… sperando in un futuro migliore…
di Giuseppe Mangialavori
Quei numeri grandi e tondeggianti di colore giallo e quei righini sottili… e quello stadio stracolmo in ogni ordine di posto (pino incluso) rimbombante di sincera passione… e il fruscio di quella rete di volta in volta accarezzata dopo un gol, prologo di esplosione di ugole affamate di felice armonia… tutto ciò oggi è solo un lontano ricordo. C’è chi non ha il minimo rispetto per il proprio passato, anche se glorioso. Ma chi non lo ha, non può averne per il presente e, di conseguenza per il proprio futuro. Del proprio passato bisognerebbe vergognarsi solo se portatore di vergogna, paradossalmente a Catanzaro si sta facendo proprio il contrario. Ci si “vergogna” o per meglio dire, si tace il proprio passato perché ingombrante e scomodo per chi preferisce fare operazione di ridimensionamento. Ci si augura che quest’ultimo sia finalizzato ad un’auspicabile rinascita votata all’umiltà.
Strutture? Zero. Responsabilità? Che parola scomoda! Imprenditoria? Meglio preoccuparsi per le elezioni della Presidenza di Confindustria… e sfoggiare cravattone stile anni ’70 con annesso qualche orologione per manifestare il proprio status di mini-Agnelli made in Calabria… (beati monocoli in terra cecorum…). La stampa? Prima o poi si arrenderà e prenderà atto della parabola catanzarese senza pretendere/aspettarsi alcunché dall’F.C. E l’Uesse? E’ fallita? Forse “si”, forse “no”. Ci sarà la sorpresina??? Che casotto! Tifoseria? Divisa e disperatamente sparpagliata con qualche voce solista che tenta di dare un contributo e riunificate ciò che oramai è logoro.
In questa situazione non sarà facile ricominciare. Bisognerebbe riscoprire quel “CZ factor” che un dì motivò un intero Popolo a marciare nella stessa direzione senza curarsi dei solisti o utilizzando gli stessi per la costituzione di un’orchestra che tanta bella musica produsse nei tempi che furono.
A Catanzaro oggi giorno al contrario, si bada al proprio orticello senza peraltro intendere che il dimensionamento dello stesso non avrà possibilità alcuna di crescita se non si creeranno sinergie produttive. Si continueranno a “coltivare” le solite cose, relegando l’orticello al becero status di feudetto del pettegolezzo e della celebrazione della propria nullità. Certo, in questo contesto è già tanto fare la C2. Tanto, forse troppo.
E coloro che hanno le responsabilità cosa fanno? Delegano! Messia? Nessuno all’orizzonte per il momento e crediamo anche per il futuro. Ma l’intellighezia catanzarese cosa fa? Esite o è affetta da uno stato di letargo che sta provocando questa assurda fase dormiente? Nelle favole più gettonate c’è sempre un principe azzurro che arriva da lontano a destare e poi unirsi in matrimonio con la “bella addormentata”. Ma almeno quella delle fiabe è bella… Qui a Catanzaro c’è un’addormentata (Effecì) ed un’altra creatura che ancora non è dato sapere se morta (per prendere a prestito una creatura fresca fresca di nascita) oggi in politichese si definirebbe come “ombra”…
L’orgoglio? Gli … “attributi”…? Che fine hanno fatto a Catanzaro?
Molto meglio i piagnistei, le autocommiserazioni, gli sputi al prossimo che tifa per la tua stessa squadra e sogna gli stessi colori. Ancora meglio presumere di essere i depositari assoluti dello sport preferito sui tre colli: il “iosottuttotunonsailaveritàestaizitto”, il tutto in ossequio alle basi fondamentali per una corretta comunicazione!
Il lavoro più importante che Bove e Soluri, da tifosi D.O.C. dovranno fare, sarà quello di fare pulizia di tutte quelle componenti che sono ostative a gettare le basi per una realtà fresca e pulita. Un’immagine bella che riesca a calamitare anche chi vuole investire e attualmente non intende impelagarsi in discorsi non improntati alla chiarezza. Basterà? Non lo sappiamo, ma sarà importante farlo per iniziare con il piede giusto. Se a tutto ciò si aggiungerà il buon, vecchio “CZ factor”, meglio ancora. Via i rancori e le divisioni (interessate). Un solo obiettivo: il Catanzaro e si potrà ripartire per lavorare almeno con il sorriso sulle labbra. Sarà fuori tempo? Non mi importa, ma fatemi gridare con la gioia dei tempi che furono e si spera ritornino: forza Catanzaro!
Giuseppe Mangialavori
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