1536 – Come premio di fedeltà dimostrata durante il duro assedio delle truppe Francesi alla città, Carlo V concede di fregiarsi dello stemma dell’Aquila Reale (nel diploma originale su pergamena a firma di “YO EL REY”, ancora conservato in città, è riportata la dicitura “Placet quid possint deferre aquilam cum uno capite…”) con la testa rivolta a destra, ornata di corona, in atto di sollevarsi in volo, nel cui seno, che forma uno scudo, vi sono tre monti in campo vermiglio, sopra i quali vi è una corona. L’aquila tiene col becco una fascia con la dicitura “Sanguinis Effusione” (fino all’estremo sacrificio del sangue versato). Conferma, nell’occasione gli antichi privilegi concessi da Re Alfonso e da Ferdinando I d’Aragona e concede di completare le fortificazioni e le artiglierie ed il divieto di nomine alle cariche cittadine di “officiali cosentini et napoletani” avendo Catanzaro “molti gentiluomini et doctori de legge famosi”.
Tratto da: La storia di Catanzaro in … 365 giorni da ricordare di Claudio RUGA e Renato CAROLEO