disposizione speculare delle due squadre produce un sostanziale equilibrio che non è ostativo alla vivacità del gioco. Francesco Montella macina chilometri sulla fascia di competenza e non disdegna puntatine in avanti supportato da una condizione fisica invidiabile. E’ difficile fermarlo e Amadio deve faticare non poco per annullare una sua conclusione da distanza ravvicinata. Al 33° Cavaliere imbecca Lattanzio che tenta di sorprendere Mancinelli di testa, ma ne esce fuori una traiettoria strana con il pallone che termina la sua corsa fuori dallo specchio della porta.
Il secondo tempo inizia con un miracolo di Mancinelli su conclusione di Sy, ala andriese di proprietà del Perugia. Il Catanzaro inizia a poco a poco ad avanzare il proprio baricentro e diventa padrone del campo. Al 12° Amadio annulla una punizione ben calciata da Tomi. Appena due minuti e Cavaliere impensierisce Mancinelli, che salva la propria porta. Arriva il momento delle sostituzioni. Per il Catanzaro entrano in campo Criniti e Caputo. E’ la mossa vincente di Provenza che frutta il meritato vantaggio che si concretizza all’82°: Mangiacasale si propone sulla fascia di competenza e dopo avere superato il diretto marcatore, crossa in area dove Caputo si fa trovare pronto. Il suo tiro viene deviato dal capitano biancoazzurro Sgarra e Amadio è battuto. Gli ultimi minuti vedono i giallorossi dominare e Francesco Montella, dopo l’ennesima sgroppata, rischia di arrotondare il bottino.
La gara finisce dopo cinque minuti di recupero concessi dal direttore di gara e con i circa cento tifosi giallorossi felici per l’ennesima bella prova offerta dalle Aquile.
Giuseppe Mangialavori