Come sarebbe bello parlare di calciomercato, di Marcianise e forse anche della dissenteria di qualche atleta che al sussistere dei problemi opportunamente viene tenuto a riposo. Sarebbe bello farsi accarezzare sulla città dei tre colli, dall’idea che la squadra se ben messa in campo ed opportunamente e giustamente incentivata, se la gioca in una gara infuocata contro una diretta rivale per accedere alla lotteria dei play-off. Invece grazie all’abilità di gente senza un briciolo di dignità e senza la palese convinzione, volontà, capacità imprenditoriale, manageriale e soprattutto senza la benché minima consistenza economica per sostenere un progetto calcistico che per molti versi è un vuoto a perdere siamo costretti a rimanere sospesi. Sospesi tra un secondo fallimento in poco meno di due anni e la ferma volontà di chi è a capo di questa “Armata Brancaleone” di provare qualche altro colpo ad effetto per tirare a campare almeno fino a fine stagione. Proclami e parole sbandierate ai quattro venti a più riprese, con un’unica certezza il tempo delle vacche grasse è finito! Nessuno è più disposto a riempire il serbatoio di una macchina non sua, per le gite domenicali ed i sollazzi chi di ammette a denti stretti che da solo non ce la fa, ma che nulla fa per agevolare un passaggio del testimone. Una transazione quanto mai opportuna per non togliere alla città anche uno degli ultimi piaceri rimasti: La propria squadra di calcio! Non mi addentro nella vicenda di eventuali incontri fantomatici, e/o eventuali incontri fissati e non rispettati, non sta a me dire chi bluffa e chi dice il vero e non è facile capirlo, non riesco a pensare a cose diverse se non al bene del Catanzaro. Sarà un controsenso in una città dove si spartisce anche il pane raffermo, considerando l’avidità e la rapacità con cui i prenditori di turno si avventano sulla poca carne rimasta sulla griglia. Sarà per i più anormale pensare che c’è ancora un manipolo di persone a cui piace vivere la propria passione per il calcio senza interessi economici di contorno. Già perché c’è gente che ama e sostine la propria squadra solo per amore! Un amore che evidentemente non interessa e non può interessare chi pensa solo ad un Business di quartiere, tra l’altro mal costruito e mal gestito. Catanzaro ed il calcio in città una miniera d’oro poteva esserlo e potrebbe ancora esserlo se il contorno la smettesse di pensare “ a la propria sacca”. Una città, quella sui tre colli abbarbicata … ed isolata perché così è stato deciso. Ostracismo nei confronti di coloro che dall’esterno arrivano e cercano di investire qualche lira, boicottato al grido di “Catanzaro ai Catanzaresi”. Mentalità gretta e becera, perché gretti e beceri sono gli intenti di chi ha paura di non essere più invitato alla tavola imbandita. Eppure il Catanzaro una volta era il vanto anche di coloro che oggi grassi grassi sulle proprie poltrone pensano ad una fetta di torta in più, invece di una salutare dieta, che farebbe bene soprattutto alla comunità intera. Negli ultimi quattro anni stiamo assistendo inermi alle palesi sceneggiate di ha fatto della pantomima e della commedia la propria arte … e l’ha messa da parte. Teatrini di ogni sorta e fumo negli occhi di chi ama, da parte di qualcuno che tira a campare come una ramora, o come qualunque parassita che approfitta dell’altrui per saziar se stesso. Ma a questo prezzo a costo di soffrire per amore, sarebbe preferibile lasciar morir di fame chi si approfitta e rimanere senza calcio … alla domenica, qualche gita in più in Sila o a Soverato … qualche chiacchiera in più al tavolo familiare della domenica … Non me la ricordo per fortuna una domenica così, perché per me e tanti come me la domenica è soprattutto calcio e Catanzaro e se questo non sarà a breve più possibile terrò stretti per me i ricordi di qualcosa che è stato e qualcuno mi ha portato via. Rimarranno i ricordi del penultimo Catanzaro dell’era Albano, rimarranno come gocce nell’oceano le finali play-off della C2, rimarrà come un’oasi nel deserto la stagione di C1 di Pierino la Peste & C., rimarranno le mie ultime lacrime, quelle versate ad Ascoli nella speranza di rivivere ciò che mio papà, mio nonno e mio zio mi hanno raccontato e di cui mi sono perdutamente innamorato: Un Sogno … Una leggenda … perché i Giallorossi d’ Italia eravamo noi !!! Grazie a tutti coloro che hanno realizzato i sogni dei veri tifosi del Catanzaro, e grazie anche a tutti coloro che dall’alto dei loro deliri ci insegnano che è inutile amare senza essere amati.
M.S.