Con l’accusa di associazione a delinquere finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti, all’estorsione e danneggiamenti, e detenzione illegale di armi da sparo, i carabinieri della compagnia di Soverato, in collaborazione con quelle di Cantù e Legnano, hanno arrestato all’alba di oggi Luigi Campise, 25 anni, reo confesso dell’omicidio della fidanzata Barbara Bellorofonte, 17 anni, avvenuto a Montepaone (Catanzaro) a marzo dello scorso anno. Assieme a Campise i carabinieri hanno arrestato altre quattro persone, coinvolte nella stessa società a delinquere.
Nell’ambito dell’inchiesta sull’omicidio della Bellorofonte, Campise era stato scarcerato nelle scorse settimane dopo un anno di detenzione, per decorrenza dei termini di custodia cautelare. Le ordinanze di custodia cautelare per Campise e per gli altri quattro arrestati sono state emesse dal gip del tribunale di Catanzaro, Adriana Pezzo, in accoglimento della richiesta avanzata dal sostituto procuratore della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro Gerardo Dominijanni. Le altre persone arrestate sono Alfonso Carioti, 34 anni; Raffaele Todaro, 45; Vincenzo Todaro, 26 e Francesco Di Mauro 40 anni. Le indagini che hanno portato al blitz di stamane, che ha impegnato circa 70 carabinieri e unità cinofile antidroga, hanno preso spunto dall’esplosione di un ordigno davanti al bar Pit Stop di Soverato. Dall’attività investigativa è emerso che Campise e gli altri quattro arrestati sarebbero gli autori delle intimidazioni ai danni dell’esercizio commerciale e delle richieste estorsive ai danni del titolare del locale.
E’ previsto per il 3 giugno con il rito abbreviato, davanti al Gup di Catanzaro, il giudizio di Luigi Campise per l’omicidio della fidanzata. Il giovane, arrestato stamani dai carabinieri insieme ad altre quattro persone. La scarcerazione di Campise aveva scatenato la reazione dei genitori della ragazza, Giuseppe Bellorofonte e Lucia Cosentino che avevano parlato di “vero e proprio scandalo”. L’uccisione di Barbara Bellorofonte, nel marzo dello scorso anno, era avvenuta dopo che Campise e la vittima si erano incontrati a Montepaone, nel Catanzarese, per chiarire alcune vicende legate alla loro storia d’amore. La discussione era degenerata e Campise aveva sparato quattro colpi di pistola contro la ragazza. Il giovane si era successivamente costituito ai carabinieri. Barbara Bellorofonte era deceduta dopo venti giorni di ricovero nel reparto Rianimazione dell’ospedale di Catanzaro.
Nell’ambito dell’inchiesta sull’omicidio della Bellorofonte, Campise era stato scarcerato nelle scorse settimane dopo un anno di detenzione, per decorrenza dei termini di custodia cautelare. Le ordinanze di custodia cautelare per Campise e per gli altri quattro arrestati sono state emesse dal gip del tribunale di Catanzaro, Adriana Pezzo, in accoglimento della richiesta avanzata dal sostituto procuratore della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro Gerardo Dominijanni. Le altre persone arrestate sono Alfonso Carioti, 34 anni; Raffaele Todaro, 45; Vincenzo Todaro, 26 e Francesco Di Mauro 40 anni. Le indagini che hanno portato al blitz di stamane, che ha impegnato circa 70 carabinieri e unità cinofile antidroga, hanno preso spunto dall’esplosione di un ordigno davanti al bar Pit Stop di Soverato. Dall’attività investigativa è emerso che Campise e gli altri quattro arrestati sarebbero gli autori delle intimidazioni ai danni dell’esercizio commerciale e delle richieste estorsive ai danni del titolare del locale.
E’ previsto per il 3 giugno con il rito abbreviato, davanti al Gup di Catanzaro, il giudizio di Luigi Campise per l’omicidio della fidanzata. Il giovane, arrestato stamani dai carabinieri insieme ad altre quattro persone. La scarcerazione di Campise aveva scatenato la reazione dei genitori della ragazza, Giuseppe Bellorofonte e Lucia Cosentino che avevano parlato di “vero e proprio scandalo”. L’uccisione di Barbara Bellorofonte, nel marzo dello scorso anno, era avvenuta dopo che Campise e la vittima si erano incontrati a Montepaone, nel Catanzarese, per chiarire alcune vicende legate alla loro storia d’amore. La discussione era degenerata e Campise aveva sparato quattro colpi di pistola contro la ragazza. Il giovane si era successivamente costituito ai carabinieri. Barbara Bellorofonte era deceduta dopo venti giorni di ricovero nel reparto Rianimazione dell’ospedale di Catanzaro.