CATANZARO. Lunedì mattina la città si è svegliata triste e silenziosa. Dopo lâeuforia degli ultimi giorni, correlata alla consapevolezza che il più era ormai fatto e che la C1 era più che mai vicina, il ârisveglioâ di domenica pomeriggio è stato troppo brusco ed impietoso. In ventimila avevano raccolto lâappello a rappresentare ancora una volta il dodicesimo uomo giallorosso in campo, ad assicurare sostegno e nerbo ad una squadra che sembrava avesse solo bisogno dellâultima spinta per portare la Catanzaro calcistica fuori da un maledetto tunnel che dura da tredici anni. Ma il campo, giudice finale di tutte le ambizioni, ha dato un verdetto assai diverso da quello sperato; un verdetto amaro che ricaccia per lâennesimo anno la squadra giallorossa nellâinferno della C2 e regala invece ad un Acireale forse preso troppo sottogamba il passaporto per la C1. Una vittoria meritata quella dei siciliani, va detto subito. LâAcireale ha giocato meglio, con maggiore lucidità , con maggiore determinazione ed ha dimostrato anche di essere in una condizione atletica nettamente migliore, a fronte di un Catanzaro apparso spento e lento. Nella squadra giallorossa, evidentemente, qualcosa stavolta non ha funzionato. Qualcuno dei meccanismi che nella fase finale del campionato erano stati efficacemente attivati deve essersi improvvisamente inceppato proprio nel momento più importante, proprio quando lâinceppamento non doveva esserci. Il Catanzaro di domenica è apparso abulico, con troppi uomini fuori fase, eccessivamente nervoso e comunque incapace di liberarsi della ragnatela che gli acesi hanno attuato a centrocampo e che ha consentito loro di proiettarsi in avanti frequentemente con ripartente sempre pericolose. Il resto lo hanno fatto gli errori di Moscelli (sul rigore e sotto porta), le due papere di Gentili (davvero incredibili per un portiere affidabile come lui), la stupida reazione che ha portato Toledo alla espulsione, gli altri falli inutili e plateali con i quali Ciardiello e qualche altro hanno âtentatoâ (senza riuscirci, grazie alla benevolenza dellâarbitro Mazzoleni) di farsi espellere anche loro. Obiettivamente difficile decifrare questa nuova debacle che ha gettato ancora una volta nella disperazione una tifoseria che aveva di nuovo dimostrato di essere da serie A. Una âletturaâ attenta delle varie fasi della partita potrà essere fatta con calma e quando la delusione e lâamarezza saranno un poâ sbollite. Certo, qualcosa non ha funzionato e la società dovrà cercare di capirne i motivi. Forse, si è cominciato a festeggiare con troppo anticipo finendo col distrarre anche la squadra dal problema principale che restava quello di battere un Acireale che in questi playoff aveva già dimostrato, contro il Brindisi, di avere sette vite come i gatti. Ora, sulle macerie di questa amara sconfitta, occorrerà ricostruire facendo tesoro della esperienza accumulata. Lâobiettivo, visto che i playoff per il Catanzaro significano jella infinita (i giallorossi ne hanno già giocati e persi quattro sotto varie gestioni societarie), resta a questo punto solo quello di un prossimo campionato di vertice assoluto, che sin dalla prima giornata veda il Catanzaro dominare il campo per arrivare direttamente e senza mezzi termini in C1. Câè tempo e modo per allestire lo squadrone che serve per arrivare a questa meta.
M. S. – Giornale di Calabria
PER I DISORDINI
UNDICI FERITI E 5 ARRESTATI
CATANZARO. E’ di cinque persone arrestate ed 11 feriti tra le forze dell’ordine il bilancio dei disordini verificatisi domenica sera a Catanzaro dopo la partita persa dalla squadra di casa contro l’Agireale in occasione dello spareggio per la promozione in C1. I disordini si erano verificati intorno allo stadio ed in alcune vie della zona nord del capoluogo, dove i tifosi locali, dopo avere incendiato cassonetti con cui hanno bloccato le strade e danneggiato autovetture in sosta, hanno ingaggiato una vera e propria guerriglia contro la polizia, sfogando così la loro rabbia per l’esito negativo della gara. Secondo quanto riferito dalla Questura, otto sono gli agenti di Polizia e tre i carabinieri feriti negli scontri. Le conseguenze più gravi hanno riguardato un poliziotto raggiunto ad una gamba da una bottiglia rotta che gli ha causato una profonda lesione ad un tendine. Tra gli arrestati, che ieri sono stati giudicati per direttissima, anche un minorenne rimesso in libertà subito dopo la denuncia a piede libero. Le accuse vanno dalle lesioni al danneggiamento al lancio di oggetti pericolosi. Circa 120 sono stati gli uomini impiegati nei servizi di controllo attorno allo stadio. Soltanto poco dopo le 21 di domenica la squadra e gli spettatori ospiti hanno potuto lasciare il capoluogo calabro, scortati dalle forze dell’ordine, per l’occasione rafforzate dall’arrivo di agenti dei reparti prevezione crimine di Reggio e Catania.