Vincoli di carattere europeo, vincoli di carattere ordinamentale nazionale, vincoli di carattere infrastrutturale, vincoli di carattere comportamentale e culturale impediscono una crescita economica del Paese e tengono il suo livello di crescita – molto vicino allo zero- eccessivamente rallentato rispetto agli altri Paesi d’Europa.
Con queste parole il Presidente dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, Antonio Catricalà, ha aperto, questa mattina, all’Università Magna Graecia di Catanzaro, l’incontro con studenti e docenti su un tema quanto mai attuale e delicato in ambito economico “Vincoli alla crescita e promozione della concorrenza in Italia”.
Il Presidente Catricalà, che non ha dimenticato di ricordare le sue origini catanzaresi, ha sottolineato il valore concreto di strutture universitarie come il Campus di Germaneto per l’apporto che può fornire alla crescita e allo sviluppo di tutto un territorio.
Ha aperto i lavori della conferenza il Rettore dell’Università Magna Graecia, Professor Francesco Saverio Costanzo, che, nel ringraziare il Presidente Catricalà per la presenza odierna nell’Ateneo della sua città d’origine e per il suo rilevante contributo professionale alla crescita del Paese, ha presentato, ricordando la figura di Salvatore Venuta, quelle che sono le caratteristiche peculiari del Campus e del progetto scientifico e culturale che ne sta alla base e ne delinea la missione; un progetto appunto imperniato su un’idea moderna di scienza che si esplica in una integrazione e contaminazione trasversale di saperi e di competenze scientifiche diverse.
L’incontro con il Presidente Catricalà, promosso dalla Cattedra di Storia economica (Professor Nicola Ostuni) del Corso di Laurea in Economia Aziendale dell’Ateneo catanzarese, è stata così l’occasione per un confronto aperto sugli aspetti più significativi del rapporto mercato-concorrenza-sviluppo.
Tanti e significativi i temi proposti dal Presidente Catricalà nel corso della conferenza che ha toccato diversi punti critici per il funzionamento corretto ed efficiente di tutto il sistema economico.
Impresa, mondo del lavoro, infrastrutture, liberalizzazioni, pubblica amministrazione, competizione e merito: questi solo alcuni degli argomenti affrontati.
Per il mondo dell’impresa la sfida da vincere è quella dell’alleanza: è necessario infatti un sistema che crei rete, una mentalità nuova che vada oltre la relazione imprenditore-padrone e che veda nel credito, non solo borsistico, ma anche bancario, una fondamentale opportunità di investimento. In più risulta indispensabile una specializzazione in settori strategici che possano rappresentare un forte marchio di identità.
Un mondo del lavoro troppo ingessato che deve accettare flessibilità e mobilità: questo un altro tema proposto da Catricalà nel corso suo intervento. Nell’avvalorare ancor più questa tesi il Presidente Catricalà ha enunciato una serie di dati secondo i quali per alcune professioni (architetti, avvocati, farmacisti, ingegneri e medici) la trasmissione avviene comunque ancora per stretto rapporto parentale.
Infrastrutture: altro punto dolente per l’economia del nostro Paese. Per Catricalà senza investimenti nelle infrastrutture strategiche per lo sviluppo quali quelle nella rete dei trasporti, alta velocità ad esempio, nella produzione energetica, necessaria per godere di una certa libertà di approvvigionamento rispetto a fornitori esteri dai quali importiamo più del 90% dell’energia che serve alla nazione, il Paese non può avere futuro.
L’intervento del Presidente Catricalà è poi proseguito focalizzando la sua attenzione sui limiti normativi del nostro Paese, sulla difficoltà tangibile di operare una reale liberalizzazione per via dei blocchi corporativistici emersi nei diversi settori, sulla gestione e sul controllo delle reti.
Aspetti critici rimangono comunque l’incertezza sulle regole da applicare, la presenza della Pubblica Amministrazione sull’economia, viste le centinaia e centinaia di aziende municipalizzate sparse per l’Italia intera, l’impossibilità di promuovere concretamente una nuova cultura della competizione e della concorrenza, i vincoli comportamentali e culturali.
E’ indispensabile, infatti, che si promuova una competizione virtuosa, fondata cioè sui meriti, tra i giovani, tra le imprese, tra le istituzioni. Competere non per se stessi ma per la comunità facendosi guidare da concetti quali sussidiarietà e solidarietà.
“Competizione e solidarietà – ha spiegato Catricalà concludendo il suo intervento – portano, infatti, al bene comune, di cui oggi noi abbiamo bisogno. Perchè se c’è solo solidarietà e non c’è merito, non c’è meritocrazia e non c’è gerarchia dei valori, allora non c’è sviluppo e non può esserci crescita. Questa crescita non è importante per solo gli aspetti meramente economici; questa crescita ci libera dalla paura, ci libera dal bisogno, e noi abbiamo molto paura e abbiamo troppi bisogni”.