Al contempo ci farebbe però piacere che l’Aterp desse risposta ai gravi interrogativi che riguardano il destino di novanta famiglie di Mater Domini, residenti da anni intorno al parco Genziana, un parco che in realtà con c’e’ mai stato.
In sintesi: l’Aterp (ex Istituto autonomo case popolari) chiede alle novanta famiglie assegnatarie di un alloggio “a riscatto” diverse decine di migliaia di euro per entrare nella piena proprietà delle abitazioni. Tali cifre ammontano a circa il 200/300 per cento delle somme già pagate nel corso degli anni sotto forma di quote mensili di ammortamento. Gli assegnatari sono oggi increduli, pensando di aver sostanzialmente estinto il debito per il riscatto della propria abitazione. Ed invece, dopo una latitanza di trentacinque anni dalla consegna dell’abitazione, l’Aterp presenta loro un conto salato. Salatissimo. Capace di stravolgere la serenità e l’equilibrio faticosamente acquisito durante tutta una vita.
A Parco Genziana ho abitato tanti anni insieme alla mia famiglia. A metà degli anni ’70 c’erano tante famiglie di operai, di artigiani, di impiegati, e la casa “a riscatto” ha rappresentato una base di solidità per una esistenza tranquilla. L’investimento immobiliare, seppur modesto grazie alla presenza di ingenti risorse statali, si poteva affrontare perchè si era nel pieno della propria vita lavorativa.
Oggi, trentacinque anni dopo, quel popolo è invecchiato. Vive con pensioni modeste, alcune di reversibilità, di poche centinaia di euro al mese. Agli affanni dell’età, si assommano i disagi di tutti i giorni, per il costo della spesa troppo alta e per bollette della luce e del gas diventate sempre più care e spropositate.
In queste condizioni riscattare la propria abitazione è destabilizzante. Un costo privato e sociale insopportabile che crea malessere e smarrimento. Noi pensiamo che occorra seriamente riconsiderare complessivamente la questione. Pensiamo che non si possano scaricare costi impropri ed allegre gestioni del passato sulle spalle di semplici famiglie. Pensiamo che la famosa politica, se vuole recuperare un senso di se’ e vedersi restituire un minimo di dignità dalla gente comune, debba farsi sentire nei diversi luoghi in cui si trova e dove conta per davvero. Pensiamo, infine, che rappresenti un fatto positivo e di questi tempi straordinario, che novanta famiglie si ritrovino intorno ad un comitato per difendere i propri legittimi interessi. Vuol dire creare movimento piuttosto che rassegnazione, democrazia che si organizza piuttosto che afasia e sfiducia verso tutto e tutti. Daremo per quanto è nelle nostre possibilità il massimo sostegno ed impegno al comitato delle famiglie di “parco Genziana”. Al parco che non c’e’.
Pino Tomasello Esecutivo Provinciale PD di Catanzaro