Contro la Vibonese, Cuttone ed i suoi ragazzi conquistano il punto necessario per mantenere la C2.
di Giuseppe Mangialavori
E’ difficile parlare del derby più triste della storia dei derby disputati dal Catanzaro. Il punto salvezza è stato conquistato e la posta in palio è stata divisa con gli uomini di Di Somma. Una sola gara prima del termine della regular season del girone C della C2 ed il Catanzaro di mister Cuttone riesce nell’intento di evitare i playout, mentre per la Vibonese del Presidente Gurzillo, i tifosi rossoblu dovranno rimanere ancora con il fiato sospeso. Chi lo avrebbe detto ad inizio stagione? Per i giallorossi si parlava di “Ferrari” in grado di dominare il campionato ed alla fine, innanzi ad un pubblico quasi inesistente, Mancinelli & C. si sono accontentati di evitare gli spareggi e con essi lo spettro CND… ed in zona Cesarini i giallorossi ci sono andati vicinissimi…
Prima e dopo la gara, i pochi “intimi” giunti al Ceravolo parlano non solo dell’argomento giallorosso ma del “rosso” che imperversa in terra calabra, del sangue versato per attentati che evidenziano onde ce ne fosse ancora il bisogno, l’ahimè/ahinoi palese e continua sfida dell’antistato nei confronti dello Stato. Lo si fa sottovoce e senza farsi sentire troppo si parla e si fanno congetture sull’orrendo attentato a Nino Princi per il quale lo stesso ex dirigente giallorosso ha perso gli arti, la vista e tuttora lotta contro la morte. Da queste colonne un grosso in bocca al lupo all’imprenditore reggino.
Cosa serberà il futuro per questi colori? Quesito da un milione di dollari direbbe qualcuno. Quando verrà ripristinata la decenza in riferimento al fatiscente impianto che porta il nome di Nicola Ceravolo? I nodi verranno al pettine a breve.
La disaffezione che è tanto più evidente vista l’esigua presenza sugli spalti di tifosi, non è mai stata così palese e chi avrà l’onore e l’onere di tentare di invertire la marcia, dovrà farlo alla svelta al fine di soccorrere un ammalato che è affetto dalla peggiore delle patologie: l’ignavia cronica. Si vuole sul serio che il calcio prosegua un dignitoso iter nel Capoluogo di Regione? Lo vogliono i Catanzaresi? Lo vuole l’amministrazione Olivo? Lo vogliono gli imprenditori che hanno attività nel territorio catanzarese?
Non c’è da fare filosofia o ragionamenti arzigogolati. L’adeguamento del Ceravolo è problematica la cui risoluzione sta assumendo connotati ridicoli. Non si conosce ancora “chi”, il “come” e soprattutto il “quando”. Si rischiano altre figuracce e intanto il Popolo sonnecchia così come sonnecchiò quando qualcuno… per tempo un biennio addietro parlava del serio rischio di fallimento e tutta la città si affidò all’italico vezzo dell’attesa ad oltranza senza agire. Le smorfie di disappunto non saranno concesse a nessuno e soprattutto a chi ha il dovere di comunicare con chiarezza come stanno le cose.
Dalla Società di Bove si è in attesa di news riguardo alla pianificazione del futuro. Quali gli obiettivi? E soprattutto, con quali risorse?
Tra papabili messia e azionariato popolare, si spera che qualcosa di importante nasca per risollevare una dignità calcistica oramai lontano ricordo. Lontana memoria anche l’unità di intenti di una tifoseria che un tempo fu nobile punto di riferimento non solo per Catanzaro e che attualmente trova il tempo solo per scovare punti di divisione e mai punti di accordo finalizzato all’uscita dal lungo tunnel nel quale ci si trova. Stadio (Amministrazione Olivo), Tifoseria, Società: è tutto un rebus. Che ognuno si assumesse le proprie responsabilità al fine di realizzare un futuro migliore.
Giuseppe Mangialavori
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