ULIXES: sulla scuola di magistratura la politica deve risposte serie

La scuola di magistratura necessita di una soluzione politica seria e veloce con una classe dirigente calabrese che, a
livello nazionale, deve uscire da uno stato di presenza strumentale e di
nanismo.

La scuola di magistratura
necessita di una soluzione politica. Lo scrivevamo tempo addietro, ai tempi
della prima mobilitazione, e continuiamo a sostenerlo con maggior vigore oggi,
in cui una fiamma di speranza si accende con l’iniziativa dell’onorevole Misiti.

In primo luogo necessita una
risposta della politica sana e consapevole alla prova di forza del ministro,
tutta interna a logiche squallide e notabilari. In secondo luogo, la vicenda
era e continua a rimanere una grande prova per la classe dirigente locale,
quella classe dirigente che deve dimostrare di avere un benché minimo peso
sullo scenario nazionale, ricavandosi spazi di scontro e confronto attraverso
l’intelligenza e la determinazione. Il ricorso al TAR e l’impegno della città
volto a dispiegare i migliori avvocati e stringere attorno alle migliori
strategie giudiziarie non ha mai raccolto, in verità, quelle che erano le
richieste lanciate dalla prima mobilitazione, le quali miravano a tempi rapidi
e prese di posizione forti da parte della politica locale e particolarmente
della sua deputazione in sede parlamentare. Vale la pena ricordare che un
consiglio comunale previsto dinanzi al Parlamento fu un’idea accantonata e che
altre mobilitazioni capaci di attirare l’attenzione della capitale furono
scartate in attesa dei luminari del TAR. Questa storia non ci ha mai convinto
e, crediamo, abbia anche frustrato la cittadinanza che comprese forse più della
sua classe politica la posta in gioco all’epoca: la costituzione di un presidio
di legalità nel capoluogo e la possibilità di valorizzare la grande tradizione
accademica della sua facoltà di legge. In più un ottimo “indotto economico”,
per citare le parole dell’infelice ministro della giustizia che ci troviamo ad
avere.

Siamo, infine, molto critici
verso RAI 2 ed “Anno zero”, che una volta giunti in città per trattare la
vicenda De Magistris, sebbene sollecitati più volte, hanno deciso di ignorare
la questione scuola di magistratura. Il tutto ci è risultato incomprensibile
perché, sebbene diverse, le due vicende sono state testimoni di un senso
d’isolamento e di abbandono che ha contravvenuto alle promesse del governo di
guardare con attenzione e continuità ai problemi e ai disagi della sua “figlia
prediletta”. Tanto più in quella circostanza la RAI aveva il dovere di operare quanto meno un
accenno importando lo squallore di un pasticcio inaudito in salsa beneventana.
Ancora sul sito di Ulixes è a disposizione quel curioso video del feudatario
Mastella, in cui dinanzi alla platea amica si vanta il colpo di mano per
assicurare alla “Ceppaloni university” quella scuola di magistratura già e rubata a Catanzaro.

Insomma cogliamo con estremo
favore e appoggiamo l’iniziativa dell’onorevole Misiti ma al contempo non basta
certo una sparuta iniziativa di un solo deputato a sanare il problema. La deputazione
calabrese tutta e quella di buon senso devono far sentire tutto il proprio peso
perchè siamo convinti che il ministro è pronto a non mollare la presa con tanta
facilità. Quindi non siamo che al punto di partenza. Si tratta di una seconda
opportunità che viene data alla deputazione locale. Siamo vigili perché il
senso dell’addormentamento o, una presa coscienza silente della propria
fragilità, non segnino il percorso di una classe dirigente calabrese che, a
livello nazionale, deve uscire da uno stato di presenza strumentale e di
nanismo.

ASSOCIAZIONE UNIVERSITARIA
CALABRESE ULIXES

La scuola di magistratura tornerà in Calabria?

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Autore

Redazione

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