Gazzetta del sud
A un buon primo tempo infruttuoso i giallorossi fanno seguire sempre una ripresa d’attacchi confusi
Il solito doppio volto del Catanzaro
Vito Macrìna
CATANZARO â à tornato con un pareggio il Catanzaro da Giugliano. Un risultato che si ricollega – anche come punteggio (ad occhiali) – a quelli che sono stati elevati a serie prima del trittico di sconfitte che è stato quello che ha fatto perdere posizioni in classifica, sino quella attuale, ovviamente poco soddisfacente. à il solito ritornello, ovvero un buon primo tempo rimasto infruttuoso e, poi, un continuo lavoro senza costrutto, con la parentesi questa volta della traversa colpita da un Ingenito, al quale continua a girargli male, visto che anche questa volta la conclusione del centravanti è stata quella giusta, su imbeccata di Logiudice il quale, detto per inciso, si è trovato a salvare la porta giallorossa dalla capitolazione (tiro di Falco), mentre è stato uno dei più attivi tra i compagni durante la partita. Quindi è un Catanzaro che ha ribadito di trovarsi ai verbi difettivi quando si tratta di sfruttare qualche buona combinazione in avanti, ragion per cui raccoglie… niente dal gioco che svolge, anzi rischia di trovarsi con le pive nel sacco, come appunto è successo nelle tre partite perdute di fila e tutte con il minimo scarto. Da questo punto di vista niente di nuovo da Giugliano dove Gentili e compagni si sono trovati di fronte a un avversario di medio livello e con lo stesso difetto dell’incapacità di finalizzare qualche manovra avanzata. Già perché, il Giugliano non ha fatto molto per vincere (anche per la squadra campana l’eccezione dell’occasione di Falco, neutralizzata da Logiudice quando il pallone stava varcando la linea fatale), a conferma della mediocrità di un impianto, oltretutto un tantino scricchiolante in difesa. Quindi per il Catanzaro l’occasione per approfittarne, cosa che ha fatto qua e là , ma non con quell’insistenza che il caso avrebbe richiesto. Ma, evidentemente, la squadra giallorossa più in là non è potuta andare per quei limiti strutturali che sono ormai noti. Certo si è giocato in trasferta dove, per essere propositivi efficacemente, bisogna essere attrezzati in maniera adeguata, ma si sa che al Catanzaro manca sempre qualche cosa per un rendimento livellato anche nei singoli. Il che può avvenire quando prima di tutto gli undici giocatori stanno al meglio fisicamente e quando gli stessi undici hanno tutti motivazioni forti. Per alcuni, questa volta, l’alibi è stato provocato dall’atteggiamento assunto da un gruppo di ultras giallorossi arrivato a Giugliano e guadagnato il settore ospite dopo un «confronto» con gli agenti dell’ordine – secondo la versione di parte – con il dichiarato scopo di contestare la squadra nel suo insieme anche i singoli giallorossi. Preso di mira anche l’allenatore Dellisanti, pur in tribuna perché squalificato e sostituito in panchina dal vice Cittadino. Il che, francamente, non è stato un bell’esempio di attaccamento alla squadra del cuore, tanto più espletato in una sede esterna, oltre che durante la partita. Da qui, del resto, la frattura ormai netta con la dirigenza per un rapporto che può ricucire soltanto la squadra attraverso i risultati; quei risultati che continuano a non essere ottenuti per incompletezza della squadra; incompletezza ormai un fatto compiuto e, come si sa, non sanabile a breve. Nel prossimo futuro, intanto c’è il rischio del deterioramento della situazione, specialmente in classifica e per quanto riguarda quest’ultimo aspetto difficilmente rimediabile. Infine da annotare il danno provocato dalla partita di Giugliano, ovvero la squalifica di Ciardiello, vero pilastro della difesa, che dovrebbe cavarsela con un turno e la conferma della diffida che già pendeva per il precedente comportamento disciplinare del difensore.