Sulla Scuola di Magistratura non vogliamo il contentino!
No ad un eventuale decentramento da Benevento di alcune attività: vogliamo la sede meridionale nella sua interezza.
No ad un eventuale decentramento da Benevento di alcune attività: vogliamo la sede meridionale nella sua interezza.
Sta assumendo contorni grotteschi e sempre più incomprensibili la vicenda della Scuola Superiore della Magistratura. Nonostante tutti – a parole – lamentano il vergognoso modus operandi dell’ex guardasigilli Clemente Mastella, nessuno – nei fatti – sta dando dimostrazione di volerne cancellare le squallide tracce. Ci stiamo sgolando nel ribadire che, in virtù dell’art. 3 della legge 111/06, è concessa al ministro della giustizia di concerto con quello dell’economia la facoltà esclusiva di firmare un decreto con cui vengano stabilite le tre sedi della scuola delle toghe sul territorio nazionale. Dopo la caduta di Mastella, sono giunte varie e vane sollecitazioni in tal senso a Romano Prodi che aveva l’interim della Giustizia. Oggi, identiche sollecitazioni vengono esercitate su Luigi Scotti, ministro della giustizia fino all’insediamento del prossimo Governo: ma anche in questo caso non abbiamo segnali confortanti.
Francamente ci viene difficile comprendere cosa si nasconda dietro a tanta inerzia. Apparentemente tutti i politici convengono che il comportamento di Mastella sia stato profondamente ingiusto e scarsamente riguardoso del supremo interesse della collettività e della dignità del Paese. Apparentemente tutti i politici convengono sul fatto che Mastella abbia agito per fini personalistici nel dirottare da Catanzaro a Benevento la sede meridionale della scuola per magistrati. Apparentemente tutti i politici lo condannano. Ma allora perché non agiscono di conseguenza? Perché, sulle sedi della scuola, la maggioranza di governo non ha ripristinato lo status quo ante subito dopo l’abbandono di Mastella? Cos’ha impedito a Prodi e compagni di dare un segno di pulizia? Cos’è che impedisce adesso a Scotti di firmare un nuovo decreto e azzerare i decreti-vergogna firmati da Clemente Mastella?
Per chi ami la giustizia e abbia sensibilità e dignità politica, riportare la sede da Benevento a Catanzaro sarebbe solo un dovere, solo un obbligo. Sarebbe un gesto che un ministro dovrebbe compiere spontaneamente senza ricevere pressioni o sollecitazioni. Eppure, assistiamo al contrario! Ci ritroviamo a dover trovare soluzioni, a sollecitare questi e quelli, ad alzare la voce nell’improbabilità di essere ascoltati da una politica sorda.
Ringraziamo il sindaco Olivo che con tenacia sta perseverando nella battaglia, invitandolo a non retrocedere né ad accettare compromessi, avendo pure fatto una “incursione” a Roma assieme all’on. Misiti, presso il ministro Scotti nel tentativo di persuaderlo. Ma, ad oggi, le notizie che ci giungono sono sconfortanti: la nota stampa diramata da Via Arenula martedì sera dice che “non è possibile, allo stato, un ulteriore decentramento organizzativo stabile della Scuola della Magistratura”. Ma io mi chiedo: chi ha mai chiesto un decentramento organizzativo della Scuola? Non si chiede una quarta sede, bensì il ripristino di quelle scelte originariamente, dunque l’insediamento a Catanzaro della sede meridionale cancellando in maniera assoluta, completa e definitiva Benevento dalle intenzioni di qualsiasi futuro ministro rispetto a questa faccenda.
Fabio Lagonia
Presidente Movimento Civico “CatanzaroNelCuore”