Lo ricordiamo per chi ancora non lo conosce ma soprattutto per chi finge, per opportunità varie, di non conoscerlo.
Il Disegno di Legge Lazzati è elaborato dal presidente onorario aggiunto della Suprema Corte di Cassazione Romano De Grazia, con la collaborazione dei docenti dell’Università Magna Graecia di Catanzaro, Luigi Fornari e Mario Alberto Ruffo. Lo strumento normativo colma una lacuna del sistema legislativo italiano: vieta la propaganda elettorale ai soggetti sottoposti a misure di sorveglianza speciale, perciò privati del diritto di voto attivo e passivo, comportando oltretutto la decadenza e la condanna da uno a sei anni per il candidato che si è giovato di tale attività di propaganda elettorale. Insomma uno strumento normativo di evidente utilità per contrastare il cancro dell’infiltrazione mafiosa nelle istituzioni elettive di tutta Italia ed evitare lo scioglimento dell’istituzione, provvedimento generalizzato e perciò iniquo che penalizza l’immagine dell’intera comunità e coloro che sono stati eletti liberamente e democraticamente. Il Disegno di Legge Lazzati gode dell’appoggio: del mondo accademico nazionale, un nome per tutti Vittorio Grevi, docente ed editorialista del Corriere della Sera; degli operatori del diritto, tra questi il presidente emerito della Corte Costituzionale e calabrese Cesare Ruperto, dell’ex giudice di Cassazione Gherado Colombo; di movimenti ed associazioni di cittadini. Ma tutto ciò non basta, da anni arriva in parlamento ed il suo iter si blocca inspiegabilmente e miseramente eppure il fenomeno esiste, non solo al sud Italia, con numeri pesantissimi.
Il disimpegno concreto nei confronti del fenomeno mafioso sembra l’unica vera costante di chi sta al potere e il disegno Lazzati, quale più logica conseguenza, affossa in un colpevole silenzio della politica. Lo ripetiamo da anni ormai con tutte le forze e i mezzi messi a nostra disposizione. Purtroppo le cose restano ferme, drammaticamente ferme. Laddove, invece, il disegno dovrebbe rappresenta una doverosa urgenza. Sappiamo da subito di rimanere inascoltati. Sempre meglio inascoltati che silenti.
ULIXES: rinnoviamo il sostegno al Disegno di Legge Lazzati
Dopo gli ultimi fatti di cronaca che hanno visto coinvolti i vertici dell’amministrazione comunale di Gioia Tauro non si può non sotenere con più forza il Disegno di Legge Lazzati. Strumento normativo che blocca l’infiltrazione mafiosa nelle istituzioni elettive e che da anni arriva in parlamento senza essere però trasformato in legge.
Oltre al frastuono delle parole che riveste l’ennesima faccenda di inquinamento mafioso delle istituzioni in Calabria, questa volta con risvolti ancora più inquietanti dal momento che non sta a noi ricordare quanto Gioia Tauro rappresenti una delle potenzialità più significative della nostra terra, sarebbe davvero il caso che la politica restituisse fiducia ai cittadini con la forza delle leggi. Ci permettiamo per questo di ricordare ai nostri rappresentanti l’appuntamento perennemente mancato col disegno di legge Lazzati, misura che offrirebbe una risposta simbolica e al contempo essenziale al tentativo mafioso di penetrare e manovrare le istituzioni.