CELANO-CATANZARO 1-0
MARCATORI:
CELANO (4-3-3): De Felice 6.5; Del Grosso 6.5, Pepe 6.5, De Maio 7, Morgante 7; Langella 6 (Bacchi 31’, 6), Gra. Villa 6, Giannusa 6,5; Mignogna 6.5, Dionisi 6,5 (Bastianini 85’, s.v.), Negro 6,5 (Barraco 65’ 6). In panchina: Vurchio, Mazzarani, Gia. Villa, Giordano. All.: Modica.
CATANZARO (4-4-2): Mancinelli 6; Gimmelli 6, Di Meglio 5, Caccavale 6.5, Ciano 5.5 (Scuteri 83’, s.v.); Merito 6, Cianni 5, Berardi 6, Tomi 4.5 (Alessandro 67’, 6); Bueno 4.5, Marchano 5. In panchina: Ferrante, Cavola, De Franco, Basile, Zurlo. All.: Cittadino.
ARBITRO: Liotta di Lucca 5.5 (Assistenti: Venuto e Roccasalvo).
AMMONITI: Morgante, Dionisi, Giannusa, Barraco (CE), Di Meglio, Bueno, Cianni, Merito (CZ).
SPETTATORI: 400 circa (40 da Catanzaro).
CELANO –
Società nulla, allenatore nullo, squadra nulla, tifoseria nulla. Tutte le componenti del giocattolo giallo-rosso tornano da Celano lasciando un’impressione univoca: encefalogramma piatto. A staccare la spina oggi pomeriggio, nel piccolo e innevato Stadio Comunale, è stato Federico Dionisi, ventenne centravanti abruzzese, con un guizzo dopo 13 minuti di gioco. Il prosieguo della gara si è risolto in un vano e confuso tentativo del Catanzaro di trovare il pareggio. Senza idee, senza qualità, con poca grinta. La rabona in area di rigore con cui Alessandro al 94’ ha vanificato l’ultima occasione per raggiungere il pari è un’impietosa fotografia dell’impotenza giallo-rossa.ASSENZE PESANTI – Davanti a poche centinaia di spettatori il Celano scende in campo con un paio di assenze pesanti a centrocampo (Scoponi e Barrionuevo), oltre a quella dello squalificato Zanon, sostituito da un convincente Del Grosso. In attacco Modica sceglie Mignogna e Bruno (classe 1988) a supporto dello sgusciante Dionisi. Cittadino, senza Morleo, Ferrigno, Benincasa, Coppola e Frisenda, sceglie il classico 4-4-2 con Ciano terzino sinistro e Tomi avanzato al posto di capitan Ferrigno. Gimmelli, preferito a Cavola, eredita la fascia di capitano, mentre al centro Cianni affianca Berardi.
DIONISI SI, BERARDI NO – L’avvio è equilibrato. Il Catanzaro cerca di ragionare, ma non riesce a prendere in mano la partita. Il ricorso al lancio lungo continua ad essere una preoccupante costante. Così i piedi buoni di Berardi e Cianni sono inutili e sulle fasce è un deserto di idee. A destra Merito punta ripetutamente Morgante ma non lo supera quasi mai. A sinistra Tomi è un fantasma, mentre i terzini Ciano e Gimmelli attaccano col contagocce. Un’uscita a vuoto di De Felice regala un colpo di testa a palombella a Marchano che spedisce altro. La sensazione è che senza un interditore a centrocampo il Catanzaro soffra, soprattutto se si perde palla sulla trequarti. Così al 21’ il Celano ruba un pallone nella metà campo giallo-rossa e fa partire un’azione in orizzontale. Negro, di tacco, smarca in piena area di rigore Dionisi che supera con un colpo sotto l’incolpevole Mancinelli. Lo svantaggio sembra scuotere il Catanzaro che due minuti dopo costruisce la migliore occasione della partita. Merito s’incunea in area vincendo un paio di rimpalli. La palla scivola verso il cuore dell’area dove Bueno, contrastato da De Maio, lascia scorrere. Berardi raccoglie ma a tu per tu con De Felice si fa deviare il tiro in angolo.
STERILITÀ GIALLOROSSA – L’errore di Berardi lascia il segno. Il Catanzaro si allunga sul campo. Bueno e Marchano in avanti faticano a far salire la squadra. La partita ristagna a centrocampo. Il Celano comincia a chiudersi all’indietro e a ripartire con azioni ficcanti. I tre accattanti si scambiano le posizioni continuamente, creando seri grattacapi alla retroguardia giallo-rossa. Aumentano i falli e l’arbitro Liotta deve ricorrere ai cartellini per sedare qualche piccola rissa. Caccavale, impeccabile in marcatura, si sofferma un paio di minuti a litigare con l’allenatore abruzzese. Una girata debole e a lato di Marchano al 38’ è il topolino partorito dalla montagna giallo-rossa. Dopo l’intervallo la partita non cambia. Il Celano è pericoloso in contropiede al 12’, quando un’altra palla rubata scatena Dionisi che spreca un 5 contro 3, calciando fuori dai 25 metri. Al 24’ è Bacchi (entrato nel primo tempo al posto dell’infortunato Langella) a sfiorare il raddoppio con un colpo di testa che accarezza la parte superiore della traversa.
FINALE AMARO – Da una panchina sguarnita Cittadino pesca Alessandro che dà un po’ di brio agli ultimi 20 minuti giallo-rossi. Ne escono solo un paio di guizzi sulla sinistra con relativi cross senza esito. Poi, intorno alla mezzora, due iniziative da solista di Berardi. Nel primo caso l’ex barese ignora due compagni liberi alla sua destra al limite dell’area e manda a lato una girata da fuori area. Due minuti dopo una splendida serpentina in area, conclusa con un tiro che sfiora il palo. Gli attaccanti non beccano una palla con il ventenne “bresciano” De Maio in grande spolvero. L’arbitro fischia dopo 4 minuti di recupero senza che il Catanzaro riesca neanche a organizzare un forcing finale. Ai 40 ibernati tifosi del Catanzaro manca anche la forza di fischiare.
Ivan Pugliese