“Siamo rimasti veramente costernati nell’apprendere dalla stampa degli interventi completamente fuori luogo dell’ex senatore Antonino Murmura riguardo gli sviluppi del Conservatorio di Vibo in direzione della città di Catanzaro.
Senza parole!!! Ma come si fa a ragionare ancora come 30 anni fa, quando la politica era intesa, da gente come Murmura, come l’arte di arraffare, ogni notabile per il suo feudo, quante più cose era possibile a danno del vicino? Lo si vuole capire, e dal divano di pensionato dovrebbe essere più facile, che quel tempo nefasto dei cento campanili deve finire per sempre?
Stia tranquillo Murmura e gli altri che come lui stanno seminando ingiustificato allarmismo e risentimento: la città di Catanzaro, che tante spoliazioni ha subito nel corso degli anni, l’ultima ad opera del Consiglio di Stato sull’Agenzie Regionale delle Dogane, non ha nessuna intenzione di costruire il Conservatorio a spese della città vicina da cui ha ottenuto la gemmazione.
Non è nostra intenzione alcuna, né del Direttore M° Antonella Barbarossa, che ha subito attacchi ingiuriosi per questo e alla quale va invece tutta la nostra solidarietà e la nostra stima, quella di svuotare e diminuire un’altra istituzione, che legittimamente nel corso degli anni si è costruita una sua dignità e stabilità.
Nell’autorizzare il decentramento il Ministero dell’Università e Ricerca non ha fatto un torto ad alcuno: ha semplicemente riconosciuto la fondatezza dell’aspirazione del Capoluogo di regione ad avere, finalmente e dopo decenni, la possibilità per i suoi ragazzi di studiare musica nella propria città.
I cento alunni che da Vibo si trasferiscono a Catanzaro, accanto ai 150 che si iscriveranno per la prima volta, non sono cento iscritti in meno per la città di Vibo, ma cento iscritti in più per il Conservatorio Fausto Torrefranca in quanto sono a totale carico del comune di Catanzaro, e per legge, con l’attuale stato delle risorse, che impedisce di aprire una cattedra se non se ne chiude un’altra, mai Vibo avrebbe potuto aumentare popolazione ed organici.
Allora lo vuole capire l’emerito senatore Murmura Antonino che l’apertura del Conservatorio a Catanzaro è una opportunità, non solo per noi ma innanzitutto per la città di Vibo? Che questa operazione invece che indebolirli li rafforza enormemente, consentendo al Conservatorio di crescere, altro che di sparire! E che se in futuro, anche in questo settore, si andrà come si andrà – a causa delle annunciate intenzioni di questo governo – verso una razionalizzazione e diversificazione delle sedi, l’ampliamento del numero di iscritti, con una prestigiosa postazione centrale nel capoluogo di regione, non potrà essere che una garanzia sul futuro della sede madre, e non il contrario?
Perché il futuro di questa regione si potrà avere solo nella costruzioni di relazioni proficue e di reti di esperienze, non in una concorrenza al ribasso come è stato finora. Ma la cultura dell’ex sen. Murmura non riesce a concepirlo, è evidentemente e definitivamente troppo legata all’idea, così vecchia e dannosa per tutta la Calabria, che il bene di un territorio consista nell’arraffare posizioni e diritti altrui.
Senza parole!!! Ma come si fa a ragionare ancora come 30 anni fa, quando la politica era intesa, da gente come Murmura, come l’arte di arraffare, ogni notabile per il suo feudo, quante più cose era possibile a danno del vicino? Lo si vuole capire, e dal divano di pensionato dovrebbe essere più facile, che quel tempo nefasto dei cento campanili deve finire per sempre?
Stia tranquillo Murmura e gli altri che come lui stanno seminando ingiustificato allarmismo e risentimento: la città di Catanzaro, che tante spoliazioni ha subito nel corso degli anni, l’ultima ad opera del Consiglio di Stato sull’Agenzie Regionale delle Dogane, non ha nessuna intenzione di costruire il Conservatorio a spese della città vicina da cui ha ottenuto la gemmazione.
Non è nostra intenzione alcuna, né del Direttore M° Antonella Barbarossa, che ha subito attacchi ingiuriosi per questo e alla quale va invece tutta la nostra solidarietà e la nostra stima, quella di svuotare e diminuire un’altra istituzione, che legittimamente nel corso degli anni si è costruita una sua dignità e stabilità.
Nell’autorizzare il decentramento il Ministero dell’Università e Ricerca non ha fatto un torto ad alcuno: ha semplicemente riconosciuto la fondatezza dell’aspirazione del Capoluogo di regione ad avere, finalmente e dopo decenni, la possibilità per i suoi ragazzi di studiare musica nella propria città.
I cento alunni che da Vibo si trasferiscono a Catanzaro, accanto ai 150 che si iscriveranno per la prima volta, non sono cento iscritti in meno per la città di Vibo, ma cento iscritti in più per il Conservatorio Fausto Torrefranca in quanto sono a totale carico del comune di Catanzaro, e per legge, con l’attuale stato delle risorse, che impedisce di aprire una cattedra se non se ne chiude un’altra, mai Vibo avrebbe potuto aumentare popolazione ed organici.
Allora lo vuole capire l’emerito senatore Murmura Antonino che l’apertura del Conservatorio a Catanzaro è una opportunità, non solo per noi ma innanzitutto per la città di Vibo? Che questa operazione invece che indebolirli li rafforza enormemente, consentendo al Conservatorio di crescere, altro che di sparire! E che se in futuro, anche in questo settore, si andrà come si andrà – a causa delle annunciate intenzioni di questo governo – verso una razionalizzazione e diversificazione delle sedi, l’ampliamento del numero di iscritti, con una prestigiosa postazione centrale nel capoluogo di regione, non potrà essere che una garanzia sul futuro della sede madre, e non il contrario?
Perché il futuro di questa regione si potrà avere solo nella costruzioni di relazioni proficue e di reti di esperienze, non in una concorrenza al ribasso come è stato finora. Ma la cultura dell’ex sen. Murmura non riesce a concepirlo, è evidentemente e definitivamente troppo legata all’idea, così vecchia e dannosa per tutta la Calabria, che il bene di un territorio consista nell’arraffare posizioni e diritti altrui.
Siamo sicuri che le Procure e la Corte dei Conti da lui eroicamente invocate se ne rendano conto benissimo. Si renderanno conto parallelamente anche i tribunali civili che non è più tempo di lanciare accuse e calunnie a man bassa e gratuitamente, anche se ex qualcosa, alimentando tensione, conflitti e risentimenti”.