L’allarme è scattato poco dopo le ore 17 di ieri quando da un vano attiguo all’ospedale “Pugliese” sono fuoriuscite fiamme e fumo. Un incendio, le cui cause sono in corso di accertamento, ha distrutto uno dei gruppi principali di continuità del servizio di energia elettrica, posto nei pressi dell’obitorio.
Sul posto sono immediatamente intervenute numerose squadre dei vigili del fuoco, oltre a carabinieri e polizia. Subito al lavoro, i pompieri hanno faticato non poco ad avere ragione delle fiamme che sono state domate dopo l’intervento di diverse automezzi giunti a dare man forte alle prime squadre giunte sul posto, ma nulla si è potuto fare per salvare il grande macchinario che è stato completamente distrutto. Il pericolo era che l’ospedale potesse rimanere senza energia elettrica e dovesse essere evacuato ma questo problema, in realtà, non c’è mai stato anche se i tecnici hanno tirato un sospiro di sollievo solo quando hanno capito cosa era successo. Montato a novembre, l’accumulatore distrutto serviva a evitare che, tra l’ammanco di energia elettrica dalla rete Enel e l’inserimento dei gruppi elettrogeni, non ci fosse un breve black-out di qualche minuto di corrente che, per i macchinari medicali, sarebbe un grave danno, soprattutto di quelli utilizzati in sala operatoria. La corrente elettrica necessaria alle attività dell’ospedale viene ora fornita direttamente dalla linee Enel. La stessa società, allertata immediatamente dopo quello il grande incendio, ha già approntato una serie di linee di emergenza, da attivare in caso di necessità, anche se è comunque in funzione il primo gruppo di continuità. Sul posto, per rendersi conto direttamente della situazione, anche il direttore generale dell’Azienda ospedaliera, Vincenzo Ciconte. Gli interventi per la messa in sicurezza dell’area interessata dall’incendio si sono protratti sono alla prima serata anche per riuscire a capire le eventuali cause dell’incendio. Gli inquirenti e gli esperti, dopo l’ispezione, propendono come causa dell’incendio per un corto circuito o un sovraccarico della linea anche perchè le porte che danno al vano interessato dall’incendio sono state trovate chiuse e senza segno d’effrazione. Nessun segno di un versamento del liquido infiammabile sulle alette di areazione poste sulle pareti dell’edificio che potesse indicare una causa dolosa.
I reparti dell’ospedale non sono stati interessati dall’incendio anche se alcuni pazienti si sono allarmati alla vista del fumo che saliva dal vano dove era collocato il gruppo elettrogeno andato distrutto.
Sul posto sono immediatamente intervenute numerose squadre dei vigili del fuoco, oltre a carabinieri e polizia. Subito al lavoro, i pompieri hanno faticato non poco ad avere ragione delle fiamme che sono state domate dopo l’intervento di diverse automezzi giunti a dare man forte alle prime squadre giunte sul posto, ma nulla si è potuto fare per salvare il grande macchinario che è stato completamente distrutto. Il pericolo era che l’ospedale potesse rimanere senza energia elettrica e dovesse essere evacuato ma questo problema, in realtà, non c’è mai stato anche se i tecnici hanno tirato un sospiro di sollievo solo quando hanno capito cosa era successo. Montato a novembre, l’accumulatore distrutto serviva a evitare che, tra l’ammanco di energia elettrica dalla rete Enel e l’inserimento dei gruppi elettrogeni, non ci fosse un breve black-out di qualche minuto di corrente che, per i macchinari medicali, sarebbe un grave danno, soprattutto di quelli utilizzati in sala operatoria. La corrente elettrica necessaria alle attività dell’ospedale viene ora fornita direttamente dalla linee Enel. La stessa società, allertata immediatamente dopo quello il grande incendio, ha già approntato una serie di linee di emergenza, da attivare in caso di necessità, anche se è comunque in funzione il primo gruppo di continuità. Sul posto, per rendersi conto direttamente della situazione, anche il direttore generale dell’Azienda ospedaliera, Vincenzo Ciconte. Gli interventi per la messa in sicurezza dell’area interessata dall’incendio si sono protratti sono alla prima serata anche per riuscire a capire le eventuali cause dell’incendio. Gli inquirenti e gli esperti, dopo l’ispezione, propendono come causa dell’incendio per un corto circuito o un sovraccarico della linea anche perchè le porte che danno al vano interessato dall’incendio sono state trovate chiuse e senza segno d’effrazione. Nessun segno di un versamento del liquido infiammabile sulle alette di areazione poste sulle pareti dell’edificio che potesse indicare una causa dolosa.
I reparti dell’ospedale non sono stati interessati dall’incendio anche se alcuni pazienti si sono allarmati alla vista del fumo che saliva dal vano dove era collocato il gruppo elettrogeno andato distrutto.
Giuseppe Mercurio